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Nuoto, Europei 25 m: trionfo della Quadarella, Caramignoli 3/a Federica Pellegrini

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Simona Quadarella conquista l’oro negli 800 stile libero agli Europei in vasca corta di Glasgow nei quali l’Italia piazza anche il terzo posto di Martina Caramignoli. Brilla Federica Pellegrini che conquista la finale dei 100 stile con il quinto tempo. La seconda giornata dell’Europeo scozzese regala all’Italia un oro, un bronzo un record italiano, un primato in tessuto e tre primati personali. Quelle di Simona Quadarella sono bracciate d’oro che vincendo gli 800 sl coglie il suo primo titolo internazionale in vasca corta. La regina del mezzofondo iridato ed europeo tocca in 8’10″30 davanti all’ungherese Ajna Kesely (8’11″77) e a Martina Rita Caramignoli che dopo anni di buio (esordi’ in nazionale ai mondiali di Roma 2009) vince la sua prima medaglia internazionale conquistando il bronzo in 8’12″36. “Speravo di migliorarmi rispetto a ieri per questo sono soddisfatta – le parole della Quadarella ai microfoni di Rai Sport – non avevo preparato questo appuntamento e il risultato va bene anche a livello cronometrico. C’era un po’ di tensione alla vigilia perche’ comunque e’ sempre difficile confermarsi. L’obiettivo chiaramente e’ andare forte in vasca lunga e gia’ agli Assoluti di Riccione della prossima settimana”. Risorge come l’araba fenice Martina Caramignoli che scoppia in pianto liberatorio: “Questa medaglia e’ un riscatto personale -. dice – Volevo smettere di nuotare. Condividere il podio con Simo (Quadarella ndr) e’ un sogno”. Federica Pellegrini con il quinto riscontro cronometrico e’ in finale dei 100 stile libero . La vincitrice di tutto nei 200 stile libero, nuota in 52”58 (27″06 ai 50) per una semifinale tutta in rimonta e chiusa al terzo posto dietro la britannica Freya Anderson, unica sotto i 52″ (51″95): “Sono molto felice di essere dentro questa finale perche’ per me e’ difficile fare le gare veloci – ripete la Divina che non e’ mai salita sul podio della specialita’ in otto edizioni in cui ha partecipato – Dopo Budapest abbiamo iniziato un percorso sulla velocita’ che da’ i suoi frutti soprattutto nei passaggi. Ora mi giochero’ le mie chance in finale”. Non trovano le medaglie gli azzurri nei 200 stile libero, ma le prestazioni sono confortanti in vista della staffetta in chiave olimpica a Tokyo 2020. Stefano Ballo e’ quinto in 1’42″33, migliore prestazione in tessuto cancellando addirittura Filippo Magnini. Subito dietro Filippo “Pippo” Megli che chiude sesto in 1’42″77 un crono a quindici centesimi dal personale per il 22enne toscano alla sua prima finale europea in corta. Vince il lituano Danas Rapsys, gia’ campione della distanza doppia, in 1’41″12. Sesto posto anche per Lorenzo Tarocchi, al debutto in azzurro, che chiude i 400 misti col personale limato di tre centesimi. Terzo sesto posto di giornata per Margherita Panziera nei 100 dorso. Ottavo posto nella sua prima finale individuale europea per Silvia Scalia. Sbaglia gara passando veloce al terzo posto nei 50 ma poi chiude in difficolta’ ottavo Piero Codia. Costanza Cocconcelli piazza la zampata nei 100 misti e si qualifica alla sua prima finale europea in 59″46 (passaggio 28″14) record italiano. Fuori dalle migliori otto il bronzo dei 400 misti, Ilaria Cusinato, che e’ dodicesima in 1’00″38. Entrambi in finale dei 100 dorso gli azzurri con un finale thrilling: Lorenzo Mora nuota il sesto tempo eguagliando il personale in 50”58 e guadagna la sua prima finale dei 100 dorso. Discorso diverso per Simone Sabbioni: il primatista italiano della specialita’ e campione continentale in carica rischia staccando il nono crono generale in 50″66 ma essendo secondo nella sua semifinale dietro l’irlandese Shane Ryan (50″48) viene promosso a discapito dell’ungherese Bohus ottavo in 50″65. Fuori entrambe le azzurre nei 50 farfalla: Elena Di Liddo che al mattino aveva nuotato il personale si peggiora di quindici centesimi e chiude in 25″75 cogliendo il nono posto ed e’ la prima delle escluse per sei centesimi; Ilaria Bianchi invece non trova mai ritmo e giuste sensazioni in una prova da 26 netto in tredicesima posizione.

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Lega A ha deciso, Udinese-Roma prosegue il 25 aprile

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Il primo slot possibile, nel rispetto delle norme statutarie, era giovedì 25 aprile e su quella data è caduta la scelto dalla Lega serie A per il recupero dei minuti di gioco che mancano per concludere Udinese-Roma, il match della 32/a giornata di campionato sospesa domenica scorsa al 26′ della ripresa per il grave malore capitato al difensore giallorosso Evan N’Dicka. In un calendario ultra compresso, con la Roma che ha conquistato la qualificazione alle semifinali di Europa League e con l’Udinese in lotta per la salvezza, la scelta non era facile, tra le legittime esigenze delle due squadre e il necessario rispetto dell’integrità delle competizioni.

