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Il Covid non ferma le elezioni, per ora ‘tutto regolare’

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C’e’ stato da sudare – in alcuni casi tutta la notte – negli uffici comunali per tappare i buchi causati dalla ‘fuga’ in massa di presidenti di seggio e scrutatori designati, ma alle 7 di mattina le sezioni con le urne sono state tutte regolarmente aperte, come certificato dal Viminale. Alle 19 si e’ registrata un’affluenza intorno al 30% per il Referendum costituzionale e per le Regionali ed al 37% per le Comunali. Le prescrizioni anti-Covid – gel, mascherine, percorsi separati, matite sanificate – non hanno creato particolari disagi, al di la’ di alcuni episodi di positivita’ al Coronavirus che hanno costretto a sospendere temporaneamente le operazioni elettorali. Per il Referendum sono chiamati alle urne 46.415.806 elettori, in un totale di 61.622 sezioni. Per le Suppletive del Senato gli aventi diritto al voto sono 427.824 per la Sardegna e 326.475 per il Veneto. Le elezioni regionali (in Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) interessano 18.471.692 elettori e un totale di 22.061 sezioni. Le Amministrative si svolgono, invece, in 957 comuni per un totale di 5.703.817 elettori. Oggi i seggi si chiudono alle 23. Domani il periodo di apertura e’ 7-15. Alla chiusura dei seggi seguiranno gli scrutini delle suppletive, del Referendum e delle Regionali. Gli scrutini delle Amministrative cominceranno alle 9 di martedi’. Gli appelli – anche via social – lanciati dai Comuni alla fine hanno funzionato. I sostituti sono stati trovati e le sezioni si sono potute costituire. “Ci sono state certamente delle criticita’ – ha ammesso il prefetto Caterina D’Amato, direttore centrale dei servizi elettorali del ministero dell’Interno.- Ma sono state superate grazie al lavoro encomiabile dei sindaci e degli uffici comunali cui compete l’organizzazione dei seggi”. Alle 7 di mattina le prefetture hanno cosi’ segnalato al Viminale “la regolare istituzione di tutti i seggi in tutta Italia”. Non senza fatica, pero’. Il Comune di Roma si e’ trovato a dover sostituire ben 760 presidenti sui circa 2.600 seggi. “Un numero enorme coperto in tempi record. Abbiamo dovuto richiamare in servizio anche 250 agenti della Polizia Locale di Roma Capitale – ha detto la sindaca Virginia Raggi – molti dei quali durante la notte”. A Napoli le surroghe hanno riguardato 250 presidenti su 860. A Torino i presidenti rinunciatari sono stati 506 su 919 e gli scrutatori 1.487 su 2.800. “Quello degli uffici – ha detto la sindaca Chiara Appendino – e’ stato un lavoro enorme, andato avanti fino a tarda notte”. Milano ha dovuto sostituire 178 presidenti e 1.620 scrutatori. “Credo – ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala – che sia l’effetto del timore relativo al Covid. Per fortuna Milano ha risposto: sono contento che ci sia stata anche una risposta dei dipendenti comunali”. Un piano e’ stato attivato per evitare gli assembramenti fuori dagli edifici sedi di seggio, anche con l’ausilio dei volontari di Protezione civile per dare la precedenza ad anziani e soggetti fragili. A Venezia in tarda mattinata si sono comunque registrate file di una decina di minuti, anche per il fatto che gli elettori devono compilare quattro schede diverse: per le Regionali, per le Comunali, per la Municipalita’ e per il Referendum. Sempre in Veneto, a Padova e provincia 1.300 addetti ai seggi si sono sottoposti a tampone: 2 i positivi al Coronavirus. A Genova un seggio elettorale e’ stato chiuso perche’ il presidente e’ stato male nella notte con febbre alta e sintomi che potevano far pensare al Covid (il tampone in seguito e’ risultato negativo). E’ stato aperto inizialmente da un sostituto, ma poi chiuso per precauzione e riaperto in tarda mattinata dopo la sanificazione dei locali e la sostituzione di tutto il personale del seggio. Caso analogo a Sassari per uno scrutatore risultato contagiato: il personale e’ stato sostituito ed il seggio trasferito in un’altra aula del’edificio. A Calendasco (Piacenza) sono state sospese per qualche ore le operazioni elettorali in un seggio per la presenza di un operatore positivo al Covid. Sostituito tutto il personale della sezione. Presidente e segretario cambiati anche a Procida (Napoli), ma il Coronavirus in questo caso non c’entra: e’ successo che dopo la chiusura delle operazioni di preparazione al voto in un cassetto del seggio sono state trovate dieci schede elettorali timbrate. A Sanremo e’ intervenuta la polizia per per un elettore che non voleva igienizzarsi le mani prima del voto. L’uomo, che tuttavia indossava la mascherina, a richiesta del personale di usare la soluzione alcolica si e’ rifiutato per motivi ancora poco chiari, dando in escandescenze. Alla fine gli agenti sono riusciti a riportarlo alla calma e a convincerlo a seguire il protocollo sanitario. A Matera due persone denunciate dalla Polizia per aver fotografato con il telefono cellulare la scheda che avevano appena votato. In 1.820 sottoposti alla quarantena hanno usufruito del voto domiciliare. Tra di loro anche Silvio Berlusconi ad Arcore. Mentre Paolina Spalazzi, una 92enne disabile al 100%, non ha voluto rinunciare a recarsi al seggio ad Ancona. Vi e’ stata portata dalla Croce Gialla accompagnata dal figlio, munita di mascherina e torcia elettrica perche’ l’anziana ha anche problemi di vista. La sua uscita dalla cabina elettorale e’ stata salutata da un applauso. Ma la donna e’ stata superata da Margherita Rusciano, andata a votare all’eta’ di 104 anni a San Giorgio a Cremano (Napoli), dove il nipote e’ in corsa per ridiventare sindaco.

