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“La Lombardia trucca i dati dei decessi e dei contagi per evitare di rimanere ancora chiusa”

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La Pandemia non é finita. In Italia siamo ancora immersi nella Fase due, con alcune regioni che ancora forniscono dati su decessi e contagi preoccupanti. Ma di va già verso la fase 3. E ci andiamo con numeri ballerini e con 20 sistemi sanitari regionali che parlano 20 lingue diverse. Per non parlare dei dati. Come vengono raccolti dalle regioni? Chi li fornisce al ministero della Salute? Come vengono collazionati?  Insomma, senza voler offendere nessuno siamo alle solite cose all’Italiana. E anche in questo campo della pandemia spicca il comportamento della Lombardia. Parliamo della classe dirigente lombarda, non di 11 milioni di lombardi. In Lombardia i dimessi vengono definiti  guariti, poi c’è  il caso “defunti 0”, chissà quanti decessi a casa e in case di cura non documentati. E tante altre situazioni ai limiti della correttezza. Stiamo parlando di trasparenza e database malcostruiti, imperizia, negligenze e tanta propaganda che hanno  messo in cattiva luce, o forse hanno evidenziato lo stato di salute della sanità della Lombardia.
Oggi l’attacco più violento, quello più brutto perché colpisce la credibilità della sanità lombarda arriva da Nino Cartabellotta. Non un quivis de populo, non un leghista del sud ma un eccellente comunicatore scientifico, presidente della Fondazione Gimbe, che ha prodotto in questi mesi i migliori feedback, le più intelligenti ed efficaci analisi  sull’epidemia virale da Covid 19 in Italia. Lo definisce “ragionevole sospetto” Cartabellotta il fatto che la Regione guidata da Attilio Fontana abbia “aggiustato” i suoi dati per evitare di rimanere ancora chiusa dopo mercoledì, quando scadrà il divieto alla mobilità extra-regionale.
“In Lombardia – sostiene Cartabellotta – si sono verificate troppe stranezze sui dati nel corso di questi tre mesi: soggetti ‘dimessi’ dagli ospedali che venivano comunicati come ‘guariti’; alternanze e ritardi nella comunicazione dei dati, cosa che poteva essere giustificata nella fase dell’emergenza, quando c’erano moltissimi casi, ma molto meno ora, eppure i riconteggi sono molto più frequenti in questa fase 2. È come se ci fosse una sorta di necessità di mantenere sotto un certo livello quello che è il numero dei casi diagnosticati”. Le accuse di Cartabellotta, sebbene fatte con educazione, a bassa voce, sono di quelle sanguinanti perché toccano la onorabilità oltre che la credibilità della classe dirigente lombarda che sta gestendo (come sta gestendo) questa grave emergenza.

Le accuse di Fondazione Gimbe vengono definite dalla Regione “gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero”. E L Lombardia chiama sul banco dei testimoni per farsi discolpare nientedimeno che  l’Istituto superiore di sanità. E perché proprio l’ISS? Solo perché quei dati lombardi (come quelli di tutte le regioni) vengono validati da ISS? E quale potere di vigilanza ha ISS nella validazione? Non é solo una funzione notarile?   Nel senso che i sistemi sanitari regionali comunicano i dati e ISS li mette assieme. Niente altro. Comunque sia la Lombardia annuncia querela. Una reazione nervosa, spropositata, perché basterebbe mostrare i dati e spiegarli. In ogni caso il sospetto che tengono giù i contagi per poter riaprire é di molti, non solo di Fondazione Gimbe e di Cartabellotta. Seguite il ragionamento. Negli ultimi giorni abbiamo avuto i “decessi zero” di domenica che non erano zero (seguiti nei quattro giorni successivi da 134 morti da/con Covid-19) e soprattutto l’asterisco nella slide di mercoledì in cui – scritto piccolissimo – si diceva che ai 216 contagi dichiarati ne andavano aggiunti 168 dovuti a “tamponi effettuati a seguito di test sierologici fatti su iniziativa dei singoli cittadini processati dall’ Ats di Bergamo negli ultimi 7 giorni”.
Può sembrare sorprendente che a 90 giorni dall’esplosione dell’epidemia la Lombardia non disponga o non comunichi dati certi e/o razionali sull’epidemia, ma non lo è affatto per chi si occupa di questa vicenda tutti i giorni. La scarsa trasparenza è un fatto incontrovertibile.
La voglia della sanità lombarda di fare “bella figura”, per così dire, esiste. Prendiamo il caso della percentuale di positivi sul totale dei tamponi. Quel dato – grazie al lockdown – è in netto miglioramento tanto che da domenica, il giorno dei “decessi zero”, la Giunta Fontana ha deciso di includerlo nelle sue slide giornaliere: dal 5% di qualche tempo fa, la percentuale è passata al 2,5% del 24 maggio per scendere all’ 1,7% di martedì e mercoledì, giorno in cui questo lusinghiero risultato si ottiene però solo escludendo dal conto i reprobi bergamaschi dell’asterisco.

Attilio Fontana. Presidente della Regione Campania

Ieri, senza asterischi, i 382 nuovi positivi erano il 2,5% dei 15.507 tamponi fatti: nel resto del Paese lo 0,3%. Come dire: c’é un problema serio ancora di contagio in Lombardia. Nino Cartabellotta é nato a Palermo, Juorno é un giornale nato a Napoli, ci si può ragionevolmente giocare la carta dei meridionali razzisti con i lombardi, ma é una arma che la classe dirigente della Lombardia sta usando con puerilità É scarsa intelligenza perché non c’è un solo italiano che non Mirra affetto, amore, rispetto e considerazione per i lombardi, gente accogliente, tollerante, faticatrice. E poi sarebbe difficile spiegare che ci sono migliaia di cittadini lombardi che hanno promesso una petizione per commissariare la Lombardia.

Ancora ci sono i Pd che attaccano Fontana e Gallera sul terreno della trasparenza dei numeri che forniscono circa contagio e decessi. E c’é la denuncia dei 5 Stelle in Regione Lombardia: “Ci scrivono in moltissimi per denunciare che le Ats stanno fermando i privati che – di tasca propria – hanno prenotato i test sierologici. Motivo: ci sarebbero problemi a fare tamponi, se il test rivelasse la presenza degli anticorpi che segnalano la malattia”. Anche questa è una bordata violentissima.

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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