Anche quest’annata calcistica italica comincia con una mega-offertona della piattaforma Sky ai suoi abbonati che da anni pagano un abbonamento mensile salato.
Anche quest’anno, fino ad oggi, e cioè fino alla seconda di campionato, Sky ha incassato mensilmente un canone per consentire ai suoi abbonati di assistere al campionato di calcio di Serie A ma poi, di fatto e di diritto, con quel canone un tifoso di una squadra di calcio può vedere appena 7 delle dieci partite di serie A settimanali. Dunque non tutto il campionato di calcio come pubblicizzato ma appena il 70 per cento. L’altro 30 per cento delle partite, se uno vuole godersele, deve fare un secondo abbonamento a Dazn, una piattaforma inglese che è “godibile” in streaming in Italia.
“Godibile” è un modo di dire considerato il funzionamento della fibra in Italia o meglio in alcuni posti d’Italia. Comunque sia, per chi ama il calcio e ama il campionato italiano, abbonarsi a Sky non basta per godersi l’intero spettacolo. È come decidere di comprare un biglietto al Lirico San Carlo di Napoli per godersi la Tosca, emozionante opera lirica di Giacomo Puccini. E alla fine del secondo Atto, quando si intravedono i bastioni di Castel Sant’Angelo, e Mario è ormai pronto a morire tanto è che inizia a scrivere un’ultima lettera d’amore a Tosca, all’improvviso si chiude il sipario e ti si chiede di sposarti al Teatro alla Scala di Milano per completare la visione della Tosca. Ovviamente pagando un altro biglietto per completare la visione della Tosca. Insomma Sky, anche quest’anno, nella sua martellante campagna pubblicitaria, a parte un sacco di sciocchezze da marketing, ha dimenticato di dire che pagando l’abbonamento non si gode del campionato di calcio di serie A ma solo di una parte.
L’anno scorso, quegli italiani che si erano abbonati a Sky convinti di poter vedere tutte le partite del campionato, per poi scoprire che ne avrebbero viste 7 su 10, ebbero soddisfazione dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che stangò Sky Italia accertando due gravi violazioni del Codice del Consumo per aver fatto pubblicità ingannevole verso i suoi clienti.
La multa da pagare ammontava a 7 milioni di euro. Ecco il testo del provvedimento di condanna: Provvedimento Antitrust Dazn
Che cosa è accaduto quest’anno? Che cosa è cambiato? Fino ad oggi nulla. Fino alla seconda di campionato Sky ha fatto finta che nulla sia accaduto. Compresa la multa dell’Antitrust dello scorso anno. Comprese le motivazioni per cui fu trascinata dai consumatori davanti all’Antitrust. Nel frattempo i consumatori, però, con le tante battagliere associazioni, per gli abbonati “ingannati” (uso il termine giuridico dell’Antitrust), vogliono il rimborso, o meglio che sia prevista una qualche forma di rimborso. Poi si vedrà anche di parlare dei danni morali per chi è stato ingannato e si è perso lo spettacolo irrinunciabile del calcio tanto decantato da Sky. Quanto volte Sky nelle sue campagne pubblicitarie ha detto che è “un campionato tanto bello che non puoi perderti”? Bene, grazie a Sky che si è fatta pagare, qualche milione di italiani è stato ingannato perchè non ha potuto vedere tutto il calcio che credeva di aver acquistato.
Da poche ore però Sky ha sguinzagliato i suoi anchors e i suoi commentatori a gettone dello sport per spiegare alla massa di abbonati abbondonati che , sulla base di calcoli, anzianità di canone, numero di pacchetti e paccotti, orari e altre astruserie che si possono eventualmente anche vedere tutte le partite. Come? Sky, pare ma non è vero, pagherebbe ai suoi abbonati (quelli vecchissimi “sì”, quelli vecchi” quelli e nuovi “no”) l’abbonamento a Dazn. Anzi Sky ha intenzione di dedicare a questa operazione-accordo con Dazn un canale, il 209, e lo vuole chiamare Dazn1.
Insomma il management di Sky ha fatto un altro casino per mettere una toppa ad un’altra quasi certa contestazione dell’Antitrust sia per il ritardo con cui si prova a far capire che l’abbonamento a Sky non copre l’intero campionato, sia per spiegare chi e come potrà avere diritto a tutte le partite pagando solo l’abbonamento Sky.
Questo è quanto sta accadendo relativamente all’accordo Sky-Dazn a partire dal primo settembre. Accordo che finirà sicuramente nuovamente davanti all’Antitrust perchè le associazioni dei consumatori sono agguerritissime. “NoiConsumatori” ad esempio ha già presentato esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole e ne depositerà un secondo a tutela degli abbonati Sky che sempre con una pubblicità ingannevole saranno costretti o invogliati con informazioni parziali a fare anche un abbonamento a Dazn, quand’anche scontato di due euro e dunque per 7,99 euro invece di 9,99 euro.
Questa “operazione toppa” di Sky però ha un costo. Perchè è evidente che Dazn non è una agenzia caritatevole di servizi ma una azienda che fa profitti. E allora qual è l’operazione commerciale che lega Sky a Dazn? Come è stata concepita? Si saprà appena Sky darà pubblicità a quanto sta facendo e appena semplificherà anche il messaggio pubblicitario (ad oggi astruso davvero) su chi, come, quando e fino a quando potrà godere dei nuovi servizi Sky-Dazn sul canale 209. Quello che ci pare di aver capito e di di poter anche dire con ragionevole certezza, è che in qualche modo questa operazione commerciale, che ha un costo, Sky la pagherà realizzando risparmi altrove.
Sarà una coincidenza che, a partire proprio da oggi, decorre il licenziamento di 46 cameramen?
Non cameramen dipendenti direttamente da Sky, capiamoci, ma personale che lavorava da anni in esclusiva per Sky attraverso aziende esterne.
Ebbene dal primo settembre queste 46 persone sono state licenziate perchè Sky non ha rinnovato il contratto in quanto ha di fatto “quasi” chiuso tutte le sedi Italia di quello che un tempo era un telegiornale.
Altro risparmio è stato realizzato tagliando molte collaborazioni di importanti commentatori del calcio. Avrete notato che mancano all’appello quest’anno tanti volti noti e ne sono arrivati di nuovi che hanno avanzato pretese economiche molto molto più miti.
Alcuni di quelli cosiddetti famosi che sono rimasti, prima di farsi vedere in video, hanno dovuto accettare una drastica riduzione dei compensi.
Quanto ai licenziamenti dei 46 tecnici che lavoravano per Sky da anni di cui abbiamo detto, diciamo che sono licenziamenti passati sotto silenzio. La piattaforma Sky gode di buona stampa in Italia. La lobby che si occupa della reputazione di Sky lavora sempre a pieno regime ed è capace di silenziare tanti possibili giornalisti che potrebbero occuparsi di queste cose serie con cadeaux comeassunzioni di mogli, figlie, programmi. Tanto ci sono un sacco di canali Sky dove occorrono contenuti. E poi si sa, affari e etica in Italia non vanno mai a braccetto.
Alla centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Giugliano in Campania arrivano diverse segnalazioni ma il messaggio è sostanzialmente lo stesso: “C’è una persona che sta passeggiando sull’Asse Mediano, sembra spaesato”.
I militari della sezione radiomobile della compagnia di Giugliano raggiungono in pochi minuti l’asse mediano. Ogni minuto può essere prezioso e la Gazzella dell’Arma percorre la strada – nota per essere percorsa ad alta velocità – in direzione Giugliano centro.
Ad un tratto compare l’uomo che vaga sulla corsia di soprasso contro le auto che sfrecciano. Lampeggianti accesi e segnalazione sul tetto dell’auto con l’avvertimento di rallentare e i carabinieri scendono dalla gazzella. Pochi secondi e l’uomo – visibilmente disorientato – viene messo in auto tra il vento, la pioggia e le auto. L’uomo, un 80enne del posto, è stato affidato ai medici del 118 e fortunatamente sta bene. I carabinieri successivamente constateranno che l’anziano si era allontanato poco prima da una casa albergo per anziani.
Una scossa di terremoto che ha avuto magnitudo 4.1, ipocentro a 10 chilometri di profondità ed epicentro a 5 chilometri dai comuni di Socchieve (Udine) e di Tramonti di Sopra (Pordenone) è stata registrata alle 22.19. Il terremoto è stato avvertito chiaramente in tutta la regione, da Pordenone a Udine, a Trieste. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia la scossa avrebbe avuto l’epicentro a Socchieve (Udine), piccolo comune della Carnia, a una profondità di dieci chilometri. La spallata è stata avvertita nettamente – anche in Veneto, in Trentino Alto Adige e nelle confinanti Austria e Slovenia – e i centralini dei vigili del fuoco hanno ricevuto decine e decine di telefonate. Al momento non si registrano danni a persone o cose.
“Abbiamo sentito un botto tremendo e abbiamo avuto tanta paura”, poi “è mancata la luce per alcuni minuti”. Lo ha detto a Rainews24 Coriglio Zannier, sindaco di Socchieve, il comune più vicino all’epicentro della scossa di terremoto di magnitudo 4.5 avvertita questa sera in Friuli-Venezia Giulia. Come danni, ha detto il sindaco, si registra “qualche caduta di tegole”, ma ora “stiamo tornando alla normalità”.
La vita di un uomo qualunque. L’acquisto di un’auto, la fila in banca per ritirare un assegno, le polizze assicurative e i bolli meticolosamente pagati. E poi gli esami medici, il ricovero e l’intervento chirurgico ottenuti in tempi record (questo forse non proprio come un comune cittadino). Man mano che emergono nuovi particolari sulla latitanza trentennale di Matteo Messina Denaroil quadro si fa più inquietante e si confermano i primi sospetti: il boss più ricercato del Paese conduceva una esistenza ordinaria grazie a una fitta rete di complici.
Oggi i carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura di Palermo, ne hanno arrestati altri tre: l’architetto Massimo Gentile, siciliano da anni residente a Limbiate, in provincia di Monza, dove si occupa di appalti per conto del Comune e dove ha gestito decine di opere finanziate dal Pnrr; suo cognato Cosimo Leone, tecnico radiologo all’ospedale di Mazara del Vallo e Leonardo Gulotta. Salgono dunque a 14 i fiancheggiatori del capomafia finiti in cella dal 16 gennaio scorso, quando un blitz dei Carabinieri mise fine alla sua latitanza.
Da allora i militari con un paziente lavoro hanno tentato di ricostruire la vita alla macchia del boss. E stavolta hanno scoperto che a novembre del 2014 Messina Denaro andò personalmente da un concessionario auto di Palermo per acquistare una Fiat 500 e poi in banca a ritirare l’assegno da consegnare al rivenditore. Il boss usò una falsa carta di identità intestata all’architetto Massimo Gentile e indicò come numero telefonico di riferimento per eventuali comunicazioni quello di Leonardo Gulotta. L’input all’ultima indagine deriva da un appunto trovato in casa del boss.
La caccia al veicolo ha portato i carabinieri alla concessionaria dove è stata trovata la pratica dell’acquisto della macchina con i documenti consegnati dall’acquirente, tra i quali la fotocopia della carta d’identità su cui era stata incollata la foto di Messina Denaro. Il documento, che portava la firma dal padrino, conteneva alcuni dati corrispondenti a quelli di Gentile e altri falsi: come l’indirizzo di residenza indicato in “via Bono”. Per l’acquisito il capomafia ha versato mille euro in contanti e 9.000 attraverso un assegno circolare emesso dalla filiale di Palermo dell’Unicredit di corso Calatafimi.
Allo sportello, per ottenere l’assegno, ha esibito il falso documento, versato euro 9.000 cash e dichiarato che il Denaro era frutto della propria attività di commerciante di vestiti. Come recapito telefonico per le comunicazioni ancora una volta il boss ha lasciato il cellulare di Gulotta. L’auto è stata assicurata a nome di Gentile e in almeno un anno le polizze, come hanno mostrato le comparazioni grafiche, hanno portato la firma di Messina Denaro. Dalle indagini è emerso anche che nel 2007 l’architetto ha acquistato per conto del mafioso una moto Bmw che sarà poi lo stesso Gentile a portare alla demolizione in una officina a cui si fa riferimento in un pizzino nascosto in una sedia, trovato a casa della sorella di Messina Denaro, Rosalia.
I bolli di moto e auto nel 2016 sono stati pagati l’uno a 40 secondi dall’altro in una tabaccheria di Campobello di Mazara dove, sette anni dopo, pochi giorni prima dell’arresto, il capomafia era andato a fare acquisti, come dimostra uno scontrino ritrovato dal Ros. Poi c’è il fronte sanitario, tutto ancora da scandagliare. Al momento è emerso che il latitante ha potuto godere di aiuti importanti come quello ricevuto da Cosimo Leone, che si sarebbe occupato di far fare una Tac urgente al capomafia (Tac, come risulta da documenti sanitari, anticipata più volte).
Secondo gli investigatori, inoltre, Leone avrebbe costantemente informato dello stato del paziente un altro fiancheggiatore, Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato al boss l’identità per farsi curare. Sono decine i contatti telefonici tra i due nei giorni in cui il capomafia si trovava all’ospedale di Mazara scoperti dai carabinieri. E dalle analisi dei tabulati risulta evidente che Bonafede fece avere al boss un cellulare mentre questi era ricoverato.