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Studenti bocciati con il 5 e multe a chi aggredisce prof

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Dalla bocciatura con il 5 in condotta al ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle scuole medie fino alle multe per aggressioni al personale scolastico. Via libera del Senato al disegno di legge messo a punto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il provvedimento, che ora deve passare alla Camera, prevede una serie di novità. Il voto in condotta sarà numerico anche alle scuole medie. Il giudizio sintetico sul comportamento rimarrà, dunque, solamente per i bambini della scuola primaria. Per tutti gli altri ci sarà il voto espresso in decimi e farà media con le altre materie. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati.

L’insufficienza si può ottenere per mancanze disciplinari gravi e reiterate avvenute nel corso di tutto l’anno scolastico. Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. Il vero spartiacque per gli studenti delle superiori, specie in ottica diploma, è però l’8 in condotta. Se non si supera questa soglia si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico, punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità. Anche le sospensioni cambieranno.

Non ci sarà più l’allontanamento da scuola e lo studente dovrà partecipare ad attività scolastiche di riflessione e a una verifica finale da sottoporre al consiglio di classe. Il tenore della punizione dipenderà dalla durata della sospensione. Chi avrà più di due giorni dovrà partecipare ad “attività di cittadinanza solidale” in strutture convenzionate. Per il ministro Valditara si tratta di “un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti”. “A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive – ha detto il ministro – io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti”.

Il provvedimento introduce anche multe per i reati commessi ai danni di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. La somma varia dai 500 ai 10.000 mila euro “a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”. “È anche importante – ha sottolineato Valditara – che chi abbia aggredito personale della scuola risarcisca la scuola per il danno di immagine che ha contribuito a creare”.

E sempre il ministro ha annunciato oggi, rispondendo a un question time alla Camera, che è allo studio una normativa che riguarderà le chiusure scolastiche per festività religiose. “La norma che stiamo studiando è molto semplice – ha detto – non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che vogliano invece festeggiare quelle determinate ricorrenze, che saranno giustificati se rimarranno a casa”.

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Time, Meloni tra le 100 persone più influenti al mondo

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni figura tra le 100 persone più influenti del mondo nel 2024 nella lista pubblicata dalla rivista statunitense ‘Time’. La premier è inserita nella categoria ‘leader’ insieme, tra gli altri, a Donald Tusk, Javier Milei, Li Qiang e Yulia Navalnaya. Nella scheda che parla di lei, si legge che “quando Giorgia Meloni è salita al potere in Italia nel 2022, diventando la prima donna leader del Paese, molti osservatori nutrivano timori per il suo partito di estrema destra e per l’impatto che avrebbe avuto sull’Europa e sul mondo.

Ma a due anni di distanza, Meloni rimane popolare, non solo in Italia, dove gode di un rating del 41% nonostante una debole crescita economica, ma anche tra i leader occidentali, molti dei quali sono stati rallegrati dal suo fermo sostegno all’Ucraina (e, in particolare, dalla sua capacità di persuadere leader come l’ungherese Viktor Orban a sostenere i finanziamenti europei a Kiev)”. “Meloni – si legge ancora sul magazine americano – non ha abbandonato completamente la sua politica di destra. In patria, il suo governo ha perseguito politiche che, secondo i critici, erodono silenziosamente i diritti Lgbtq+. A livello di Unione europea, è stata accreditata come la forza trainante dell’approccio del blocco all’immigrazione, che prevede il pagamento di paesi come Egitto e Tunisia per impedire agli aspiranti migranti di partire. Se il blocco di destra europeo dovesse espandersi dopo le elezioni del Parlamento europeo di giugno, come previsto dai sondaggi, Meloni potrebbe emergere come sua naturale figura di spicco”.

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Dopo l’addio di Amadeus, prime conferme in Rai

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Dopo l’addio di Amadeus e le voci su possibili nuove uscite da Viale Mazzini, arrivano le prime conferme per i volti noti Rai in vista della prossima stagione. Sigfrido Ranucci ha annunciato la prosecuzione di Report, ma anche Federica Sciarelli dovrebbe andare avanti con Chi l’ha visto?. Più incerto il futuro di Fiorello che ha smentito nuovamente il suo passaggio al Nove. Della programmazione in arrivo sulla tv pubblica, in particolare dei palinsesti estivi, si è parlato nella riunione del consiglio di amministrazione che ha approvato il bilancio del 2023, chiusosi in pareggio, che è uno degli ultimi atti dell’attuale vertice in attesa di rinnovo.

A movimentare la giornata del telemercato ci ha pensato come al solito di prima mattina a Viva Rai2 Fiorello che, nella sua rassegna stampa satirica, ha ipotizzato l’acquisto del polo giornalistico di La7 da parte della Warner, spingendo sia l’azienda americana che quella italiana alla smentita. Anche una battuta dello showman sul possibile interesse del Nove per il direttore del TgLa7 Enrico Mentana ha fatto rumore, se non altro perché si inserisce nelle voci di un possibile rafforzamento dell’offerta informativa, dopo quella dell’intrattenimento, da parte del canale di Warner Bros.

Discovery. La rete comunque può già fare affidamento sulla Cnn, che è una divisione del gruppo, e potrebbe, dunque, guardarsi attorno più che altro sul fronte dell’approfondimento. Domani, comunque, è atteso l’annuncio ufficiale del contratto con Amadeus, che condurrà un game show in access e un format musicale in prima serata, e forse si saprà qualcosa in più sulle strategie future dell’emittente.

Non dovrebbe essere comunque quella la destinazione di Fiorello, che oggi, dopo aver ribadito che non ci andrà, neanche in part time, ha fatto sapere che gli piacerebbe “un bel programma radiofonico, ma senza visual radio”. Sarebbe stato corteggiato da La7, almeno in passato, invece, Ranucci che, dopo la notizia della conferma delle repliche estive di Report in cda, ha assicurato con si muoverà. “A me piace la Rai, sono innamorato di quest’azienda”, ha detto il conduttore, ringraziando l’Ad Roberto Sergio che si è speso per la conferma del programma di Rai3 anche per la prossima stagione.

Dovrebbe proseguire anche Chi l’ha visto?: la conduttrice Federica Sciarelli starebbe, infatti, per firmare un biennale per proseguire la collaborazione anche dopo il pensionamento, che è previsto per ottobre 2025 ma potrebbe essere anticipato per via delle ferie arretrate. Una novità per l’estate della terza rete è, invece, il nuovo approfondimento con Monica Maggioni, al debutto il 24 luglio in prime time.

L’addio di Amadeus ha lasciato, comunque, strascichi in Rai. In cda Sergio ha ribadito che si è trattato di una scelta dettata da motivi personali e che la Rai ha fatto tutte le offerte possibili per convincerlo a rimanere. In ogni modo, l’assemblea dei cdr, ricordando la lunga scia di volti che hanno lasciato la tv pubblica e contestando “la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti”, ha proclamato lo stato di agitazione e affidato all’Usigrai un pacchetto di cinque giorni di sciopero.

Domani in consiglio si discuterà del Media Freedom Act, che impone di garantire trasparenza e indipendenza nella scelta dei vertici, e del regolamento sulla par condicio, che ha provocato forti polemiche in Vigilanza. Il clima, insomma, resta teso proprio quando si entra nella fase calda del rinnovo del consiglio.

Le carica di Ad dovrebbe passare a Giampaolo Rossi e quella di presidente, a meno di sorprese dell’ultim’ora, a Simona Agnes, ma c’è ancora qualche incertezza sui nomi degli altri membri del consiglio, se si esclude la conferma per il Movimento 5 Stelle di Alessandro Di Majo. Sabato 20 aprile scade il termine per la presentazione dei curricula dei quattro componenti eletti da Camera e Senato. Lo stesso termine vale per le candidature per il rappresentante dei dipendenti, un ruolo per il quale si ripropone l’attuale consigliere Davide Di Pietro.

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