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Il timore del premier Conte è la zampata finale della commissione Junker che potrebbe avviare la procedura di infrazione

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Il rischio della “zampata” della commissione uscente è reale, concreto. Piu’ dell’autunno scorso, quando l’Italia usci’ indenne dalla trattativa sulla manovra. Il premier Giuseppe Conte, al termine del primo giro di colloqui informali a margine del Consiglio europeo, e’ meno ottimista di qualche giorno fa. Anche perche’ – questa e’ la sua preoccupazione – se davvero l’Ue mettesse in campo la procedura d’infrazione il rischio crisi di governo sarebbe dietro l’angolo. Ed e’ per questo che, mai come in queste ore, Conte ribadisce ai due vicepremier – ma soprattutto a Matteo Salvini – la necessita’ di un mandato pieno per la trattativa e, allo stesso tempo, di moderare i toni, spegnendo qualsiasi attacco anti-Ue. L’obiettivo non dichiarato dell’Italia, è scavallare l’estate e trattare, nell’autunno prossimo, con una commissione europea non piu’ in scadenza e comunque frutto di questa tornata delle Europee.

Europarlamento

Con questa commissione, ormai in scadenza, i margini infatti sono strettissimi. E Conte, non a caso, prova ad ammorbidire l’organo esecutivo dell’Ue negoziando con i leader dei Paesi membri e perorando con loro il doppio binario messo in campo in questi giorni: politico, concentrato sulla necessita’ di un cambio delle regole europee; e quello tecnico, nel quale il premier sottolinea senza mezzi termini la volonta’ dell’Italia di rispettare le regole vigenti. Cosi’, al di la’ della tesi “dei conti italiani migliori delle previsioni” e, soprattutto, delle stime europee, Conte a Bruxelles lascia spalancata la porta di un dirottamento delle maggiori entrate previste e, soprattutto, delle minori spese previste per reddito di cittadinanza e quota 100 (un tesoretto che potrebbe arrivare a 3 miliardi) per il taglio del deficit strutturale chiesto dall’Europa. Ed e’ alla Germania ma, in queste ore, soprattutto alla Francia che il premier guarda come possibile sponda per ammorbidire il giudizio della commissione.

Jean Claude Junker. Presidente della Commissione Ue

Con l’obiettivo di evitare la scure dell’Ue sul saldo strutturale del 2018 e del 2019 e di rinviare all’autunno la “guerra” sulle percentuali nel 2020. Ma il premier e’ costretto a camminare da un lato con un’Europa meno morbida di ieri e dall’altro con una Lega per nulla convinta di destinare al taglio del deficit le risorse risparmiate. Il leit motiv di Salvini resta uno: senza Flat tax il governo non va avanti. Un diktat al quale Conte affianca e forse oppone un ragionamento ben diverso sintetizzabile un po’ cosi’: questa volta a Bruxelles fanno sul serio. Alla cena tra i leader di questa sera l’infrazione potrebbe spuntare tra i temi sul tavolo, fermo restando che i capi di Stato e di governo parleranno soprattutto di nomine. Nella partita, complice il risultato delle Europee, l’Italia non puo’ fare, piu’ di tanto, la voce grossa. Ma Conte, a Bruxelles, sottolinea ai suoi interlocutori la necessita’ di negoziare tutto insieme il pacchetto delle nomine con un parallelo tra presidenza della commissione e presidente della Bce. Sui nomi, per ora il premier non si scompone. Ma l’impressione e’ che un falco come Jens Weidemann alla Bce non faccia gioire i giallo-verdi.

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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