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La versione di Vasco Rossi: “Un Belpaese in preda a rabbia e paure alimentate da politici irresponsabili”

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“Basterebbe solo Modena Park, il più grande raduno rock della storia della musica italiana, a dare un senso a questi ultimi dieci anni. Anni formidabili, con un ritorno di entusiasmo artistico da parte mia decisamente inaspettato”. Così il musicista rock Vasco Rossidefinisce, in un’intervista al Corriere della Sera, gli ultimi dieci anni di carriera, dopo che la sua canzone ‘Eh…gia” è stata considerata la melodia dell’ultimo decennio dal pubblico del quotidiano. Entusiasmo che l’artista non riserva quando parla della politica italiana e internazionale. “Mi dispiace che il nostro meraviglioso Paese – sottolinea il cantante – sia così preda di rabbie e paure alimentate da politici irresponsabili in cerca di consenso e potere”.

 

Parlando in particolare degli Stati Uniti, Vasco Rossi spiega: “Direi che da Obama a Trump è stata una bella caduta di… tutto: stile, tono e sostanza. Una esplosione di ignoranza, egoismo e qualunquismo che non mi aspettavo. Un preoccupante ritorno al passato. Forse è questa la vera faccia dell’America. Penso che Trump rappresenti bene il lato oscuro, oscurantista, egoista, bigotto e arrogante degli Stati Uniti”.

Per quanto riguarda il fenomeno migratorio, “credo che stia facendo saltare gli equilibri delle nostre fragili democrazie. L’esplosione dei social network la trovo la cosa meno peggio di tutte le altre. Almeno ci fanno divertire, incontrare e passare il tempo”. Infine Vasco fa riferimento al difficile momento personale che a causa di una malattia ha affrontato nel 2011: “Se guardo indietro vedo l’incontro traumatico con il reale della sofferenza e il lento e duro lavoro su me stesso per tornare sul palco. Il cambio di prospettiva dello sguardo su tutto quello che mi sono ritrovato intorno. Adesso – conclude – le consapevolezze, che non consolano, sono decisamente aumentate”.

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Gianna Nannini: ho sperimentato tutto, anche la follia

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“Ho sperimentato la vera follia, il non capire chi sei, il rendermi poi conto che se non esci da lì è finita… È stato difficile ma ci sono riuscita: la mia mente ha fatto tutto”. Così Gianna Nannini si racconta nel libro ‘Cazzi miei’ che ha ispirato ‘Sei nell’anima’, la storia dell’artista, prodotto da Indiana Production e diretto da Cinzia TH Torrini, che andrà su Netflix il 2 maggio con protagonista Letizia Toni nei panni dell’icona del rock. Il film racconta solo i primi trent’anni di Gianna Nannini. Si parte dall’infanzia ribelle e agiata, fino alla consacrazione in quel 1983 che considera la sua “vera nascita”.

Scritto da Cinzia TH Torrini e Cosimo Calamini insieme a Donatella Diamanti e alla stessa Nannini, il film è un viaggio dentro la mente creativa di questa artista unica, e rivoluzionaria che non ha mai accettato compromessi. Fanno parte del cast anche Selene Caramazza, una parrucchiera salentina, Maurizio Lombardi, il padre, Stefano Rossi Giordani e Andrea Delogu che interpreta una giovane Mara Maionchi. “Di questo film mi sono innamorata e riconosciuta. Mi sono come guardata attraverso gli occhi di Letizia Toni che è di una bravura straordinaria e con la quale sono in piena simbiosi. Il risultato finale fa un certo effetto, è come veder scorrere davanti agli occhi una parte di vita che mi ha formata, un lasso di tempo preciso che mi porta al giorno in cui sono nata davvero, a Colonia, in Germania, nel 1983” dice ancora Nannini a Roma nella sede Netflix. Un riferimento della rockstar all’album Latin Lover che proprio in quell’anno confermò il suo successo europeo, specie in Germania dove arrivò a vendere circa 250mila copie.

Ma il 1983, che è anche il titolo di un brano dell’album pubblicato poche settimane fa, è poi l’anno di una sua profonda crisi d’identità, puntualmente descritta nel film: “Sono stata vittima di uno stato psicotico molto grave, ma non indotto dalle droghe. Era come trovarsi sperduta fuori dall’utero materno, ma poi per fortuna ne sono uscita”. Del padre, famoso industriale dolciario toscano, interpretato dal bravissimo Maurizio Lombardi, dice: “Era una persona molto aperta, non è mai stato violento con me, solo non voleva cantassi perché per lui era una cosa che fanno solo le poco di buono. Poi però mi trovò un’insegnante bulgara che mi diede dieci lezioni e soprattutto mi insegnò a respirare, cosa che ha cambiato per sempre il mio canto”.

