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Cronache

Metropolitana, il tunnel della monnezza tra Arzano e Napoli: chilometri di sostanze tossiche e venefiche

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Pneumatici. Amianto. Scarti di lavorazione di industrie tessili ed altri settori dell’artigianato. Rifiuti ospedalieri, forse provenienti da laboratori privati. Monnezza tal quale, i sacchetti della spazzatura di casa. C’era tutto questo e altro davanti agli occhi quasi increduli della Polizia locale di Arzano e i Carabinieri. Hanno rinvenuto ed sequestrato decine di tonnellate di rifiuti scaricati in maniera criminale dentro una galleria di circa due chilometri della costruenda metropolitana, che avrebbe dovuto collegare la provincia nord di Napoli alla Metropoli. Siamo nel territorio di Arzano.

É qui che la mega discarica illecita è stata trovata. Sul posto é stato richiesto anche l’intervento dell’Agenzia regionale per l’Ambiente della Campania per le attività di ispezione dei rifiuti.

Ad occhi si vedono materiali inerti pericolosi, ma altro si potrebbe nascondere sotto questo tunnel incubo dove c’è tutto il marcio della terra dei fuochi e le attività criminali talvolta gestiti dalla camorra che lucra sullo smaltimento e spesso anche comportamenti criminali di imprenditori senza scrupoli. Non meno pericolosi dei camorristi in questi contesti. Ma se nella galleria ci sono decine di tonnellate di rifiuti, nelle aree esterne a ridosso  della galleria la situazione é anche peggiore. Ci sono distese di rifiuti a perdita d’occhio.

Rifiuti di ogni genere. “Lei si immagini che cosa potrebbe accadere se qualcuno incendiasse questi rifiuti all’esterno e dentro la galleria” si domanda, con tono preoccupato il comandante della polizia locale, Luigi Maiello, che ha trovato questa ennesima discarica bomba ecologica in terra dei fuochi. Ecco, meglio non immaginare. Forse é meglio che venga tutto rimosso ed in fretta per evitare che qualche mente criminale possa aggiungere il danno del rogo alla beffa della discarica.

(gibbi)

 

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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