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Cronache

Grazie all’epidemia e al Dap, molti boss festeggeranno la Pasqua a casa

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Sarà una bella Pasqua, di quelle che ricorderemo e che racconteremo ai nostri figli, ai nostri nipotini fino a quando non lasceremo questa terra. L’anno bisesto che doveva essere funesto ha mantenuto tutte le promesse. Almeno finora, almeno in questi primi 4 mesi non ci possiamo lamentare. Doveva essere un anno di merda, e così è stato. Una pandemia non è che ti arriva ogni anno. In Italia poi ci abbiamo accoppiato pure le rivolte carcerarie con morti, feriti, devastazioni e ovviamente scarcerazioni. A proposito di scarcerazioni dei detenuti che da qualche giorno vivono e combattono assieme a noi il contagio, c’è un lungo elenco di brave persone finite in galera e oggi a casa loro, nonostante siano soggetti molto pericolosi, che vi vogliamo offrire questa vigila di Pasqua.  I nomi che vi offriamo sono tutti personaggi di spicco della criminalità organizzata. E sono tornati a casa per questioni procedurali, cavilli e pericolo contagio. Anche questo aspetto, la epidemia da covid 19, ha un rilievo importante in scarcerazioni eccellenti eseguite dal Dap. Per chi resterà in cella, invece, niente paura. Chiamate via Skype a sbafo. Cibo quanto ne vogliono. Passeggiate. Palestra. Lavanderia gratis e mille altre agevolazioni. L’importante è che i detenuti non facciano casino per il covid 19.

