Collegati con noi

Cultura

Il premio ‘Pimentel Fonseca’ a Helena Maleno e Carola Rackete

Pubblicato

del

“La forza di volontà di un singolo per la salvaguardia dei diritti umani fondamentali”. Questo il tema della quinta edizione del premio Pimentel Fonseca, che ha visto premiate al Palazzo delle Arti di Napoli la giornalista e attivista spagnola Helena Maleno e, con il premio Honoris Causa, la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete.

Ogni anno sono insignite del riconoscimento giornaliste e attiviste che si battono per la difesa dei diritti civili. Il premio costituisce il prologo di “Imbavagliati”, il Festival Internazionale di giornalismo civile che si terrà al PAN dal 20 al 24 settembre.

“Ci sono state molte polemiche su questo premio – racconta Rosaria Désirée Klain, ideatrice e direttrice del Festival -, con articoli che mi hanno attaccato sin da questa estate. Dopo i recenti fatti di cronaca, abbiamo deciso di premiare anche Carola Rackete: a quel punto si è scatenato l’inferno, come se celebrare una donna coraggiosa che ha salvato gli ultimi fosse un delitto. Il nostro non è un premio politico, ma un premio in nome degli ultimi”. 

La manifestazione, giunta ormai alla sua quinta edizione, riunisce ogni anno giornalisti che hanno subito vessazioni e censure nei propri paesi d’origine a causa del loro lavoro, e che, malgrado tutto, continuano con coraggio a raccontare le loro scomode verità.

“Imbavagliati”, il Festival Internazionale di giornalismo civile. In questa foto di archivio la promotrice dell’evento Rosaria Desirèe Klain assieme al grande scrittore napoletano Maurizio De Giovanni

“E’ molto difficile assicurarci la presenza al Festival dei giornalisti, sono persone realmente minacciate”, spiega Désirée Klain. “Sono bloccati alle frontiere. Dopo averli rintracciati (spesso non hanno né telefono né mail) e ottenuta la loro fiducia, parte il balletto dei visti con le ambasciate. Dobbiamo aiutarli e sostenerli, perché quello che fanno è veramente grande”.

Presente alla manifestazione anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Continuano a ripeterci che l’emergenza è l’immigrazione. Io invece ritengo che la vera emergenza del Paese sia l’infiltrazione di corruzione e mafie, un tema di cui si parla sempre meno”, esordisce il primo cittadino. 

“Sento parlare il presidente Conte di nuovo Umanesimo e mi fa piacere – prosegue De Magistris – spero però se ne ricordi anche quando fanno le leggi, perché Salvini non è più al governo, ma il decreto sicurezza, legge indegna ed indecente che ha consentito l’arresto di Carola Rackete, sta ancora lì”. De Magistris rivendica poi il ruolo della città di Napoli che in questi anni “ha scelto la strada dell’umanesimo, abbracciando i valori della fratellanza e dell’accoglienza anche contro calcoli di opportunismo politico”. 

“Siamo abitanti pro tempore di questo pianeta – conclude il sindaco – e non possiamo arrogarci il diritto di decidere chi può muoversi e chi no, ma soprattutto non possono arrogarsi tale diritto quelli che hanno contribuito alle tragedie dell’immigrazione. Nel nostro Paese ormai nessuno parla delle guerre, si parla solo dell’effetto collaterale, perché quello serve a fare speculazioni e generare consenso politico. Sono temi che vanno affrontati, e per questo ci vogliono giornalisti di inchiesta, liberi, coraggiosi, autonomi, indipendenti, che non hanno prezzo”.

A “Imbavagliati”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. In questa foto lo vediamo a bordo della nave Open Arms

Carola Rackete non è presente alla cerimonia ma affida ad un video il suo sentito messaggio di ringraziamento. La comandante ci tiene a ribadire che “la legge del mare è quella di portare le persone soccorse in un porto sicuro” e che in quanto volontaria per il soccorso in mare, il suo lavoro “non è quello di pensare ad un equo sistema di ricollocazione dei migranti in Europa, ma come cittadina europea, è mio dovere denunciare le ingiustizie per rendere il potere politico più consapevole e perché si prenda le sue responsabilità nei confronti della società in cui viviamo”. E’ poi il turno di Helena Maleno, giornalista e attivista spagnola (nella foto in evidenza assieme a Klain e all’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele). Helena vive in Marocco, dove documenta e denuncia le violazioni dei diritti dei migranti che affrontano il mare per approdare sulle coste spagnole. Ma non solo. Helena, per mezzo dei social network, segnala le imbarcazioni alla deriva coordinandone il salvataggio. Proprio per le sue segnalazioni, è stata di recente indagata dalla giustizia marocchina per traffico di migranti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Sono molto emozionata, ci tengo a ringraziare gli organizzatori della manifestazione e la meravigliosa città di Napoli, in prima linea nella difesa dei diritti umani. I miei complimenti anche a Carola Rackete e al Festival per il coraggio mostrato nel premiare persone come me e Carola, perseguitate e criminalizzate dalle autorità europee per la nostra opera di tutela dei diritti umani”, ha commentato la giornalista dopo aver ricevuto il premio. “Sono tempi difficili – aggiunge l’attivista – in cui le politiche europee lasciano morire determinate persone solamente perché esercitano il loro diritto allo spostamento.

Le società hanno normalizzato la morte come giustificazione del controllo migratorio, come se quest’ultimo fosse più importante del diritto alla vita”.

Advertisement

Cultura

Pompei, scoperto salone decorato ispirato alla guerra di Troia

Pubblicato

del

Un imponente salone da banchetto, dalle eleganti pareti nere, decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, e’ uno degli ambienti recentemente portati alla luce durante le attivita’ di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei  e oggi completamente visibile in tutta la sua maestosita’. Un ambiente raffinato nel quale intrattenersi in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respirava l’alto tenore di vita testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici databili al III stile, dalla qualita’ artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti. Il tema dominante sembra essere quello dell’eroismo, per le raffigurazioni di coppie di eroi e divinita’ della guerra di Troia, ma anche del fato e al tempo stesso della possibilita’, sovente non afferrata, che l’uomo ha di poter cambiare il proprio destino. Oltre a Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome “Alexandros”, appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. Nella mitologia greca Cassandra era conosciuta per il suo dono di preveggenza e per il terribile destino che le impedisce di modificare il futuro. Nonostante la sua capacita’ di vedere oltre il presente, nessuno crede alle sue parole, a causa di una maledizione che Apollo le infligge per non essersi concessa a lui, e dunque non riuscira’ a impedire i tragici eventi della guerra di Troia, che aveva predetto. Dopo essere stata stuprata durante la presa di Troia, finira’ come schiava di Agamennone a Micene. La presenza frequente di figure mitologiche nelle pitture di ambienti di soggiorno e conviviali delle case romane aveva proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, fornendo spunti di conversazione e riflessione sull’esistenza.

“Lo scavo nella Regio IX, progettato nell’ambito del Grande Progetto Pompei e portato avanti sotto la direzione Zuchtriegel, e’ la dimostrazione di quanto uno scavo ben fatto nella citta’ vesuviana possa continuare ad accrescere la conoscenza di uno dei luoghi piu’ importanti che ci sia pervenuto dall’antichita’. Nuove ed inedite pitture, nuovi dati sull’enorme cantiere che era Pompei al momento dell’eruzione, nuove scoperte sull’economia e sulle forme di produzione. Una messe straordinaria di dati che sta cambiando l’immagine codificata finora della citta’ antica. Un plauso a tutta la squadra interdisciplinare che con passione e professionalita’ sta portando avanti le ricerche”, ha affermato il direttore generale Musei, Massimo Osanna. “Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva si’ che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano – ha sottolineato il direttore del Parco archeologico du Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realta’, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che puo’ vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto, chi sa. Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia, pensando per esempio, oltre a guerre e politica, all’ambiente, ma anche al clima umano che stiamo creando nella nostra societa’, comunicando con gli altri dal vivo e sui social”.

Il salone misura circa 15 metri di lunghezza per sei di larghezza e si apre in un cortile che sembra essere un disimpegno di servizio, a cielo aperto, con una lunga scala che porta al primo piano, priva di decorazione. Sotto gli archi della scala e’ stato riscontrato un enorme cumulo di materiale di cantiere accantonato. Qualcuno aveva disegnato a carboncino sull’intonaco grezzo delle arcate del grande scalone, due coppie di gladiatori e quello che sembra un enorme fallo stilizzato. L’attivita’ di scavo nell’insula 10 della Regio IX e’ parte di un piu’ ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (piu’ di 13 mila ambienti in 1070 unita’ abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) piu’ efficace e sostenibile. Lo scavo nell’area finora ha restituito due abitazioni collegate tra di loro, casa con panificio e fullonica (lavanderia), che prospettavano su via Nola e le cui facciate furono gia’ portate alla luce alla fine del ‘800. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo in questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anche in questo caso interessati al momento dell’eruzione da importanti interventi di ristrutturazione

 

 

Continua a leggere

Cronache

Tornano le visite a Bunker di Mussolini a Villa Torlonia

Pubblicato

del

Sei metri sotto i prati ormai fioriti del parco – sopra la testa quattro metri di cemento armato – trema il pavimento sotto i piedi e suonano le sirene mentre il frastuono delle bombe risuona tra le pareti curve come quelle di un sommergibile. E’ il momento più emozionante della visita al Rifugio Antiaereo e al Bunker di Villa Torlonia, a Roma, che da domani tornano aperti al pubblico. Costruiti per Mussolini, che nella tenuta lungo la via Nomentana prese la residenza nel 1929, finirono per essere usati invece dai cittadini romani per difendersi dai bombardamenti.

A lungo non visitabili, riaprono dopo due anni con un nuovo allestimento che è un viaggio nel sottosuolo della villa, ma anche nei giorni della guerra, quando la Capitale fu devastata da una pioggia di bombe. Nessuna coincidenza tra l’inaugurazione e le crisi internazionali di questi giorni, ha detto il sindaco Roberto Gualtieri: “Non credo che quando il progetto è partito ci fossero le terribili guerre che ci sono oggi – ha commentato nel corso della presentazione alla stampa – Però ricordare le tragedie della guerra è sempre importante, e oggi lo è ancora di più”. La mostra, curata da Federica Pirani e Annapaola Agati, con la collaborazione dell’assessorato capitolino alla Cultura, della Soprintendenza Capitolina e l’organizzazione di Zetema, è un’occasione per fare luce su una delle pagine più buie e drammatiche della città, colpita da 51 bombardamenti aerei tra luglio 1943 e maggio 1944. Il nuovo percorso parte da un video che racconta la vita vissuta nello sfarzo di Villa Torlonia dal dittatore fascista mentre portava l’Italia verso la guerra. Nelle sale successive, grazie ai contributi dell’istituto Luce, rivive il periodo storico dei bombardamenti. Tre sale sono dedicate alla vita nei rifugi con delle proiezioni sincronizzate.

Le due prospettive di chi bombarda e di chi è bombardato convergono in una sala dove sul pavimento sono proiettate le immagini riprese dagli aerei in azione, e sulle pareti Roma in macerie: “Il punto di vista dell’aviatore – ha spiegato la curatrice Pirani – e quello dei romani attoniti che guardano le rovine. Che sono di Roma, ma potrebbero essere quelle di Beirut, o di Jenin”. Poi, attraverso una ripida scala, si scende al bunker vero e proprio, lasciato spoglio da oggetti e proiezioni. In questo spazio è simulata una incursione aerea, attraverso la riproduzione dei suoni: sirene, aerei in avvicinamento, detonazioni, e le vibrazioni del terreno. Risalire su, al verde abbagliante della Villa in primavera, è un sollievo.

“Un luogo impegnativo, era giusto fosse accessibile, è un altro tassello del recupero dei luoghi della storia della città – ha commentato il sindaco Gualtieri – L’allestimento punta non solo a rendere conoscibile ‘filologicamente’ questo luogo ma a conoscere quelle pagine drammatiche della guerra, del fascismo e del suo capo, che è stato deposto e ci ha lasciato questo luogo, e che ha portato l’Italia nella più grande tragedia”. Fino all’orrore delle leggi razziali: “Il contrappasso della memoria vuole – ha ricordato Gualtieri – che a pochi metri da qui, sempre a Villa Torlonia, nascerà il Museo della Shoah, a memoria del più grande crimine che il regime fascista e nazista perpetrarono”. Per il via ai cantieri è solo questione di tempo: “Sono terminati i sondaggi, già c’è stata una aggiudicazione e il governo ha stanziato risorse – ha concluso il sindaco – Appena avremo il cronoprogramma lo comunicheremo”.

Continua a leggere

Cultura

Istituto italiano per gli studi storici, Mario Mattioli nel Cda

Pubblicato

del

Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto italiano per gli studi storici ha nominato il nuovo consigliere che subentra allo storico Piero Craveri, recentemente scomparso: è Mario Mattioli.. La nomina di Mattioli – si spiega in una nota – imprenditore napoletano nel campo dei trasporti marittimi, consolida il cambio generazionale ai vertici dell’Istituto fondato da Benedetto Croce e Raffaele Mattioli nel 1946 e conferma l’apertura ai settori imprenditoriali e industriali vivi dell’economia. Mario Mattioli è presidente del gruppo CA.FI.MA., una società armatoriale di lunga e consolidata tradizione.

Impegnato sul fronte della blue economy e della transizione ecologica, è stato presidente della Confitarma-Confederazione Italiana Armatori e dell’Assorimorchiatori. Attualmente è presidente della Federazione del Mare, che associa tutto il Cluster italiano della blue economy, e consigliere dell’Unione Industriali Napoli. Membro del comitato del Britannia Steamship Insurance Association Limited Uk e console generale onorario del Regno di Thailandia a Napoli e nel Sud-Italia, è anche consigliere del Fondo Nazionale Marittimi, ente che finanzia i progetti di formazione degli allievi ufficiali.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto