Collegati con noi

Cronache

Loggia P4, assolto l’ex magistrato ed ex deputato di Fi Alfonso Papa: rapporto malato tra politica e magistratura

Pubblicato

del

La seconda sezione penale della Corte d’appello di Napoli ha oggi mandato assolto l’ex parlamentare del Pdl Alfonso Papa dalle accuse realtive alla vicenda giudiziaria salita alle cronache con il nome di ”Loggia P4”. Alfonso Papa, primo parlamentare per il quale la Camera aveva autorizzato la custodia cautelare in carcere, ex magistrato peraltro proprio a Napoli, era stato condannato in primo grado dalla prima sezione penale del Tribunale di Napoli a 4 anni e sei mesi di reclusione per alcuni dei reati contestati e assolto per altri. Con la sentenza emessa in data odierna, la Corte di Appello di Napoli ha mandato assolto Papa da tutti i reati. L’indagine era nata nel 2010 e culminata nell’estate del 2011 nell’arresto di Papa e del faccendiere Luigi Bisignani che poi aveva patteggiato. Grande e profonda soddisfazione per la fine di un calvario dopo dieci anni è stata espressa dall’ex pm di Napoli ed ex deputato di Fi magistrato Alfonso Papa e dai suoi difensori Carlo Di Casola e Giuseppe D’Alise.

“Rispetto alla P4 è stata la Cassazione già nel settembre del 2011, quando io ero ancora in custodia cautelare in carcere, a dire in sede cautelare che questa era un’ipotesi che mancava di riferimenti e di riscontri. Successivamente tutti gli altri addentellati, fatti di concussione che sono stati riqualificati, ipotesi che sono cadute, sono state riviste in una certa misura, dovrei dire che una parte della magistratura, la magistratura giudicante che si è interessata del mio caso, sin dall’inizio ha messo in evidenza tutta una serie di elementi che mettevano in grande crisi quella che era l’idea iniziale del pm” ha spiegato Alfonso Papa. “La riflessione è che si arriva ad accertare i fatti dopo 10 anni, si passa per realtà come la custodia cautelare in carcere che probabilmente a volte, forse, sono abusate – continua Papa – e soprattutto si è passati per un passaggio parlamentare, in quanto io è vero sono stato messo in carcere dal Parlamento italiano e sono stato tirato fuori dal carcere prima dalla Cassazione e poi dal Tribunale di Napoli, successivamente, oggi, con questa pronuncia della Corte di Appello vi è stato l’accertamento della verità”. “E’ una riflessione strana che mi spinge a vedere un rapporto sempre più malato tra la politica e la magistratura, una politica che da questo punto di vista, probabilmente a cominciare dall’esperienza che ha avuto il sottoscritto, dovrebbe fare una riflessione in termini di ripresa valoriale”, conclude Papa.

Advertisement

Cronache

Omicidio Borsellino, il pm: Arnaldo La Barbera figura centrale del depistaggio

Pubblicato

del

“Figura centrale di questo depistaggio è Arnaldo La Barbera. Mi auguro di non sentire affermazioni, da parte della difesa, sul fatto che si processano i morti, chi non è in grado di difendersi, sugli schizzi di fango, così come fatto in primo grado. Perché al di là delle frasi ad effetto mi piacerebbe capire cosa dovrebbe fare un pubblico ministero quando c’è l’ipotesi di un’azione delittuosa concorsuale nel momento in cui la figura centrale è deceduta. Dovremmo archiviare anche per gli altri? E nemmeno si possono omettere tutte le argomentazioni che riguardano la figura centrale”. Lo ha detto il pm Maurizio Bonaccorso, applicato alla procura generale, iniziando la sua requisitoria nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio che si celebra a Caltanissetta nei confronti dei poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Tutti ex appartenenti al gruppo di indagine Falcone-Borsellino con a capo Arnaldo La Barbera.

“Dobbiamo partire – ha continuato Bonaccorso – dalle risultanze su Arnaldo La Barbera che ci danno l’immagine di un soggetto che è un ponte tra due mondi, quello di Cosa Nostra e quello dei servizi deviati, entrambi interessati al mancato accertamento della verità. Alla scorsa udienza ho iniziato la requisitoria parlando dell’anomala collaborazione, per non dire inquietante, tra la procura di Caltanissetta e il Sisde nella fase preliminare delle indagini.