La Roma aveva chiesto di giocare il recupero con la squadra friulana a maggio, o in concomitanza con il recupero di Atalanta-Fiorentina – la partita non giocata a causa della scomparsa improvvisa del dg viola, Joe Barone – che si dovrebbe disputare a fine campionato, visto che entrambe le squadre sono ancora in corsa, oltre che ovviamente in campionato, in coppa Italia e nelle coppe europee. Quest’ultima soluzione non è stata ritenuta praticabile dalla Lega serie A, proprio nel rispetto della norma statutaria, che prevede che la prosecuzione delle gare interrotte, come nel caso di Udinese-Roma, sia effettuata entro 15 giorni dall’avvenuta interruzione.

La Roma aveva chiesto anche di giocare sabato 27 aprile con il Napoli. in vista dell’impegno la settimana successiva (il 2 maggio) per l’andata della semifinale di Europa League col Bayer Leverkusen. Il consiglio di Lega, convocato dal presidente, Lorenzo Casini, oltre a fissare data del recupero, “in orario tale da agevolare l’organizzazione della trasferta per la società ospite”, ha stabilito che la data della partita Napoli-Roma sarà fissata “tenendo conto anche delle esigenze manifestate dalla Roma”. La partita del Maradona si giocherà probabilmente il sabato o la domenica, per questo il quadro di anticipi e posticipi della 34esima giornata arriverà domani.

La Roma risponde alla Serie A che ha deciso di recuperare il 25 aprile la sfida con l’Udinese. “L’AS Roma, con i suoi risultati europei e quattro semifinali consecutive ha contribuito al ranking Uefa e dunque al quinto slot per le squadre italiane nella prossima Champions League come pochi altri club – comincia la nota giallorossa – Nonostante questo, il Presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha oggi avallato un’ingiusta decisione che costringerà la Roma ad affrontare il Bayer Leverkusen, in condizioni di svantaggio. Questo rappresenta un chiaro passo indietro per tutto il sistema calcio in Italia”.

Poi la Roma conclude così nella sua nota: “La squadra, i giocatori e lo staff dell’AS Roma riaffermano il proprio impegno a opporsi a questa ingiustificata avversità e a raggiungere, con il supporto dei propri incredibili tifosi, i massimi obiettivi in stagione”.

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Cagliari beffato, Vlaohvic e un autogol salvano la Juve

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La Juventus rischia a Cagliari, ma alla fine pareggia dopo essere stato sotto di due gol: squadra di Allegri salvata da una punizione di Vlahovic e soprattutto da un autogol di Dossena. Alla fine pari amaro soprattutto per il Cagliari: aveva chiuso il primo tempo in vantaggio due a zero con i rigori di Gaetano e Mina. E i rossoblu avevano accarezzato l’idea di poter quasi chiudere il discorso salvezza in anticipo con una bella e prestigiosa vittoria con una big. Un punto che comunque muove la classifica del Cagliari. E che invece è un brodino per la Juventus: non perde partita e faccia, ma forse i tifosi a Cagliari si aspettavano un altro atteggiamento. Nel primo tempo Allegri è cascato un po’ nella trappola di Ranieri. Il Cagliari ha lasciato che fosse la Juve a fare il primo passo ripartendo con gli scatenati Luvumbo e Shomurodov.

E sono arrivati i gol rossoblu. Nella ripresa orgoglio bianconero che alla fine ha buttato dentro tutti suoi attaccanti. E alla fine ha raddrizzato la partita con un autogol. Allegri ha puntato su Alcaraz dal primo minuto accanto a Locatelli e Rabiot. Sulle fasce Weah e Cambiaso, Chiesa vicino a Vlahovic davanti. La risposta di Ranieri è stata quasi a specchio con Nandez e Augello sulle corsie esterne. In mediana Makoumbou e Sulemana con Luvumbo e Gaetano disponibili a dare una mano partendo da lontano. E anche pronti ad aiutare Shomurodov. Cagliari concentrato e aggressivo: insidioso più che pericoloso con Shomurodov e Luvumbo. Juventus abbastanza imprecisa con palloni persi a favore delle ripartenze rossoblu sempre con la scatenata coppia uzbeko-angolana. Bianconeri comunque pronti a far male: il primo tiro in porta con Weah al 20′.

Alla fine l’intraprendenza del Cagliari trova il premio con un rigore per un tocco di mano di Bremer su colpo di testa di Dossena. Dal dischetto Gaetano non sbaglia. Luvumbo sbaglia il raddoppio su assist di Shomurodov. Ma poco dopo azzecca tempo e giocata sempre su imbucata illuminata ancora di Shomurodov. Salta anche Szczesny, ma il portiere bianconero travolge l’angolano, ancora rigore. Questa volta dal dischetto si presenta Mina, specialista dai tempi dell’Everton: stesso angolo di prima, ancora gol. Primo vero sussulto soltanto nel finale Juve: fuga di Chiesa a sinistra e palla facile per Vlahovic in mezzo. Gol, ma era fuorigioco. Anche il Var conferma mostrando però che si è trattato proprio di una questione di centimetri. Allegri nella ripresa ha provato ad “allargare” il campo con Yidliz al posto di Alcaraz, infastidito anche da una ferita al viso.

Ma è stato Prati il primo a tirare in porta. Partita in mano alla Juventus con il Cagliari che si abbassa però troppo e non riparte con la precisione e la velocità del primo tempo non è un caso che la Juventus riapra la partita. Da una punizione molto contestata al limite dell’area parte la rinascita bianconera: punizione di Vlahovic e palla sull’angolo non coperto da barriera e portiere. Cagliari città fortunata per Vlahovic: in Sardegna ai tempi della Fiorentina aveva trovato i primi gol in serie A. Poco da perdere per Allegri che è diventato super offensivo con Milik accanto a Vlahovic. Alla fine è diventata quasi una partita a una porta sola anche se la Juventus non è stata molto lucida. Proprio da un cross di uno dei nuovi entrati, Yildiz, è arrivato il gol del due a due. Dossena, nel disperato tentativo di anticipare Vlahovic, ha colpito malissimo beffando Scuffet. Nel finale Allegri ha chiesto ai suoi di vincerla la partita. Ma sono arrivate solo mischie su mischie. Due a due. Juventus sempre tranquillo in zona Champions. Cagliari un passo avanti: dal trittico Atalanta-Inter-Juve ne è uscita con cinque punti che profumano di salvezza.

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Pioli, ora il Milan è lontano e lunedì c’è il derby

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E’ il capolinea di Stefano Pioli. L’addio, dopo l’eliminazione dall’Europa League nel derby tricolore con la Roma, sembra inevitabile. Il tecnico rossonero resterà probabilmente sulla panchina del Milan fino a fine stagione, a meno di clamorosi passi falsi nel derby di lunedì e nella sfida contro la Juventus la giornata successiva. La società ha più volte confermato stima e fiducia in Pioli e dopo il ko dell’Olimpico non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ma è difficile pensare che sia tutto invariato dopo la prestazione di ieri sera all’Olimpico. Anche la Curva Sud ha preso posizione condividendo la lettera aperta del capo ultras Luca Lucci sui social: “Pioli è l’artefice di uno dei più bei scudetti della storia del Milan, ma poi si arriva al punto in cui inesorabilmente le strade si debbano dividere e direi che tutti noi tifosi abbiamo aspettato anche fin troppo. A questo punto il cambio dell’allenatore è ormai doveroso”.

In un clima tanto sfiduciato e deluso, con la squadra che per l’ennesima volta non mostra spirito, fame e attaccamento alla maglia, è chiaro che qualcosa si è rotto e non si può più sistemare. “Il Milan è da tempo noioso, privo di gioco, confuso, ha bisogno di un cambio di rotta, di nuovi stimoli e soprattutto di ritrovare il gioco ormai da tempo smarrito”, la richiesta del tifo organizzato rossonero che poi attacca anche la società colpevole di un “immobilismo sia durante la stagione sia soprattutto nel mercato di riparazione, che ha fatto si che quest’annata scivolasse via nel più totale anonimato”. Il Milan, se dovesse riuscire a confermare il vantaggio sulla Juventus, chiude la stagione senza trofei, con il secondo posto in classifica, eliminato ai gironi in Champions League, senza essere stato protagonista in Coppa Italia e nettamente dominato dalla Roma in Europa League. Un bilancio insoddisfacente.

“I giudizi si danno alla fine”, è lo slogan ripetuto a più riprese dai dirigenti in netta contrapposizione ad esempio con quanto fatto a Roma, con la conferma di Daniele De Rossi prima ancora di sapere del passaggio del turno. Ora si dovrà capire se all’interno dei parametri economici imposti dalla società, ci può essere un’alternativa che davvero possa fare al caso del club rossonero. Cambiare tanto per farlo non serve a nulla. Scommettere su un allenatore con poca esperienza può essere deleterio vista la pressione esercitata ogni anno sul Milan. Così si fa strada l’idea di un tecnico straniero, mentre già impazza il toto nomi tra Thiago Motta, Antonio Conte, Vincenzo Italiano, solo per citarne alcuni. Il futuro della panchina del Milan è incerto. La decisione finale sarà presa da Gerry Cardinale che sarà tra l’altro a San Siro per il derby di lunedì. Il numero uno di RedBird valuterà il profilo che gli sarà proposto da Zlatan Ibrahimovic (che – come ha detto anche l’ad Giorgio Furlani – ha molta influenza sulla gestione sportiva del club), da Furlani stesso e da Geoffrey Moncada. Intanto però c’è un derby da preparare che non sposta gli equilibri di classifica ma che deve essere vinto per alleviare i dispiaceri del popolo rossonero. “Il successo manca da troppo tempo”, ha ricordato la Curva Sud. Cinque stracittadine perse di fila, un altro dato che pesa come un macigno sul destino di Pioli.

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