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L’ora del giudizio per Weinstein, l’ex potentissimo produttore di Hollywood molestatore sessuale seriale rischia l’ergastolo

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C’e’ chi lo definisce “il processo del secolo”. Di certo quello che sta per iniziare davanti a una corte di Manhattan in un modo o nell’altro lascera’ un segno profondo. L’imputato e’ Harvey Weinstein, una volta il produttore cinematografico piu’ potente di Hollywood, oggi un uomo di 67 anni accusato di stupro e di diversi reati sessuali su decine e decine di donne. Dal suo caso e’ nato il movimento del #metoo che ha permesso di smascherare migliaia di casi di violenze e molestie in America e nel mondo, dando voce a moltissime donne che non avevano mai avuto il coraggio di uscire allo scoperto. Ora dopo due anni di battaglie arrivera’ una sentenza inevitabilmente destinata a creare un precedente rilevante e a influenzare molti altri casi. Tutto e’ pronto per lo show. Il processo dovrebbe durare due mesi e c’e’ da giurare che milioni di americani resteranno incollati allo schermo per seguirne passo passo gli sviluppi. E’ attesa una copertura mediatica da record, mentre l’opinione pubblica continua a spaccarsi tra chi vorrebbe una punizione esemplare e chi invece invita a fare attenzione nel distinguere le molestie sessuali dal reato di stupro. Che poi e’ la linea difensiva dei legali di Weinstein, che ha ammesso e chiesto scusa per i suoi comportamenti ma ha sempre parlato di relazioni consensuali, in alcuni casi durate anche nel tempo. E per le quali – sostengono i suoi avvocati – l’ex re Mida di Hollywood ha gia’ pagato duramente perdendo tutto: la sua societa’ di produzione cinematografica, la Miramax, la sua reputazione e il suo matrimonio. Ma ora Weinstein rischia molto di piu’, fino all’ergastolo se verra’ condannato per i reati piu’ gravi che gli vengono imputati. Tutto comincio’ alla fine del 2017 quando il New York Times fece venire allo scoperto le prime due accusatrici, l’attrice americana Ashley Judd e la modella italiana ex finalista di Miss Italia Ambra Battilana Gutierrez. Poi fu la volta del New Yorker che tiro’ fuori altre storie, tra cui quella dell’attrice italiana Asia Argento che ha denunciato di essere stata abusata da Weinstein nel 1997 quando aveva 21 anni, in un hotel in Francia in occasione di un party della Miramax. Da allora la lista delle dive – e meno dive – che accusano Weinstein di molestie sessuali si e’ allungata di giorno in giorno, fino a contare oltre 80 donne, tra cui star come Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, Rosanna Arquette, Katherine Kendall. Nel processo di New York, pero’, si giudicano solo il caso di due donne: un’ex assistente che accusa l’ex produttore di averla costretta ad avere un rapporto di sesso orale, e un’altra donna anonima che lo accusa di stupro. Molti degli altri casi sono ormai caduti in prescrizione, altri ancora non riguardano la giurisdizione di Manhattan ma quelle di Los Angeles o Londra, e altri ancora non contemplano reati punibili penalmente. Tante accusatrici, infine, si sono tirate indietro, alcune per paura di dover pagare un prezzo troppo alto per la loro denuncia e testimonianza.

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Zelensky ringrazia il Senato americano: un aiuto vitale

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il Senato americano per aver approvato 61 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici al suo Paese. “Sono grato al Senato degli Stati Uniti per aver approvato un aiuto vitale per l’Ucraina”, ha scritto Zelensky sui social media poco dopo l’ok al massiccio pacchetto di aiuti per Kiev.

“Ringrazio il leader della maggioranza Chuck Schumer e il leader repubblicano Mitch McConnell per la loro forte leadership nel portare avanti questa legislazione bipartisan, così come tutti i senatori degli Stati Uniti su entrambi i lati della navata che hanno votato a favore”, ha continuato il presidente ucraino. “Apprezzo ugualmente il sostegno del presidente Biden e non vedo l’ora che il disegno di legge venga firmato presto e che il prossimo pacchetto di aiuti militari corrisponda alla risolutezza che vedo sempre nei nostri negoziati”, ha aggiunto Zelensky. “Le capacità a lungo raggio, l’artiglieria e la difesa aerea dell’Ucraina sono strumenti fondamentali per ripristinare prima la pace giusta”, secondo il presidente. Gli Stati Uniti sono stati il principale sostenitore militare di Kiev nella sua guerra contro la Russia, ma il nuovo pacchetto di aiuti che include forniture militari vitali era rimasto bloccato per mesi al Congresso americano. L’esercito ucraino si trova ad affrontare una grave carenza di armi e di nuove reclute, mentre Mosca esercita una pressione costante da est.

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Mosca, annullata la marcia della Vittoria

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Mosca e altre città russe hanno annullato la marcia della Vittoria del 9 maggio per ragioni di sicurezza. Lo ha riferito la Tass citando la co-presidente del quartier generale del movimento Elena Tsunayeva. “A causa delle minacce esistenti alla pubblica sicurezza, il quartier generale del Reggimento Immortale russo ha deciso di annullare la marcia del Reggimento Immortale del 2024”, ha spiegato Tsunayeva in conferenza stampa aggiungendo che quest’anno i festeggiamenti del 9 maggio assumeranno la forma di altri eventi.

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Cina: infondate le accuse Usa di supporto militare a Mosca

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La Cina ha definito “infondate le accuse degli Usa sul sostegno militare” di Pechino alla Russia, impegnata nella sua guerra contro l’Ucraina. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nell’imminenza della visita del segretario di Stato americano Antony Blinken.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “hanno presentato una legge sugli aiuti su larga scala per l’Ucraina, lanciando allo stesso tempo accuse infondate contro il normale commercio tra Cina e Russia. Questo tipo di approccio è estremamente ipocrita e del tutto irresponsabile, e la Cina vi si oppone con fermezza”. Sulla questione ucraina, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta, ha sostenuto attivamente i colloqui di pace e ha spinto per la soluzione politica”, ha rincarato Wang, per il quale Pechino “implementa costantemente le normative sull’esportazione di beni a duplice uso.

La Cina non è né artefice né parte della crisi ucraina e non ha mai gettato benzina sul fuoco e per questo con accetteremo che altri scarichino la responsabilità o diano la colpa a noi”. Negli ultimi anni, in particolare dall’aggressione di Mosca all’Ucraina di febbraio 2022, Cina e Russia hanno intensificato la cooperazione economica e i contatti diplomatici, portando la loro partnership strategica a livelli elevati, mai raggiunti prima. Pechino ha rivendicato un ruolo neutrale nel conflitto ucraino, ma evitato condanne di Mosca e ha offerto sostegno diplomatico ed economico, facendo schizzare l’interscambio commerciale nel 2023 al record di 240 miliardi di dollari.

Prima dell’imminente visita in Cina del 24-26 aprile, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Pechino sta indirettamente alimentando la guerra in Ucraina con la fornitura di componenti a Mosca usati per espandere le sue capacità militari. “Quando si tratta della base industriale della difesa russa, il principale contributore in questo momento è la Cina”, ha detto Blinken venerdì, dopo l’incontro ministeriale del G7 a Capri, aggiungendo che ciò “permette alla Russia di continuare l’aggressione contro l’Ucraina”.

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