Questa collaborazione nasce dall’ostinazione del dottore Tinebra, allora procuratore di Caltanissetta, che all’indomani della strage sollecitò una collaborazione con il Sisde. La cosa singolare è che l’attività del Sisde, anziché entrare in collisione con l’attività della Squadra Mobile di Palermo, si salda perfettamente con essa. Il Sisde veste di mafiosità Vincenzo Scarantino, che fino ad allora era stato un delinquente comune”. Vincenzo Scarantino era definito come un “picciotto” del quartiere della Guadagna che si occupava all’epoca di furtarelli e sigarette di contrabbando.

E’ evidente che nel nostro Paese vige il principio della presunzione di innocenza e pertanto le contestazione del pm a La Barbera (deceduto) come a chunque altro in questo processo non sono sentenze. L’ultima sentenza sarà la Cassazione ad emetterla.

Continua a leggere

Cronache

Escort e regali di lusso per appalti smaltimento rifiuti

Pubblicato

del

Escort di lusso, bottiglie di champagne, pernottamenti in hotel e cene costose nonché buoni carburante e biglietti per le partite di calcio in cambio di appalti affidati in via esclusiva per lo smaltimento dei rifiuti. Corruzione e sfruttamento della prostituzione sono i reati contestati nell’operazione ‘Leonida’ condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Reggio Emilia che ha portato ad eseguire 5 misure cautelari (di cui una ai domiciliari e quattro interdittive) e 14 avvisi di garanzia nell’ambito di perquisizioni in corso dall’alba di stamattina, oltre che nel Reggiano, nelle province di Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Sassari, Roma e Siena.

Agli arresti domiciliari è finito il socio unico e presidente del Cda di Greenlife srl ed di Ecologia Soluzione Ambiente Spa con sede a Bibbiano, nel Reggiano. Tra gli indagati anche due ufficiali dell’Esercito e un ingegnere civile, tutti e tre impiegati nello stabilimento militare ripristini e recupero del munizionamento di Noceto (Parma) e accusati di aver ricevuto le regalie per favorire l’azienda negli affidamenti diretti di lavori di smaltimento di rifiuti speciali (tra cui anche attività di demilitarizzazione di missili e di bombe al fosforo bianco) per una cifra complessiva di 650.000 euro tra l’aprile 2023 e gennaio scorso. Le commesse pubbliche affidate in via diretta e presunta illecita all’azienda reggiana sono state individuate nell’alveo dei servizi richiesti da alcune municipalizzate operanti in Toscana, Veneto, e Lombardia e per tali condotte sono indagate 10 persone (delle quali, 5 soggetti privati collegati a un’azienda reggiana e 5 pubblici ufficiali inseriti nelle tre aziende a partecipazione pubblica coinvolte nelle indagini).

Continua a leggere

Cronache

Non cammina più dopo il calcetto, un intervento gli salva l’arto

Pubblicato

del

Ha sentito un forte dolore alla gamba destra durante la partita di calcetto. Poi il dolore è passato, ma un trentacinquenne siciliano ha continuato a provare dolore camminando solo dopo pochi passi. Il suo calvario è continuato per un anno, servito ad identificare la rara malattia che gli causava tutti i problemi. Era infatti affetto da malattia cistica avventiziale dell’arteria poplitea: in pratica gli si erano formate delle cisti nell’arteria che si trova dietro il ginocchio, cisti che rendevano sempre più difficoltoso il passaggio del sangue.

Per salvargli la gamba, il trentacinquenne è stato operato ala Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, con un complesso intervento durato circa tre ore in cui il tratto dell’arteria interessato dalle cisti è stato ‘sostituito’ con una vena prelevata allo stesso paziente. “Si tratta di un intervento delicato – ha spiegato Vittorio Segramora, direttore della Chirurgia vascolare – e reso difficoltoso delle tenaci aderenze che le cisti determinano con le strutture adiacenti e che impongono un meticoloso ed attento isolamento dei nervi (nervo sciatico-popliteo-esterno) e delle vene (vena poplitea) che devono essere preservati per garantire la normale funzionalità della gamba”.

Dopo pochi giorni dall’intervento, eseguito da Segramora con il dottor Savino Pasquadibisceglie, aiuto chirurgo vascolare, insieme alla dottoressa Margherita Scanziani, anestesista, il trentacinquenne è stato dimesso e, fanno sapere dal San Gerardo, è tornato ad una vita normale senza ulteriori disturbi.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto