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Non solo Silvia Romano, ci sono 9 europei rapiti in Africa: tra loro altri due italiani

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Oltre a Silvia Romano sono altre sette le persone ancora nelle mani di sequestratori in Africa, tutte rapite tra il Niger, il Mali e il Burkina Faso, per mano di gruppi jihadisti legati ad Al Quaida. Tra questi anche un missionario italiano, padre Pier Luigi Maccalli (Nella foto in evidenza), rapito in Niger il 17 settembre scorso. Di lui si sa che e’ vivo e sta bene e a sostenerlo e’ il vescovo della diocesi di Niamey, monsignor Djalwana Laurent Lompo. Il prelato non ha dato dettagli piu’ particolareggiati per “motivi di sicurezza” e non ha potuto spiegare “su quali elementi fonda questa affermazione”. Su questa vicenda e’ calato il silenzio. Oltre alla nostra rappresentanza diplomatica, in Niger ci sono i nostri militari, operano sul terreno, e sono stati sottoscritti accordi con quel paese.

Silvia Romano

Eppure tutto tace. Non c’e’ nessuna notizia certa di dove si trovi padre Maccalli e su quali passi si stanno compiendo per la sua liberazione.  E poi c’e’ il giovane italiano scomparso nel nulla in Burkina Faso. Di Luca Tacchetto ed Edith Blais non si hanno piu’ notizie dal 16 dicembre 2018. L’italiano e la sua amica canadese hanno raggiunto il Burkina Faso in macchina – sono partiti dall’Italia – dopo aver attraversato la Mauritania e il Mali, per poi raggiungere il Togo. Luca e Edith erano diretti a Kpalime’, una cittadina del Togo, dove avrebbero dovuto unirsi a un’Organizzazione non governativa legata all’ambiente. Di loro non si sa nulla, cinque mesi senza notizie. L’ultima volta sono stati visti nella citta’ del sud-ovest del paese, Bobo Dioulassou. La vicenda e’ avvolta dal mistero. Il 4 aprile 2015 e’ stato sequestrato il rumeno Iulian Ghergut, in Burkina Faso per mano di islamisti legati ad Al Quaida. L’uomo e’ un funzionario alla sicurezza in una miniera di magnesio del nord del Burkina Faso.

Luca Tacchetto ed Edith Blais

Il 7 gennaio 2016 e’ stata rapita, nel nord-ovest del Mali, Beatrice Stockly, missionaria della Chiesa Metodista Svizzera. La donna viveva da anni in quest’area. Si sa che e’ viva, ma null’altro. Il 15 gennaio 2016 e’ stato sequestrato nel Burkina Faso nella zona di Djibo, citta’ al confine con il Mali e il Niger, il chirurgo australiano Arthur Kenneth Elliott, pensionato e impegnato in attivita’ umanitarie in una clinica della zona del rapimento. Con lui e’ stata rapita anche la moglie rilasciata, pero’, poche settimane dopo. Il 24 dicembre 2016 e’ stata rapita a Gao, nel nord del Mali, la 73enne francese Sophie Petronin, fondatrice della “Aid Association in Gao” che opera nel campo del benessere infantile. L’8 febbraio 2017 e’ stata sequestrata la religiosa colombiana, francescana, Gloria Cecilia Narvaez Argoti. Il rapimento e’ avvenuto in una chiesa nella zona rurale nel nord del Mali, nella localita’ di Karangasso, per mano di jihadisti legati al Gruppo per il sostegno dell’islam e dei musulmani (Gsim), vicini ad Al Quaida.

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Zelensky ringrazia il Senato americano: un aiuto vitale

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il Senato americano per aver approvato 61 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici al suo Paese. “Sono grato al Senato degli Stati Uniti per aver approvato un aiuto vitale per l’Ucraina”, ha scritto Zelensky sui social media poco dopo l’ok al massiccio pacchetto di aiuti per Kiev.

“Ringrazio il leader della maggioranza Chuck Schumer e il leader repubblicano Mitch McConnell per la loro forte leadership nel portare avanti questa legislazione bipartisan, così come tutti i senatori degli Stati Uniti su entrambi i lati della navata che hanno votato a favore”, ha continuato il presidente ucraino. “Apprezzo ugualmente il sostegno del presidente Biden e non vedo l’ora che il disegno di legge venga firmato presto e che il prossimo pacchetto di aiuti militari corrisponda alla risolutezza che vedo sempre nei nostri negoziati”, ha aggiunto Zelensky. “Le capacità a lungo raggio, l’artiglieria e la difesa aerea dell’Ucraina sono strumenti fondamentali per ripristinare prima la pace giusta”, secondo il presidente. Gli Stati Uniti sono stati il principale sostenitore militare di Kiev nella sua guerra contro la Russia, ma il nuovo pacchetto di aiuti che include forniture militari vitali era rimasto bloccato per mesi al Congresso americano. L’esercito ucraino si trova ad affrontare una grave carenza di armi e di nuove reclute, mentre Mosca esercita una pressione costante da est.

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Mosca, annullata la marcia della Vittoria

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Mosca e altre città russe hanno annullato la marcia della Vittoria del 9 maggio per ragioni di sicurezza. Lo ha riferito la Tass citando la co-presidente del quartier generale del movimento Elena Tsunayeva. “A causa delle minacce esistenti alla pubblica sicurezza, il quartier generale del Reggimento Immortale russo ha deciso di annullare la marcia del Reggimento Immortale del 2024”, ha spiegato Tsunayeva in conferenza stampa aggiungendo che quest’anno i festeggiamenti del 9 maggio assumeranno la forma di altri eventi.

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Cina: infondate le accuse Usa di supporto militare a Mosca

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La Cina ha definito “infondate le accuse degli Usa sul sostegno militare” di Pechino alla Russia, impegnata nella sua guerra contro l’Ucraina. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nell’imminenza della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “hanno presentato una legge sugli aiuti su larga scala per l’Ucraina, lanciando allo stesso tempo accuse infondate contro il normale commercio tra Cina e Russia. Questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e del tutto irresponsabile, e la Cina vi si oppone con fermezza”. Sulla questione ucraina, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta, ha sostenuto attivamente i colloqui di pace e ha spinto per la soluzione politica”, ha rincarato Wang, per il quale Pechino “implementa costantemente le normative sull’esportazione di beni a duplice uso.

La Cina non è né artefice né parte della crisi ucraina e non ha mai gettato benzina sul fuoco e per questo con accetteremo che altri scarichino la responsabilità o diano la colpa a noi”. Negli ultimi anni, in particolare dall’aggressione di Mosca all’Ucraina di febbraio 2022, Cina e Russia hanno intensificato la cooperazione economica e i contatti diplomatici, portando la loro partnership strategica a livelli elevati, mai raggiunti prima. Pechino ha rivendicato un ruolo neutrale nel conflitto ucraino, ma evitato condanne di Mosca e ha offerto sostegno diplomatico ed economico, facendo schizzare l’interscambio commerciale nel 2023 al record di 240 miliardi di dollari.

Prima dell’imminente visita in Cina del 24-26 aprile, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Pechino sta indirettamente alimentando la guerra in Ucraina con la fornitura di componenti a Mosca usati per espandere le sue capacità militari. “Quando si tratta della base industriale della difesa russa, il principale contributore in questo momento è la Cina”, ha detto Blinken venerdì, dopo l’incontro ministeriale del G7 a Capri, aggiungendo che ciò “permette alla Russia di continuare l’aggressione contro l’Ucraina”.

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