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Cronache

Maxi frode fiscale, scovato il tesoro di Scavone e Barbarino: villa a Capri, rolex, quadri, yatch e lingotti d’oro tra beni sequestrati

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Figurano anche una villa a Capri, uno yacht di 17 metri, lingotti d’oro e quadri di pregio di Francesco Musante, Franz Borghese, Mario Schifani, Christophe Mourey e Andy Warhol tra i beni che il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanzia di Napoli, guidato dal colonnello Domenico Napolitano, ha sequestrato, coordinato della Procura della Repubblica partenopea, nell’ambito della presunta maxi frode fiscale da 70 mln di euro che ha coinvolto le societa’ del gruppo imprenditoriale Alma spa e i suoi vertici, tra cui gli imprenditori Luigi Scavone e Francesco Barbarino. Complessivamente i finanzieri hanno messo i sigilli a circa 5 mln di euro in contanti e 17,3 mln depositati sui conti correnti; 16 immobili (tra cui una villa a Capri, una a Sperlonga e una a Santa Maria Capua Vetere di 20 vani), auto di lusso (Ferrari, BMW, Mercedes, Land Rover), uno yacht di oltre 17 metri, 5,3 kg di lingotti d’oro per un valore di circa 190.000 euro e centinaia tra opere d’arte (tra cui quadri a firma di Francesco Musante, Franz Borghese, Mario Schifani, Christophe Mourey e Andy Warhol), gioielli e orologi di pregio (tra cui 60 Rolex).

Secondo gli inquirenti, l’ingente patrimonio accumulato attraverso il sistema delle indebite compensazioni, grazie al quale non venivano versate le imposte al Fisco, servivano a sostenere il lussuoso tenore di vita dei principali indagati, Luigi Scavone e Francesco Barbarino  i quali, inoltre, potevano contare sulla disponibilita’ esclusiva di beni di valore (es. una Ferrari e uno yacht) acquistati con risorse delle societa’ del gruppo. Oggi, la Guardia di Finanza, ha reso nota l’entita’ dei sequestri iniziato lo scorso 26 marzo quando, coordinata dalla Procura dei Napoli, ha notificato dieci misure cautelari, tra cui tre arresti in carcere, nei confronti di altrettanti indagati. La maxi frode fiscale avrebbe consentito di sottrarre allo Stato oltre 70 milioni di euro di imposte. Le ricerche di ulteriori disponibilita’ finanziarie, in Italia e all’estero, da sottoporre a misura cautelare fino a concorrenza delle imposte evase, proseguono.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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