Protagonista nei panni dell’icona del rock femminile italiano è appunto Letizia Toni, giovane attrice nata a Pistoia nel 1993, che si è calata perfettamente nel ruolo di Gianna Nannini, anche nel cantare credibilmente le sue canzoni: “Ho studiato tanto – dice – sono andata a Siena per sentire sulla pelle quello che avevo studiato, vedere tutti i posti dove ha vissuto, la sua contrada. E questo per cogliere in pieno la sua vera identità. Poi fra me e la Nannini – continua – ci sono tante coincidenze: anche mio padre è un imprenditore e ho, proprio come lei, un fratello più grande e uno più piccolo. Infine anche mio padre non vuole che faccia l’attrice”.

Dice infine la regista: “Ho conosciuto Gianna Nannini negli anni ’70. Molte cose ci accomunano, è sempre stata per me un mito, simbolo di libertà, senza compromessi, coraggiosa nell’essere sé stessa nel bene e nel male. Ci siamo poi incontrate un giorno a Milano e da lì è iniziato tutto. Avrei combattuto per realizzare il film che l’avrebbe raccontata nel modo più fedele, con le sue lotte, i suoi conflitti, le cadute e le risalite. Un coraggioso regalo di Gianna al suo pubblico – conclude Cinzia TH Torrini – , perché la sua storia ha un grande messaggio di rinascita”.

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Rai Fiction: Sandokan, al via le riprese della nuova serie

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Inizieranno a Formello le riprese di “Sandokan”, la serie evento internazionale prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. Il nuovo adattamento della storica saga di romanzi di Emilio Salgari – sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri, e diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo – andrà in onda prossimamente su Rai 1 e sarà distribuita in tutto il mondo da Fremantle International e in Spagna da Mediterráneo Mediaset España Group.

Protagonisiti, Can Yaman nei panni della Tigre della Malesia, in una veste originale, affiancato dall’esordiente Alanah Bloor nel ruolo di Marianna. Con loro ci saranno Ed Westwick (Gossip Girl, I figli degli uomini) nel ruolo dell’antagonista Lord Brooke, mentre sarà Alessandro Preziosi (I Medici, Black Out, La vita bugiarda degli adulti) a dare il volto all’iconico Yanez de Gomera. Si uniranno al cast anche John Hannah (The last of us, Quattro Matrimoni e un funerale, Sliding Doors, La Mummia), Madeleine Price, Gilberto Gliozzi (Loro, I delitti del Barlume), Mark Grosy (Zero Zero Zero) e Samuele Segreto (Stranizza d’amuri, L’Ora).

La storia è ambientata nel Borneo, a metà del 1800. Un paradiso abitato dalle tribù native dei Dayak, che vivono secondo le loro antiche tradizioni, ma dominato dalla spietata legge degli inglesi, all’apice del loro potere coloniale. Sandokan vive alla giornata, senza schierarsi: combatte per se stesso e per la sua ciurma di pirati, tra cui il fidato Yanez. Ma la sua vita cambia quando, durante un’incursione, incontra Marianna, la bella figlia del console britannico di Labuan.

È l’inizio di una storia d’amore impossibile tra due anime inaspettatamente simili: Marianna, di sangue nobile, ma con lo spirito selvaggio di chi è cresciuto in un paradiso tropicale, e Sandokan, leader pirata e avventuriero, che porta in sé il sangue di re guerrieri. Sulle loro tracce si metterà il leggendario cacciatore di pirati, Lord James Brooke, che non si fermerà davanti a niente pur di catturare Sandokan e conquistare il cuore di Marianna.

Da un’idea di Luca Bernabei, la serie sarà una grande epopea con un tratto da fiaba e un forte legame con l’ambiente, e racconterà le origini della Tigre della Malesia, che torna sul piccolo schermo, la nascita del suo mito, la sua scoperta di essere figlio di un antico re guerriero, l’amore con Marianna, l’amicizia con Yanez e la rivalità con Lord Brooke: avventura, azione, eroismo ed una rivoluzionaria storia d’amore, in un racconto per adulti e bambini. Prima location delle riprese è Formello, dove il set di “Sandokan” inaugurerà il nuovo Teatro 7, nel polo produttivo targato Lux Vide, e si terranno tra il Lazio, la Toscana, l’isola di Reunion e la suggestiva Calabria, dove è stata costruita la colonia inglese di Labuan a Lamezia Terme, con il sostegno della Film Commission e della Regione Calabria.

“Siamo molto orgogliosi – dice Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide – di riportare nelle case degli italiani l’iconica saga di Sandokan. In questi anni abbiamo lavorato per realizzare un progetto internazionale, che valorizzasse l’IP di Emilio Salgari attraverso una chiave contemporanea. Ringrazio Rai Fiction e Fremantle International che hanno creduto in questo progetto e nel nostro desiderio di raccogliere tutta la famiglia davanti alla tv! Sono sicuro che la regia di Jan Michelini e Nicola Abbatangelo restituirà uno stile unico alla serie, dando nuova vita al più famoso pirata del Borneo.

Grazie a un talentuoso cast e alle sceneggiature dell’Headwriter Alessandro Sermoneta esploreremo luoghi lontani, sogneremo e ci emozioneremo come avviene con le grandi storie LUX!”. “Sandokan – aggiunge Maria Pia Ammirati, Direttore di Rai Ficition – è un personaggio-mito che segna la storia della Rai. Dall’immaginazione di Emilio Salgari quell’eroe è passato nelle immagini di uno sceneggiato che il pubblico non ha mai dimenticato. Siamo dunque felici e orgogliosi di riportare sullo schermo uno dei grandi protagonisti del nostro immaginario”. “Siamo entusiasti – conclude Jens Richter, CEO Commercial and International di Fremantle – di collaborare con Lux Vide e Rai Fiction a questa emozionante e ambiziosa rivisitazione di una saga molto amata per un nuovo pubblico in tutto il mondo”.

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Fallon, 10 anni di Tonight Show, ‘sono tempi folli’

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Il record di Johnny Carson, che per 30 anni ha condotto il più famoso dei talk show-varietà Usa, il Tonight Show sulla Nbc, è ancora lontano, ma l’attuale conduttore-mattatore, Jimmy Fallon, taglia un traguardo importante: dieci anni alla guida del programma. Un anniversario che festeggerà con una puntata speciale di due ore in prima serata il 14 maggio. “È più della metà della mia vita che lavoro nello stesso network – ha spiegato Fallon nei panel di Deadline Contenders, dedicati alle produzioni tv principali o più attese della stagione – e sono stati fantastici. Ho iniziato con il Saturday Night Live nel 1998, e pensavo che quello potesse essere il massimo obiettivo”.

Ma poi “sono arrivati il Late Night with Jimmy Fallon (in onda dal 2009 al 2014) e il Tonight Show che facciamo da 10 anni. Non posso crederci, a dire la verità”. Sulla possibilità che miri adesso al record di Johnny Carson, Fallon risponde con un sorriso: “Ci provo… finché mi volete… mi sto divertendo molto, amo quello che faccio, portare divertimento alle persone”. Anche perché “stiamo vivendo tempi folli” ed “io voglio proporre qualcosa da guardare che non faccia pensare”. C’è “con il pubblico un interscambio continuo, ed è la reazione degli spettatori a farmi andare avanti”. Fallon aveva deciso da subito di andare avanti anche durante la pandemia realizzando il Tonight Show da casa: “È stato merito di mia moglie (la produttrice Nancy Juvonen, ndr) – sottolinea -. Quando le ho detto che il programma si fermava per il Covid lei mi ha chiesto quale fosse il piano. Io le ho risposto che non c’era un piano e lei subito ‘oh no, no. Vai subito a prendere il treppiede, organizza uno show da casa. In questo momento le persone hanno bisogno di te e questo è il tuo lavoro. Adesso che siamo tutti nei guai, tutti spaventati, devi far ridere le persone’. All’inizio, da casa, lei era anche la mia regista. Teneva l’iPhone e riprendeva in giro, mentre io raccontavo barzellette a cui nessuno rideva. Tanto che le ho anche chiesto di ridere a un paio di battute, per farmi fare bella figura, mentre i figli mi saltavano addosso”.

Comunque la Nbc “è stata grande, ci ha permesso di donare così tanti soldi in beneficenza, a organizzazioni come Feeding America” e ci sono state alcune società che venendo a sapere “quello che stavamo facendo hanno raddoppiato le donazioni per le banche alimentari e hanno aiutato le persone a nutrirsi durante questa pandemia”. Questo “è il potere che può avere ciò che facciamo”. La televisione “è un mezzo così potente e possiamo aiutare le persone”. Rispetto all’eclettismo del Tonight Show, “può essere considerato un talk show, ma sì, è in realtà uno spettacolo di varietà – spiega -. Conan O’ Brien mi ha dato una grande dritta, che aveva ricevuto da Johnny Carson. Gli ha detto ‘in questo lavoro, metterai in pratica tutto quello che hai imparato a fare… ed è così”.

Ad esempio “io a malapena so fare il tip tap e l’ho ballato infinite volte; so imitare e lo faccio di continuo; ho suonato la chitarra, ho fatto duetti, mi sono travestito e ho messo le parrucche. Quando ero a Saturday Night Live mi esaltavo ad avere anche solo uno sketch in una puntata, tanto che chiamavo mia madre e glielo dicevo. Ora sono in ogni sketch tutti i giorni. Ho avuto il lavoro che sognavo nella mia cameretta a 12 anni. Mi sento così fortunato”. Fallon spiega anche perché rispetto ad altri conduttori di talk show, come Stephen Colbert o Jimmy Kimmel, nelle battute politiche non prenda una posizione: “Penso che non sia l’obiettivo del nostro show, noi vogliamo intrattenere tutti, così facciamo battute su entrambe le parti”. Prendere una posizione politica “non è quello che mi ha insegnato Johnny Carson nei suoi tanti anni al Tonight Show. Io voglio che chiunque, guardando il programma, possa divertirsi”.

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