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Cronache

La rabbia e le lacrime di centinaia di studenti e genitori all’ingresso del Liceo Vico

Una mamma, o forse una insegnante, con tranquillità, ci avvicina. Capisce che siamo giornalisti. E con garbo dice “spero abbiate capito quanto possono far male certe accuse, quanto possono scavare nell’anima certe vicende quando vengono raccontate solo evidenziando aspetti pruriginosi e senza vere rispetto per le persone” Ma lei chi è, signora? “Non importa, sono come lei, un essere umano, rispetto il suo lavoro. Vorrei che anche voi rispettaste gli altri e vi limitaste a raccontare e non a giudicare” risponde la signora che poi si perde nella folla di ragazzi che sono fermi fuori il Liceo.

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Liceo Vico

Studenti e genitori discutevano della brutta storia. Molti avevano già giudicato. Molti altri avevano già assolto il professor Auricchio. Chi lo conosceva, non aveva dubbi sulla sua moralità. E tanti conoscevano anche la fragilità di quell’uomo. Ieri sera c’erano centinaia di giovani  davanti al cancello chiuso del liceo Vico per ricordare il professore. Si piangeva. Si discuteva animatamente. I giornalisti non erano graditi. “Troppe bugie, andate via. Lo avete ucciso anche voi” dicono alcuni. Qualche adulto, forse genitore, mette nel mirino proprio i giornalisti. «Siete delle m… ora scrivete la verità, ditelo che siete stati anche voi ad uccidere quell’uomo con i vostri articoli che davano spazio a quelle accuse infamanti”.  Una mamma, o forse una insegnante, con tranquillità, ci avvicina. Capisce che siamo giornalisti. E con garbo dice “spero abbiate capito quanto possono far male certe accuse, quanto possono scavare nell’anima certe vicende quando vengono raccontate solo evidenziando aspetti pruriginosi e senza vere rispetto per le persone” Ma lei chi è, signora? “Non importa, sono come lei, un essere umano, rispetto il suo lavoro. Vorrei che anche voi rispettaste gli altri e vi limitaste a raccontare e non a giudicare” risponde la signora che poi si perde nella folla di ragazzi che sono fermi fuori il Liceo. “Io lo conoscevo il prof, era una bella persona, un professore a cui piaceva insegnare e faceva amare la sua materia. Mio figlio aspettava il suo ritorno, gli voleva un gran bene” dice un papà. È  più semplice parlare con gli adulti, con i genitori dei ragazzi. Loro, i giovani, sono incazzati. Sono arrabbiati. Non accettano quanto accaduto. Tutti quelli fermi fuori il liceo, e sono centinaia, volevamo vene al prof e non avevano mai creduto alle accuse. Il suicidio li ha sconvolti. La dirigente del liceo “Vico” Clotilde Paisio non parla con io giornalisti. Nemmeno un commento, in breve ricordo del professore dopo la tragica morte del suo professore. “Brutta cosa” dice  Luisa Franzese, direttore dell’ Ufficio Scolastico regionale della Campania che l’altro ieri aveva inviato gli ispettori al “Vico” per dovere d’ufficio. C’era stato un arresto, d’altronde.

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Caso Ferragni-Balocco, per il tribunale hanno ragione i consumatori: fu pratica scorretta

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La prima sezione civile del Tribunale di Torino ha emesso una sentenza significativa riguardante il caso Balocco, il ruolo di Chiara Ferragni, che hanno attirato l’attenzione nazionale. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato da diverse associazioni, tra cui il Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, contro la campagna di beneficenza condotta dall’industria dolciaria Balocco. La campagna in questione era stata realizzata attraverso la vendita di pandori griffati dall’influencer Chiara Ferragni, a favore di un ospedale torinese.

La giudice Gabriella Ratti ha emesso una dichiarazione che conferma le accuse mosse dalle associazioni ricorrenti. Secondo quanto riportato dalle associazioni stesse, la sentenza ha accertato la pratica commerciale scorretta messa in atto dall’azienda Balocco. Inoltre, ha evidenziato l’ingannevolezza dei messaggi diffusi al pubblico riguardo alla natura benefica della campagna associata alla vendita del prodotto.

Questa sentenza rappresenta un importante punto di svolta nel panorama delle pratiche commerciali e delle campagne di beneficenza condotte dalle aziende. Mette in luce la necessità di maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle imprese nell’affrontare iniziative di questo tipo. La decisione del tribunale di Torino sottolinea l’importanza di verificare attentamente le pratiche di marketing e di beneficenza per garantire che siano etiche e rispettose dei consumatori.

Il caso Balocco ha suscitato un dibattito su scala nazionale riguardo alla relazione tra marketing, beneficenza e trasparenza aziendale. È probabile che questa sentenza abbia un impatto significativo sul modo in cui le aziende progettano e promuovono le loro campagne di responsabilità sociale d’impresa, mettendo in evidenza la necessità di una maggiore chiarezza e autenticità nelle loro iniziative benefiche

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Condannato anche in appello il tesoriere della Lega

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Quattro anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, con una lieve riduzione della pena rispetto ai 5 anni del primo grado. Si è chiuso così oggi in appello per il tesoriere della Lega Alberto Di Rubba il processo milanese con al centro le accuse di peculato e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente sul caso della compravendita, tra il 2017 e il 2018, del capannone di Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia film commission e con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. La Corte d’Appello di Milano ha anche condannato a 3 anni Andrea Manzoni, anche lui ex contabile per il Carroccio in Parlamento, a cui in primo grado erano stati inflitti 4 anni e 4 mesi.

La seconda sezione della Corte, riformando la sentenza con rito abbreviato di primo grado con pene più basse, ha disposto per Di Rubba anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la revoca dell’interdizione legale che era stata decisa. Per Manzoni i giudici hanno ritenuto prevalenti le attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, hanno disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, quella dalla professione di commercialista per 3 anni e revocato anche in questo caso l’interdizione legale. Motivazioni del verdetto tra 60 giorni. Il sostituto pg Massimo Gaballo aveva chiesto di ridurre le condanne, portandole a 4 anni per Di Rubba e a 3 anni e 4 mesi per Manzoni. Richieste in linea, in sostanza, con la decisione della Corte.

Il pg aveva chiesto ai giudici, infatti, di riconoscere ai due imputati l’attenuante dell’offerta risarcitoria a Lfc. E con revoca dell’interdizione legale. Il difensore, il professor Piermaria Corso, ritiene che le prove in atti avrebbero potuto e dovuto portare ad un diverso epilogo. Il difensore si è riservato di valutare le argomentazioni della Corte, ma ha anticipato di ritenere doveroso il ricorso in Cassazione nell’interesse della Giustizia e del suo assistito. Di Rubba, nominato un anno fa nuovo amministratore federale della Lega ed ex presidente di Lfc, è stato anche condannato in primo grado a 2 anni e 10 mesi per peculato, lo scorso luglio, in un’altra tranche di indagine, sempre coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, scaturita da quella sul caso Lfc.

In primo grado nel processo principale per Di Rubba e Manzoni, accanto alla confisca di porzioni di due villette sul lago di Garda riconducibili agli imputati e fino a circa 300mila euro, era arrivata anche la condanna a versare una provvisionale, come risarcimento danni, di 150mila euro a Lfc, assistita dal legale Andrea Puccio, e di 25mila euro al Comune di Milano, con l’avvocato Marco Dal Toso. Stando alla sentenza di primo grado del gup Guido Salvini del giugno del 2021, gli allora revisori contabili della Lega in Parlamento Di Rubba e Manzoni avevano usato “la loro attività di origine politica” per “ottenere arricchimenti personali” mettendo in pratica un “modello davvero deteriore”.

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Utilizzazione aree demanio marittimo, Campania approva il Piano

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Utilizzazione aree demanio marittimo, Campania approva il Piano Disciplinata procedura per rilascio concessioni. Il Consiglio Regionale della Campania a maggioranza ha adottato il Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo con finalità turistico ricreative.

Il provvedimento disciplina la procedura per il rilascio delle Concessioni Demaniali Marittime da parte dei Comuni i quali adottano, entro il 31 marzo di ciascun anno, sentite anche le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, l’ordinanza balneare riferita all’anno in corso per quanto riguarda gli aspetti dell’attività turistico-ricreativa di rispettiva competenza come la regolamentazione delle attività ludiche e di intrattenimento.

Si prevede, inoltre, che, ai fini dello sviluppo del turismo e dell’economia regionale, i Comuni possono prevedere la destagionalizzazione dell’utilizzo del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative, fatto salvo il parere della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, che dovrà prevedere il mantenimento della struttura oltre la stagione balneare.

È prevista, inoltre, la classificazione degli stabilimenti balneari in quattro fasce contrassegnate da stelle marine secondo una gradazione da uno a quattro che esprime il livello quali-quantitativo dei servizi offerti, e che l’attribuzione delle stelle marine è operata dai Comuni, ai quali compete anche l’applicazione dei provvedimenti repressivi e sanzionatori ai sensi del Codice della Navigazione nei casi di accertamento di comportamenti illegittimi e abusivi nell’utilizzo delle aree demaniali marittime.

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