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Esteri

Morto il sindaco di Seul, sullo sfondo accuse di molestie ad una impiegata della municipalità

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Mistero, ma forse non per molto, sulla morte del sindaco di Seul Park Won-soon, scomparso nel pomeriggio dalla sua residenza e ritrovato cadavere poche ore dopo dalla polizia a Mount Bugak, tra le montagne a nord della capitale sudcoreana. Ex avvocato per i diritti civili e primo cittadino di Seul dal 2011, rieletto nel 2014 e nel 2018, Park era in pole per la candidatura alle presidenziali del 2022 come successore del presidente Moon Jae-in, del cui Partito democratico liberale era un esponente di punta. Ma ad oscurarne la possibile ascesa alla guida della Corea del Sud era spuntata l’ombra del #metoo, con un’accusa di molestie sessuali da parte di un’impiegata della municipalita’ della capitale sudcoreana che lo aveva denunciato ieri alla polizia. Su questa vicenda, scrivono i media locali, sarebbe dovuto andare in onda proprio stasera un programma su una emittente tv. E’ possibile, ma e’ solo una delle prime ipotesi tutta da verificare, che il sindaco, 64 anni, non abbia retto lo stress della possibile umiliazione, anche se si dovranno attendere i risultati dell’autopsia per capire le esatte circostanze della morte. Park stamattina non era andato in ufficio e aveva cancellato una riunione ad alto livello in municipio, ha raccontato Kim Ji-hyeong, funzionario del governo metropolitano di Seul citato dalla Bbc. La scomparsa e’ stata denunciata dalla figlia che ha raccontato alla polizia di come suo padre, prima di uscire di casa, abbia pronunciato quelle che ha suonavano come le sue “ultime parole”. Dopo averlo atteso per ore e inutilmente cercato sul cellulare che risultava spento, la figlia ha chiamato la polizia. Le ricerche sono scattate immediatamente e sono partite proprio dal luogo dove lo smartphone del sindaco ha agganciato l’ultima cella, il sobborgo di Seongbuk-gu, molto vicino alla residenza ufficiale di Jongno-gu e dove la sua presenza era stata registrata da una videocamera di sicurezza, ha raccontato ai giornalisti Lee Byeong-seok, un funzionario di polizia. Piu’ di 600 tra agenti e vigili del fuoco affiancati da cani e da droni hanno iniziato a setacciare la zona e non ci hanno messo molto a ritrovare il corpo del primo cittadino.

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Musk rifiuta di eliminare da X video dell’attacco a Sidney

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Elon Musk ha reagito all’ordine di un tribunale australiano di eliminare da X i video dell’attacco nella chiesa di Sidney dopo che il commissario per la eSafety dell’Australia ha chiesto un’ingiunzione. Il miliardario patron di Tesla ha risposto con un post sulla sua piattaforma accusando il premier Anthony Albanese di “censura”. “La nostra preoccupazione è che se qualsiasi Paese è autorizzato a censurare i contenuti di tutti i paesi, allora cosa impedirà a qualsiasi paese di controllare Internet?”

Musk ha detto che X farà appello contro l’ingiunzione australiana. “Abbiamo già censurato il contenuto in questione per l’Australia, in attesa di ricorso legale, ed è archiviato solo su server negli Stati Uniti”, ha aggiunto. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato che Musk è cieco di fronte all’angoscia causata dai video. “Faremo ciò che è necessario per affrontare questo miliardario arrogante che pensa di essere al di sopra della legge, ma anche al di sopra della comune decenza”, ha detto Albanese all’emittente pubblica Abc. “L’idea che qualcuno vada in tribunale per il diritto di pubblicare contenuti violenti su una piattaforma mostra quanto il signor Musk sia fuori dal mondo”, ha aggiunto.

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L’ambientalista indigeno Victorio Dariquebe assassinato nell’Amazzonia peruviana

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Un ambientalista indigeno, Victorio Dariquebe, è stato assassinato in una comunità amazzonica del Perù sudorientale dove lavorava come guardia forestale: lo riferiscono le autorità locali. L’uomo, dell’etnia Harakbut-Wachiperi, è stato aggredito nei pressi della riserva naturale di Amarakaeri, nella provincia di Manú.

“Riaffermiamo il nostro impegno affinché questo crimine non rimanga impunito e i responsabili siano individuati e ricevano tutto il peso della legge”, ha affermato il governo peruviano in una dichiarazione firmata da diversi ministeri. L’ambientalista “ha fatto un ottimo lavoro nella conservazione della riserva di Amarakaeri”, ha sottolineato l’Associazione interetnica della giungla peruviana (Aidesep) in un comunicato sui social, secondo cui Dariquebe “aveva ricevuto minacce”.

I popoli originari del Perù combattono l’estrazione illegale e si oppongono a una recente legge approvata dal Congresso che, a loro avviso, incoraggia la deforestazione. Secondo l’ong Global Witness, dal 2012 nel Paese sono stati uccisi almeno 54 difensori delle terre e dell’ambiente, di cui più della metà appartenevano a popolazioni indigene.

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Ucraina, Copenaghen: daremo a Kiev tutti gli F-16 concordati

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La Danimarca invierà all’Ucraina tutti gli aerei da caccia F-16 concordati in precedenza dai leader dei due paesi, ha detto l’ambasciatore danese Ole Egberg Mikkelsen. Parlando con l’emittente ucraina Liga, Mikkelsen ha detto che i jet saranno sicuramente consegnati a Kiev e che si tratta dell’intera flotta di F-16 della Danimarca, che ora è in fase di dismissione. Mikkelsen non ha tuttavia specificato il numero esatto di caccia che saranno inviati all’Ucraina. L’ambasciatore ha spiegato che la Danimarca sta dismettendo la sua flotta perché Copenaghen riceverà presto una nuova generazione di aerei, gli F-35.

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