Dall’avvocato Angelo Pisani, presidente della associazione “NoiConsumatori”, riceviamo e pubblichiamo
In Italia dove non domina la giustizia ma la burocrazia e la politica del diritto e dove manca anche l’onestà intellettuale e la logica, a tutti i costi si tenta ogni giorno di disarmare gli avvocati per nascondere e far dimenticare le gravi responsabilità di chi ha il compito e viene profumatamente pagato per difenderci e tutelare la salute pubblica e la sopravvivenza degli italiani .
Come si è sempre detto, e purtroppo vergognosamente persiste, la legge si applica per i nemici e gli sconosciuti, ma si interpreta e rimanda per gli amici.
Chi non ricorda come a fine alleanza con gli attuali governanti giallorossi, l’ex ministro degli interni Matteo Salvini (tanto odiato e/o tanto acclamato per aver lasciato alcuni migranti qualche giorno su nave ong, oggi in cantiere, in mezzo al mare causando un ritardo allo sbarco) è stato chiamato rispondere addirittura di sequestro di persona?
Se la legge fosse uguale per tutti e non si vivesse sotto la politica del diritto, per la stessa ragione, un ritardo dell’istituzione politica nella reale informazione alla popolazione e nella predisposizione delle misure contro l’emergenza, nell’acquisto dei dispositivi di protezione e nell’emanazione dei divieti di circolazione dovrebbe almeno essere oggetto di un giudizio”.
Omissioni ed inadempimenti, confusioni e contraddizioni hanno già provocato migliaia di vittime (sicuramente in parte salvabili) e il fallimento totale del sistema paese Italia con il conseguente arricchimento delle banche e dei partner cinesi della politica italiana.
Tuttavia Conte più di una volta ha affermato che rifarebbe tutto quel che ha fatto: rimanderebbe il personale sanitario in prima linea sprovvisto di mezzi e indicazioni precauzionali, continuerebbe a lasciare senza assistenza e chiusi in casa milioni di italiani.
In caso di errori, di sottovalutazioni o ritardi, sbagliate previsioni imputabili alla politica ed ai suoi super consulenti, sostenere di voler ripetere ciò che si è fatto (purtroppo per noi male) equivale in termini giuridici a dimostrare di non avere alcun pentimento per l’accaduto e anzi di essere predisposto alla reiterazione del reato.
A noi il compito di salvare il salvabile premiando la meritocrazia , sostituendo il rispetto delle regole ed i principi di diritto alla politica del diritto e chiudendo una volta per tutte le bocche voraci di banche, usurai e mafie che come sciacalli attendono di lucrare su ogni emergenza mentre i cittadini deboli restano chiusi in casa in attesa che il grande manovratore spenga la loro vita succhiandogli di il sangue !
I vari governi (in ultimo anche i 5stelle)quando hanno dovuto versare miliardi per salvare le banche non hanno perso tempo, invece per salvare i cittadini dall’epidemia e dalla difficoltà economica stanno alzando la muraglia della burocrazia oltre al linguaggio politichese.
Senza un decreto che obblighi i sistemi finanziari e le banche ad una vera sospensione senza ulteriori interessi e spese, il governo è come se autorizzasse le banche a prendersi altri soldi dai poveri malcapitati. Lo Stato tratta i poveri cittadini come polli da spennare per poi arrostire e sbranare.
Si corre in banca per chiedere clemenza , aiuto , sospensione addebiti, ma se non firmi e non accetti di pagare altri interessi e spese fino ai prossimi 30 anni non ti sospendono nulla, ti minacciano e terrorizzano di segnalazione in crif e di protesti titoli trattenuti in garanzia .
Ecco come restano aperte le banche grazie ai decreti di Conte e come le bocche dei poteri forti sbraneranno tutti noi mentre ci svendono e ci spengono piano piano con un decreto al giorno .
Il problema non sarà di facile soluzione, ma non devono pagare sempre e solo i cittadini, il cosiddetto governo deve finirla di farsi scudo con l’odiosa burocrazia e strategia del rinvio, ma deve garantire e far anticipare alle banche con un semplice pin ogni aiuto ed indennizzo per gli italiani . Lo Stato deve assicurare ai cittadini bisognosi un reddito di quarantena/emergenza ed agli imprenditori un bonus per mantenere in vita le aziende onde poter ripartire e non salutarle, deve organizzare una indispensabile amnistia fiscale e blocco dei protesti e sospendere segnalazioni in crif /protesti almeno per un anno da quando l’Italia ricomincerà a respirare .
Purtroppo esiste solo globalizzazione dei consumi e dei trasporti ma non c’è alcuna organizzazione e gestione mondiale , né tanto meno Europea , che sarebbe obbligatoria, della emergenza corona virus e strategia di tutela sanitaria ed economica.
Per salvare l’Italia dobbiamo, pretendere e convivere in un’altra comunità europea, senza impoverirci ed indebitarci ancor di più, liberarci dall’invidia e odio tedesco che ci vorrebbero schiavi .
Quanto prima si deve riorganizzare e nazionalizzare il sistema bancario , abrogare la ratifica dei trattati di Maastricht e di Lisbona, nonché la ratifica avvenuta con legge 23 marzo 1947 numero 132 della partecipazione al Fondo monetario Internazionale e alla Banca Mondiale e infine procedere all’abrogazione della ratifica del trattato di commercio Wto avvenuta con legge 29 dicembre 1994, numero 747.
Se si vuole salvare l’Italia occorre dignità e coraggio di riconquistare la nostra sovranità monetaria presupposto necessario per eliminare il debito pubblico con tutte le sue conseguenze e ganasce che hanno bloccato l’Italia .
Tra l’altro occorre una commissione straordinaria per analizzare questo debito, che in gran parte è un debito ingiusto perché provocato da speculazioni finanziarie in danno del nostro paese.
Solo in un nuovo quadro sarà possibile nazionalizzare l’intero patrimonio pubblico del popolo italiano che è stato dissipato con le privatizzazioni e svenduto a singoli faccendieri privati e fameliche multinazionali tedesche o francesi.
La riscossa del paese Italia, nel tragico momento storico, è previsto ed imposto dalla nostra Costituzione da sempre tradita dalla malapolitica e, particolarmente dagli articoli 1 (sovranità popolare), 2 (diritti inviolabili dell’uomo), 3 (eguaglianza economica e sociale), 41 (divieto di contratti contrari all’utilità pubblica), 42 (obbligo del proprietario di assicurare la funzione pubblica della proprietà), 43 (necessità di porre in mano pubblica i servizi pubblici essenziali e le fonti di energia). Quindi in Italia bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire con una banca nazionale senza essere più ostaggio di potenze straniere che hanno sfruttato la Comunità Europea senza alcuna solidarietà e collaborazione con gli altri fondatori.
– Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in una intervista al “Corriere della Sera” commenta la posizione dell’Associazione nazionale magistrati, secondo cui il governo ha aggirato il Parlamento: “Mi stupisce la grossolana assurdita’. Le commissioni sono la sintesi della composizione parlamentare. Impensabile che decidano in modo difforme dalla maggioranza. L’Anm sa che e’ un po’ come al Csm”. “Si dicono cose anche inesatte – aggiunge -. L’Anm aveva criticato il testo senza conoscerlo, come quello sui giudici onorari. Preferirei maggiore prudenza nei rapporti di leale collaborazione. Sul Quirinale, noi siamo sempre rispettosamente attenti e sensibili ai messaggi che Mattarella ha piu’ volte indirizzato sia al Parlamento che alla magistratura”.
Quanto ai dissidi con il sottosegretario Mantovano: “Frottola colossale. Assoluta sintonia. Nel mio primo libro sulla giustizia nel 1997 avevo evocato anche l’esame psichiatrico. Fui chiamato dai probiviri dell’Anm a render conto delle mie idee. Naturalmente li mandai al diavolo”. Ma da pm dove ha visto la necessita’ di un simile test: “Credo che tutti i magistrati abbiano assistito ad atteggiamenti quantomeno eccentrici di qualche collega. Molti casi sono finiti al Csm, e potrei rievocarli, sia pure con il dolore di un ex magistrato. Altri sono stati coperti da verecondo riserbo”. Nordio osserva inoltre che “a differenza di test psichiatrici non mira a rivelare patologie specifiche, ma l’attitudine a certe funzioni. E’ obbligatorio per il porto d’armi che ai magistrati e’ concesso per legge, sarebbe assurdo non vi fossero sottoposti”. Il test connotera’ questo governo ma rischia di snaturare l’immagine di Fd’I che l’ha voluto ministro?: “Al contrario. Il nostro programma e’ incentrato sul garantismo come enfatizzazione della presunzione di innocenza e al contempo di certezza della pena. Ora aggiungiamo la garanzia di essere giudicati da magistrati equilibrati, idonei, anche psicologicamente, al loro delicatissimo ruolo”.
Il procuratore Gratteri dice di farlo anche a politici aggiungendo alcol e narcotest: “Nel 2021 Giorgia Meloni ha sottoposto tutti i suoi parlamentari al test antidroga, auspicandone l’estensione ai colleghi. Io sono pronto a farlo anche domani. Ma sull’alcol andiamoci piano. Una cosa e’ guidare ubriachi, una cosa e’ concederci uno spritz. Vengo dalla terra del prosecco. Mi fosse vietato potrei dimettermi: Churchill salvo’ l’Europa pasteggiando a champagne e con brandy come dopocena”. Per l’Anm il Csm e’ usato come ‘foglia di fico’ perche’ al concorso giudicheranno i professori di psicologia: “Il dl prevede che gli psicologi siano scelti tra i cattedratici, il meglio del meglio. Che la procedura sia affidata al Csm dimostra il nostro rispetto verso l’indipendenza di questo organismo, e della magistratura in generale”, conclude Nordio.
Manovre in corso per la formazione del nuovo vertice Rai. I partiti sono al lavoro per provare a trovare un’intesa in vista dell’elezione dei quattro membri del cda Rai di competenza parlamentare e dell’indicazione dei due componenti di nomina governativa, che potrebbe avvenire prima delle Europee. Il bando per la presentazione dei curricula in Parlamento è stato pubblicato e il termine è fissato per il 20 aprile.
Poi occorrerà un mese per l’esame e, se l’accordo sarà raggiunto, si potrà poi votare, nella finestra tra il 20 e la fine di maggio prima della pausa dei lavori per le elezioni. Sembra scontata l’indicazione di Giampaolo Rossi come amministratore delegato in quota Fratelli d’Italia, mentre per il ruolo di presidente c’è in pole position l’attuale consigliera Simona Agnes, sponsorizzata da Forza Italia, ma occorrerà trovare l’intesa almeno con una parte dell’opposizione perché in Commissione di Vigilanza sono necessari i due terzi dei voti.
L’accordo potrebbe anche includere il nome del direttore generale e la Lega, da seconda forza parlamentare, potrebbe rivendicarne la scelta. Formalmente la nomina spetterà, comunque, al futuro amministratore delegato. In corsa – secondo fonti di maggioranza – c’è Roberto Sergio, ora al timone dell’azienda, oltre a Felice Ventura, attuale direttore delle Risorse Umane, e Marco Brancadoro, ora direttore Finanza e Pianificazione. Sul fronte dei consiglieri la Lega è orientata sul direttore della Tgr, Alessandro Casarin, mentre il Movimento 5 Stelle dovrebbe confermare Alessandro Di Majo. Fratelli d’Italia, unico partito che avrà due membri in cda, dovrebbe orientarsi su una donna, ma, nonostante sia circolati i nomi di Lorenza Lei e Annalisa Terronova, non c’è ancora una scelta definitiva.
Anche il Pd non ha ancora preso una decisione sul nome. Per quanto riguarda il consigliere eletto dai dipendenti si ricandiderà Davide Di Pietro, attualmente in carica. Intanto la presidente della Commissione di Vigilanza lancia l’allarme sul prossimo consiglio. “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act – spiega Floridia in un’intervista al Fatto quotidiano -, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio.
Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica”. “Quello approvato in sede europea è un regolamento, e quindi va immediatamente attuato – prosegue -. Nel dettaglio, prevede che i vertici delle emittenti pubbliche non vengano nominati dai governi, ma tramite procedure slegate da logiche politiche”. m
La riunione della segreteria Pd ha fatto fare un passo in avanti alla candidatura di Elly Schlein alle Europee. Il tema del voto per Bruxelles ha dominato l’incontro. D’altronde la sfida è alle porte – urne l’8 e il 9 giugno – e i termini per la presentazione delle liste si fanno sempre più stretti. E infatti Schlein ha ufficializzato qualche nome. Il primo è quello di Antonio Decaro, “uno dei più bravi sindaci d’Italia”, ha detto la segretaria a DiMartedì.
Una difesa nitida, quella di Schlein, dopo le polemiche di questi giorni su Bari, per la commissione che dovrà valutare lo scioglimento del Comune (dopo un’inchiesta per mafia che non ha coinvolto il primo cittadino) e le affermazioni del governatore pugliese Michele Emiliano su un loro incontro con la sorella di un boss, che Decaro ha smentito. Capolista del Pd al Sud sarà Lucia Annunziata, “non solo perché è una figura di grande valore come giornalista – ha spiegato Schlein – ma soprattutto per la sua grande conoscenza di politica estera e internazionale”. Fra gli altri, circola anche il nome di Cecilia Strada. La definizione dello schema di gioco – chi dovrà correre, in quale circoscrizione e in quale casella – è tema caldo, in un incrocio di equilibri, ambizioni, rapporti di forza. “Il Pd ha gestito la questione delle alleanze alle amministrative e alle regionali con una linea unitaria – hanno fatto sapere dal partito – Con lo stesso spirito verrà affrontato il tema delle europee”.
Perché “l’avversario è la destra”, è stato ribadito. Alle europee non ci sono alleanze: ognuno corre per sé. Così, quando il Pd parla di unità parla di Pd. “Con varie sfumature – è stata la sintesi della segreteria fornita dal Pd – tutti hanno chiesto a Schlein di candidarsi”, anche se “le formule proposte sono diverse”. Lei ha ammesso: “Ci sto riflettendo, ma prima voglio vedere la squadra”. Nel Pd, quel “varie sfumature” e “tutti hanno chiesto” sono stati raccontati in vari modi. Con un minimo comun denominatore: il tema della corsa di Schlein non poteva che essere sul tavolo e nessuno lo ha messo in discussione. Lo schema generale dovrebbe partire dalla previsione di capolista civici nelle cinque circoscrizioni. Ma “il confronto è ancora aperto – hanno fatto sapere fonti di minoranza Pd – Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del partito. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili”.
Fuori dal Pd, in tema europee altre forze hanno fatto passi avanti. Italia Viva e Più Europa sono sempre più vicine a un’intesa per una lista di scopo anche con Radicali, Psi, Volt e Libdem, mentre Azione per ora ha detto “No”. Un incontro era atteso a breve: era stato annunciato come vertice risolutivo fra i leader. Col passare delle ore è stato un po’ ridimensionato: ci sarà ma probabilmente sarà interlocutorio e fra seconde linee. Ma la direzione pare tracciata. Mentre in casa M5s si glissa sulla corsa di Virginia Raggi, che per candidarsi dovrebbe ottenere una deroga ad hoc. “Nel caso avessimo voluto introdurre una deroga – è stato spiegato da Campo Marzio – lo avremmo fatto in maniera trasparente, non nascondendola in un cavillo burocratico, ma passando dal trasparente giudizio della nostra comunità”.