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Cronache

Lee Elder Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth, ritratto psicologico dei due 19enni americani arrestati per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega

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A San Francisco, in California, dove i due presunti assassini del vicebrigadiere vivono da 19 anni, i vicini che parlano di “bravi ragazzi” si contano sulle dita di una mano. Quasi tutti nel loro quartiere dicono, almeno di Lee Elder Finnegan, ”macché  bravo ragazzo, é un piantagrane. Sempre ubriaco. Non siamo sorpresi di quel che è successo”, affermano. Lee Elder Finnegan, il 19enne accusato di aver ucciso con 11 coltellate il vice brigadiere Mario Cerciello Rega, non ne esce incolume dalle testimonianze riportate dalle tv locali di San Francisco. Il quadro psicologico di questo giovane é a dir poco inquietante. Così come ne esce a pezzi la reputazione di Gabriel Christian Natale Hjorth: “Aveva un carattere da delinquente”, afferma un compagno del liceo, Tommy Flinn. Se compagni, vicini e amici parlano dei due studenti americani bene, dalle famiglie proviene soltanto il massimo silenzio. I genitori sono barricati in casa da giorni chiedendo il rispetto della loro privacy. I due studenti spiantati statunitensi hanno frequentato la scuola cattolica nel villaggio dei milionari di Mill Valley. I compagni, però, spiegano che non si sono legati lì, ma al Santa Barbara City College.  
Per quanto riguarda il 18enne Gabriel Christian Natale Hjorth, quasi tutte le persone che lo conoscono parlano di problemi di droga che lui e il fratello Sebastian condividevano. Due tossici. Una compagna di classe racconta: “Quando Gabriel ‘è fatto’ va fuori di testa. È pieno di rabbia”. Aggiungendo che fra i coetanei “tutti sanno che spaccia. Ha avuto tanti di quei guai da queste parti! Ma pensa di cavarsela sempre”. Nessuno dei compagni si aspettava che Finn e Gabriel potessero spingersi a tanto: “Uccidere un poliziotto in un altro Paese: ma come si fa? Non mi sarei mai aspettato di conoscere qualcuno che potesse arrivare a fare una cosa così terribile”.

Mario Rega Cerciello. Il vicebrigadiere ucciso che vede indagati i due americani

Il presunto assassini, Finnegan, su Instagram si definiva the King of Nothing ovvero “il Signore del nulla”; e scriveva “La morte è garantita, la vita no”. Un’altra compagna spiega: “Ce lo aspettavamo, che prima o poi potesse combinare qualcosa di grave. Era particolare fin da piccolo. Anche violento: gli sono sempre piaciuti gli eccessi. E infatti si era già ritrovato nei guai nel 2016: ha fatto a botte con un compagno per una ragazza. Una zuffa conclusa davvero molto male: il compagno è finito in ospedale in gravi condizioni”.

La polémica. Finnegan bendato crea più polemiche in Italia che negli USA

Mentre Finnegan è stato sospeso, ed essendo minorenne non è stato arrestato. Questo é il quadro psicologico che emerge ascoltando le persone della comunità di San Francisco dove hanno vissuto. Insomma due delinquenti, violenti, fuori di testa e con problemi di droga.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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