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Cronache

Multe per eccesso di velocità dell’autovelox fasulle, chi ha fatto ricorso ha vinto e il comune ha pagato pure le spese

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La multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox era fasulla. Eh sì, perchè il limite di velocità evidenziato dal cartello stradale era ben più alto di quello per cui gli era stata inflitta la multa e la perdita di punti sulla patente. Così l’automobilista ha fatti ricorso al giudice di pace che gli ha dato ragione, ha cancellato la multa e la sanzione dei punti persi ed ha imposto al Comune la rifusione delle spese processuali. Questa è l’avventura a lieto fine per  un automobilista di Piove di Sacco che il 16 maggio 2018 stava percorrendo la Strada Regionale 516 Piovese da Pontelongo verso Adria e si è visto recapitare una multa. E come lui, purtroppo, su quella strada, di multe ne sono state inflitte a centinaia. Tramite il suo legale Andrea Rosina, l’automobilista, accusato di aver superato i 50 km orari (i cartelli indicavano una velocità massima di 70), ha argomentato le motivazioni che lo hanno spinto a opporsi alla sanzione irrogatagli dalla Polizia Locale di Correzzola. E così il Giudice di Padova Renata Zaffanella ha riconosciuto la fondatezza delle osservazioni, peraltro semplici, lapallisiane. Non si può cultura un automobilista che non ha commesso alcuna infrazione: il limite di velocità indicato è 70, lui andava a 57 km orari. L’avvocato Rosina di fatto aveva eccepito la mancata segnalazione della postazione di rilevamento, la mancata visibilità della stessa, la mancanza della perfetta funzionalità dell’atovelox, ma soprattutto la mancata indicazione del provvedimento del Prefetto con la possibilità di effettuare la contestazione differita e non quella immediata, che in effetti non era stata fatta. L’agente della Polizia locale interpellato sul punto dal Giudice non ha saputo dare risposta, motivo per cui il giudice di pace ha disposto l’annullamento del provvedimento, condannando il Comune di Correzzola a rifondere le spese processuali. Nonostante la sentenza sfavorevole, le cui motivazioni sono uscite pochi giorni fa, la Polizia locale di Correzzola, come hanno fatto notare sui social parecchi automobilisti, continua nel presidio della Statale Piovese, utilizzando l’autovelox. E così ora potrebbero esserci centinaia di ricorsi contro multe illegittime con il comune che andò per fare cassa salassando gli automobilisti e si ritrovò salassato dalle spese di giudizio da rifondere.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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