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I carabinieri mettono in quarantena il medico che fa due passi sotto casa consentiti dal Governo ma vietati da De Luca

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Lui è un medico. Anzi un cardiologo. Ed ha anche funzioni di rianimatore. Lavora in ospedale e, manco a dirlo, in questo periodo, vive una condizione di stress da lavoro che noi umani manco possiamo immaginare. Questo medico è vittima non solo delle oggettive difficili condizioni di lavoro, ma anche delle cinquantamila norme, regole, disposizioni emanate da un lato il Governo nazionale e dall’altro dal cosiddetto Governatore campano. Norme che si accavallano, si aggrovigliano, dicono cose agli antipodi. Talvolta il Governo consiglia una cosa che la Regione vieta. Insomma una Torre di Babele di regole che a stargli dietro ci vuole un ufficio legale. Questo medico per due settimane non potrà andare a lavoro. I carabinieri di Napoli l’hanno denunciato e messo in quarantena. Che cosa faceva questo medico? Era sul lungomare di Mergellina con la fidanzata? Faceva l’apericena in vicoletto Belledonne a Chiaia? No, aveva osato scendere sotto casa, a fare un giretto per sgranchirsi le gambe e ossigenare il cervello dopo 14 ore di lavoro in un ospedale alle prese con il covid 19, che come tutti sappiamo non è un nuovo cocktail arrivato dal Sud est asiatico ma il virus che non solo ci ha messo a letto, ci uccide e ci rinchiude in casa ma ci sta anche ingolfando ulteriormente le istituzioni.

Questo medico è stato messo in quarantena dai carabinieri perchè svolgeva “attività motoria” sotto casa. faceva quello che il Governo nazionale prima consigliava per ragioni di salute e ora consente ma che nello Stato Libero della Campania è vietato dal cosiddetto Governatore. Lo chiamano così alcuni giornalisti della Campania il presidente della Giunta Regionale che con mano ferma, sobrietà, equilibrio sta gestendo la Regione ai tempi dell’epidemia. Con onestà dobbiamo dire che De Luca l’aveva promesso: appena vi vedo per strada, vi mando i carabinieri col lanciafiamme. Era una iperbole linguistica, evidentemente, però i carabinieri sono andati in giro ed hanno beccato un medico sotto casa. Un medico è stato messo fuori causa dai carabinieri che applicano una ordinanza di una regione che è assai più repressiva  rispetto al Decreto del Presidente  del Consiglio. In pratica, per non farla lunga,  normanno in maniera opposta la stessa cosa.

Qualche giorno fa, il Governatore De Luca, sempre con calma, sobrietà ed equilibrio minacciò davanti a 115mila followers su Facebook  un ufficiale di una Forza Armata (ma non volle dire quale, anche se quell’ufficiale sa di essere lui) che aveva osato dire ai suoi uomini che si applicano prima le norme del Governo nazionale. De Luca che la pensa diversamente l’ha minacciato di denuncia per omissione di atti d’ufficio. Se tutto va bene. Ma si potrebbe anche arrivare all’ergastolo per l’ufficiale se dovesse appurare che grazie alla mancata applicazione delle ordinanze di De Luca (ne sono una quindicina oramai)  si è favorito il contagio.

Vuoi vedere che queste forze armate si sentono sotto pressione?  Una circostanza, quest’ ultima, che il governo nazionale prevede e la ” nuova legge” del governatore De Luca no. Questo è quel che accade in epoca di coronavirus e di Torre di Babele normativa.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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