Unanime il desiderio di rivivere il calcio d’altri tempi, con i suoi valori, soprattutto riportando il pubblico allo stadio. Perché senza tifosi lo sport più bello del mondo perde la sua magia. E lo dichiara a gran voce a anche Luigi de Magistris, primo cittadino partenopeo.
Si parte dal calcio, ma è solo il pretesto per affrontare altri temi, anche di forte impatto sociale. Spunti significativi emergono – infatti – nel corso della presentazione del libro ‘Interrompo dal San Paolo’ (antologia di racconti curata da Pietro Nardiello, Giammarino Editore) avvenuta nello splendido scenario del Chiostro della Chiesa San Domenico Maggiore alla presenza di tre delle 20 coautrici del testo, le giornaliste Melina Di Marino, Argia Di Donato e Valeria Grasso. Con loro il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il direttore di Radio Kiss Kiss Napoli, Valter De Maggio, Francesco Montervino, ex capitano azzurro e Gianluca Masone, attore e regista che recitando alcuni estratti dei brani delle tre autrici ha creato non poca emozione alla platea presente. L’evento era programmato nell’ambito della programmazione culturale dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.
Vari, come scrivevamo, gli argomenti messi in risalto. L’emancipazione femminile, donne con una marcia in più che lavorano e badano nella loro vita alla famiglia e a mille altre cose. Lo sport come solidarietà, mettersi al servizio degli altri, con impegno e coraggio. I ricordi nostalgici del calcio di una volta, non lo ‘spezzatino’ mordi e fuggi di oggi ma quello che la famiglia si godeva allo stadio o alla radio grazie a “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” la domenica a ora di pranzo.
La dichiarazione del Sindaco de Magistris poi a proposito degli stadi vuoti risuona forte: “C’è un eccesso nel dire chiudiamo tutto come è un eccesso dire facciamo entrare tutti. Si può cominciare con un numero ridotto di spettatori. Questo vale per il calcio come per le altre competizioni sportive. Per il San Paolo potremmo iniziare facendo accedere 1/3 della capienza totale, 20 mila persone, distanziati e ingressi scaglionati. Non riesco a comprendere perché non si faccia tutto questo. Ritengo ci sia un atteggiamento grave nel non voler consentire la vicinanza del tifo allo sport. Personalmente non riesco più a seguire il calcio da quando non ci sono più i tifosi”.
E ancora, si è discusso dell’importanza del tempo. O lo inseguiamo o lo sprechiamo, o lo rincorriamo o lo dissipiamo. Non lo viviamo mai intensamente, come dovrebbe essere vissuto, cioè come se fosse il nostro ultimo giorno. Ricordi, riflessioni aneddoti emergono dal dialogo tra Valter De Maggio e Francesco Montervino, storico capitano partenopeo che accompagnò il Napoli negli anni 2000 dalla serie C alla serie A.
In “Era de maggio”, Melina di Marino ricorda proprio l’unico gol segnato all’ombra del Vesuvio dall’allora e sempre amato capitano del Napoli, in un Napoli-Chievo del 31/05/2009 terminato poi 3-0. Un gol importante che avvenne nell’ultima gara in cui Montervino vestì la casacca partenopea. L’importanza dei gregari (come i Bagni, Volpecina, Grava…) uomini di sostanza per le partite, cui spesso non viene dato il giusto merito e risalto.
Argia Di Donato, invece ci riporta indietro nel tempo, nel lontano “17 febbraio 1974”, che è anche il titolo del suo racconto, e ricorda il primo gol segnato in maglia azzurra da uno dei capitani simbolo della squadra partenopea, quello che con un gesto di grande valore cedette negli anni ’80 la fascia di capitano all’illustre compagno di squadra Diego Armando Maradona: Giuseppe Bruscolotti. La partita era contro l’Inter di Mazzola e terminò 2-1.
Valeria Grasso – infine – con il suo “Passione azzurra come il cielo e il mare”, narra di un calciatore che veste ancora oggi i colori azzurri, Dries Mertens e che, complice anche quel gol segnato il 18/12/2016 nella partita contro il Torino finita 5-3, è riuscito – nei giorni nostri – a bruciare ogni record, detenendo il primato per il maggior numero di reti segnate con la maglia del Napoli. Una storia struggente dove emerge l’amore per Napoli, con la sua storia, i suoi capolavori d’arte e il suo mare, quello di cui anche ‘Ciro’ Mertens si è follemente innamorato.
La difesa di Daniel Alves, ha chiesto la libertà condizionale per l’ex giocatore brasiliano in attesa della sentenza d’appello alla sua condanna per stupro. “Non scapperò, credo nella giustizia”, ;;ha dichiarato Alves, durante l’udienza a Barcellona, secondo il ;;quotidiano catalano ‘El Periódico’. I suoi legali hanno sostenuto che la sentenza di condanna non è definitiva e, quindi, all’ex calciatore spetta ancora la presunzione di innocenza. Tra le misure cautelari, Alves si impegnerebbe a pagare una cauzione di 50mila euro, a consegnare i suoi passaporti e a comparire regolarmente in tribunale. Sia la Procura che l’accusa vorrebbero invece che restasse in carcere mentre i suoi ricorsi saranno giudicati dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna. Alves è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere per lo stupro di una giovane avvenuto nel bagno della discoteca Sutton, a Barcellona, nel 2022. La sentenza, emessa dal Tribunale di Barcellona il 22 febbraio, afferma che il brasiliano ha aggredito e abusato della donna. La Procura spagnola aveva suggerito una condanna a 9 anni, mentre la difesa della vittima aveva chiesto 12 anni.
Sulla questione Acerbi-Jesus con gli insulti durante la partita Inter-Napoli fa chiarezza il difensore brasiliano del Napoli, con un lungo post su Instagram.
“Per me la questione si era chiusa ieri in campo con le scuse di Acerbi – scrive Juan Jesus- e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Oggi però leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la verità dei fatti, con quanto detto da lui stesso ieri sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto, il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto: “vai via nero, sei solo un negro”. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: “per me negro è un insulto come un altro”. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho altro da aggiungere.
Quello che dispiace è anche stavolta probabilmente finirà con un nulla di fatto se l’arbitro La Penna non ha fatto una relazione e non ha scritto alcunchè.
La foto è quella pubblicata da Juan Jesus sul suo profilo Instagram
Con Novak Djokovic grande assente, il Masters 1000 di Miami si profila come un nuovo duello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Un duello che si svolgerà a distanza dato che un’eventuale rivincita della semifinale di Indian Wells si potrà eventualmente vedere solo al match decisivo, con di nuovo Daniil Medvedev come possibile insidia. Il russo campione uscente è finito nella parte del tabellone dell’azzurro e quindi i due finalisti dell’Open d’Australia potrebbero affrontarsi in semifinale. Il sorteggio del torneo al via mercoledì prossimo non ha riservato grandi sorprese.
Sinner entrerà in campo al secondo turno e avrà di fronte il vincente della partita tra Cachin e un qualificato. Procedendo nel torneo, il n.3 al mondo potrebbe incontrare Paul o Tiafoe negli ottavi e Tsitsipas o Rublev nei quarti. Quanto agli altri azzurri, c’è attesa per rivedere Matteo Berrettini, arrivato in finale a Phoenix dopo sette mesi di stop. Il romano se la vedrà all’esordio con l’ex n.1 Andy Murray, il britannico che ha come principale obiettivo di tornare a vivere l’esperienza olimpica, un desiderio che lo accomuna a Djokovic, il quale ha spiegato la sua rinuncia al torneo in Florida con la volontà di concentrarsi a 38 anni sugli slam e sui Giochi di Parigi. Il primo incontro non sarà sul velluto per tutti gli altri italiani iscritti. Lorenzo Musetti incrocerà al via il russo Safiullin o un qualificato. Matteo Arnaldi se la vedrà con Arthur Fils, Lorenzo Sonego con Dan Evans. Luciano Darderi avrà di fronte il canadese Denis Shapovalov mentre Flavio Cobolli troverà un avversario che arriva dalle qualificazioni.