  • Cominciamo con la scarcerazione più recente, quella di ieri, del signor Concetto Puglisi. Scarcerato il 10 aprile per gravi motivi di salute dal Tribunale della libertà di Catania che ha accolto l’appello presentato dai difensori. Concetto Puglisi sarebbe affetto da gravissime patologie.
  • Sempre 10 aprile 2020.  Scarcerato Antonio De Luca, boss del clan Rea-Veneruso di Casalnuovo. La Corte di Appello di Napoli ha accolto la richiesta presentata dal difensore di fiducia del De Luca. Nel bilanciamento tra le esigenze cautelari sussistenti in capo al De Luca e l’attuale stato di emergenza da Covid-19 è stato deciso di mandare a  casa il boss ad espiare la sua pena agli arresti domiciliari.
  • Il 10 aprile. La Corte d’appello di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari a Rocco Santo Filippone, 72 anni, ritenuto il boss della ‘ndrangheta di Melicucco, centro della Piana di Gioia Tauro, e imputato nel processo ‘Ndrangheta stragista insieme al boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. Filippone dunque esce dal carcere torinese “Le Vallette”: i giudici hanno accolto la sua richiesta per motivi di salute per evitare di contrarre il coronavirus.
  • il 9 aprile. Il tribunale della libertà di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza del gip distruttuale nei confronti di Angelo Alati, ex presidente del Consiglio comunale di Sant’Eufemia d’aspromonte, che in virtù di questo pronunciamento torna in libertà. Il giudici reggini hanno accolto la richiesta di scarcerazione dei difensori del politico, gli avvocati Guido Contestabile e Girolamo Curti.
  •  Il 9 aprile. La Corte di Appello di Catania ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per Paolo Zuppardo, 43 anni, avolese, ritenuto meritevole di lasciare la casa circondariale di Lanciano dove si trovava detenuto a seguito di trasferimento da Cavadonna. I giudici della Corte di Appello hanno ritenuto di accogliere la richiesta di scarcerazione motivata da precise argomentazioni presentata dai difensori dello Zuppardo, gli avvocati Natale Vaccarisi e Antonino Campisi.  Lo Zuppardo così potrà scontare a casa la pena residua della condanna applicata, 3 anni e quattro mesi, avendone già scontato in carcere già 2 anni e 8 mesi. Lo stesso Zuppardo attualmente è imputato a piede libero nel processo iscritto a carico di altre sei persone nell’ambito dell’operazione dei carabinieri di Noto denominata “ Eclipse”, in fase di svolgimento al Tribunale di Siracusa, accusato di essere il presunto capo e promotore di una associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione aggravata, nonché di minacce aggravate nei confronti del vice direttore dell’Agi, il giornalista Paolo Borrometi ( nel merito attraverso FB), e sempre per minacce verbali all’attuale sindaco di Avola Luca Cannata costituitosi parte civile al processo nel corso del quale sono stati già sentiti alcuni testi , tra cui Borrometi e il sindaco Cannata, che hanno parlato delle minacce che avrebbero ricevuto dallo stesso Zuppardo.
  • Il 9 aprile 2020. Il Tribunale del Riesame di Messina ha scarcerato Stefano Marchese, indagato nell’ambito dell’operazione “Scipione”, condotta dai carabinieri e dalla Dda peloritana. Dalla misura di massimo rigore passa agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. Marchese, difeso dagli avvocati Giuseppe Donato e Salvatore Silvestro, è accusato dalla Procura del reato associativo e deve rispondere altresì di un capo d’imputazione relativo alla cessione di droga. L’inchiesta Scipione ha svelato un ingente traffico di stupefacenti sull’asse Messina-provincia di Reggio Calabria.
  • Il 9 aprile 2020. Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari ad Antonino ‘Nino’ Creazzo, indagato nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria “Eyphemos” dello scorso febbraio che ha inferto un duro colpo all’asse politico-mafioso nei centri di Sant’Eufemia in Aspromonte, Sinopoli e San Procopio in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria del 26 gennaio 2020.
  • Il 9 aprile 2020 – Okay agli arresti domiciliari, fuori dal carcere dopo oltre un anno per Ionel Pavel. Era l’unico romeno tra i tredici arrestati nel blitz del 25 gennaio 2019 che ha sgominato il sodalizio criminale italo-albanese i cui boss, secondo la Dda di Roma, sarebbero gli imprenditori Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi.
  • L’8 aprile 2020. Gabriele Defilippi  scarcerato perché positivo al Coronavirus. Il giovane, condannato per l’omicidio di Gloria Rosboch, esce di prigione per essere trasferito ai domiciliari in un alloggio a Torino messo a disposizione dalla madre, Caterina Abbattista. L’accertamento della positività al tampone ha infatti comportato la scarcerazione disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Torino.
  • L’8 aprile 2020. Ha lasciato il carcere di Teramo, dove si trovava recluso per scontare una condanna a 3 anni e 8 mesi di carcere per la tentata estorsione aggravata col metodo mafioso ai danni del cantiere edile di proprietà di un imprenditore siracusano che all’epoca stava realizzando la costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata alla periferia di Avola, Giuseppe Capozio, 34 anni, avolese. Fu arrestato dai carabinieri di Noto il 5 luglio del 2017, accusato in concorso in tentata estorsione e detenzione e porto illegale di arma da fuoco.
  • L’8 aprile 2020. Scarcerato Pasquale Cristiano. In primo grado la direzione distrettuale antimafia aveva invocato la condanna all’ergastolo nei confronti di Pasquale Cristiano, per l’omicidio di Ciro Casone, avvenuto ad Arzano il  28.02.14 durante il quale perse la vita anche Vincenzo Ferrante che si trovava in compagnia del primo.
  • Il 7 aprile 2020. Scarcerato Salvatore Carullo. Era accusato di  estorsione all’ospedale di Pozzuoli.
  • Il 7 aprile 2020. Milos Stizanin, nomade serbo, viene scarcerato. Travolse e uccise vigile nel 2012.
  • Il 1 aprile 2020 – Scarcerato Giuseppe Malvone, un narcotrafficante legato alla camorra. Era stato arrestato in un blitz nel Napoletano 10 mesi fa
  • Il 31 marzo 2020 – Scarcerato Salvatore Perrella, il boss festeggiato con fuochi d’artificio al rione Traiano
  •  29 marzo 2020. Concessi i domiciliari al boss Carmelo Vito Foti
  • 27 marzo 2020 – Il “Re del latte” Adolfo Greco torna a Castellammare: disposti i domiciliari, era detenuto in carcere da oltre un anno
  •  26 marzo 2020 – Cristian De Angelis. Arrestato per traffico di droga, scarcerato

26 marzo 2020.  Scarcerato Raffaele Salvatore Fragapane. Sconta solo 45 giorni dei 10 anni cui è stato condannato.

Non solo questi ma tanti altri ancora i boss scarcerati in queste ore perchè

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Cronache

De Luca commissaria la Camera di commercio di Napoli

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con decreto, ha disposto il commissariamento della Camera di Commercio di Napoli. “Sulla base dell’istruttoria degli uffici regionali competenti”, il governatore “ha preso atto – si legge in una nota – dell’avvenuta scadenza del termine massimo di durata del Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli per avvenuto decorso del periodo di proroga di 6 mesi previsto dalla legge”.

Come “previsto dalla normativa vigente – prosegue il comunicato della Regione – il presidente ha dichiarato lo scioglimento dell’organo e ha nominato Commissario straordinario dell’ente un dirigente di ruolo della Giunta Regionale della Campania”, Maria Salerno. Il commissariamento è stato disposto “per il tempo strettamente necessario alla ricostituzione dell’organo e comunque per un periodo di non oltre 60 giorni”. Con lo stesso decreto, è stato demandato alla Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive della Giunta regionale “il sollecito completamento del procedimento finalizzato alla nomina del nuovo consiglio camerale, allo stato in corso”.

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Strage di Erba, per la difesa di Olindo e Rosa la dinamica scagiona la coppia

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E’ la stessa dinamica della strage di Erba secondo i consulenti della difesa, a “escludere la presenza” di Olindo Romano e Rosa Bazzi sulla scena dell’eccidio in cui, a sprangate e a coltellate, furono uccise quattro persone, tra cui un bambino di due anni, mentre una quinta sopravvisse quasi miracolosamente, l’11 dicembre del 2010. E sulle prove che la difesa dei coniugi chiede per riaprire la partita si avrà certezza il 10 luglio quando i giudici di Brescia si riuniranno in Camera di consiglio anche per stabilire se è ammissibile l’istanza di revisione.

I difensori della coppia si sono impegnati in un’udienza fiume per cercare di smontare gli elementi che portarono l’ex netturbino e l’ex donna delle pulizie alla condanna definitiva all’ergastolo. In un clima di discreta tensione tra i difensori e il pg di Brescia e l’avvocato dello Stato, gli avvocati Nico D’Ascola, Fabio Schembri, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux hanno ribadito le loro convinzioni: quella traccia del sangue di una delle vittime, Valeria Cherubini, trovata sul battitacco della Seat Arosa di Olindo “non esiste”, nel senso che non c’è il conforto del Luminol e non c’è prova che sia genuina o deteriorata. Valeria Cherubini, vicina di casa di Raffaella Castagna, fu colpita e uccisa nella sua casa al piano di sopra, non sul pianerottolo di Raffaella per poi trascinarsi agonizzante nel suo appartamento, come stabiliscono le sentenze.

Lo testimonierebbero le tracce di sangue analizzate dalla criminologa Roberta Bruzzone secondo la quale anche quelle tracce presenti sul piccolo Youssef dimostrano che non fu ucciso come raccontato da Rosa Bazzi nella sua confessione poi ritrattata (lo stesso fece suo marito). A entrambi ai fini della confessione furono fatte “pressioni e promesse” che, esaminate alla luce dei loro disturbi mentali emersi dalle recenti consulenze, furono tali da “coartare la loro volontà”. A Olindo sarebbe stato prospettato che non avrebbe più visto la moglie. “Olindo non conosce l’ordinamento penitenziario, non sa che un ergastolo non viene inflitto in cinque minuti”, ha detto l’avvocato Schembri. “All’epoca – ha detto il legale – non si capì con certezza quella forzatura psicologica, ma all’epoca nulla sapeva il giudice delle condizioni psiocopatologiche di Olindo e Rosa”.

Per gli inquirenti “Rosa è furba” mentre “non sa leggere né scrivere e Olindo lo sa e confessa; e così Rosa si adegua”. “Olindo cerca di salvare Rosa e Rosa cerca di salvare Olindo – ha detto il difensore -. Quando ritrattano vengono puniti: mentre prima si vedevano. Solo un giudice di Sorveglianza di Reggio Emilia ristabilirà i colloqui”. Il supertestimone Mario Frigerio, che si salvò nonostante una gravissima ferita alla gola e che riconobbe Olindo come aggressore prima parlò di una persona “con la pelle olivastra” che non conosceva e solo il 26 dicembre del 2010 affermò che era Olindo per ribadirlo in aula. Morì alcuni anni dopo le condanne. Quando fu sentito nel dicembre di quasi 18 anni fa era obnubilato dal monossido scatenato dall’incendio in casa Castagna ed era “cerebroleso” per via dell’aggressione e del fumo. Il suo fu “un falso ricordo”.

La difesa dichiaratamente ipotizza la pista alternativa del massacro avvenuto nell’ambito di un regolamento di conti nello spaccio di droga per il quale finì in carcere Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef. “La Guardia di Finanza documentò oltre 400 cessioni” e c’è un testimone, un tunisino. che chiede sia sentito e che racconta dei pestaggi, degli accoltellamenti” nell’ambito di una faida tra tunisini e marocchini: “Ci dà un movente alternativo”, afferma convinta la difesa.

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Superbonus, partiti i primi recuperi sulle compensazioni della truffa miliardaria dei bonus

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Le truffe collegate al Superbonus non sono ancora emerse tutte ma l’attività di contenimento dei danni all’erario è partita. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato ad inviare le prime contestazioni per recuperare le somme da chi ha cercato di pagare le imposte con crediti fasulli portati in compensazione. Intanto il Mef cala la scure sui bonus edilizi del passato: agevolazioni senza controlli preventivi non sono più compatibili con il nuovo quadro di norme europee sui conti pubblici. “Sono in corso verifiche fiscali sui crediti oggetto di compensazione, che stanno portando all’emissione di atti di recupero nei confronti dei responsabili”, ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, al termine dell’audizione sull’ultimo decreto Superbonus in commissione Finanze al Senato.

Sui bonus edilizi, ha spiegato, “abbiamo intercettato insieme alla Guardia di finanza truffe per circa 15 miliardi di euro: di questi, grazie ai nostri controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria”. La lotta alle truffe proseguirà, ma la dimensione del fenomeno Superbonus ha spinto il Tesoro a metterci un punto. “Misure agevolative automatiche, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili col nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea”, ha detto il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, nella stessa aula del Senato da dove Ruffini ha fornito i dati aggiornati sulle frodi, non tutte con ricadute per i contribuenti perché alcune sono state intercettate prima della compensazione. Spalletta ha spiegato che, da ora in poi, gli obiettivi di efficientamento energetico e di miglioramento del rischio sismico “devono tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in ottica strutturale”.

Il Mef riflette su “una complessiva razionalizzazione delle norme in materia di agevolazioni edilizie”, in vista delle scadenze di fine anno. Non si potrà prescindere – ha spiegato Spalletta – da due lezioni frutto della recente esperienza. La prima, è che gli incentivi fiscali “devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa, per ridurre comportamenti opportunistici ed effetti dirompenti”. La seconda lezione è che i crediti d’imposta dovranno essere “soggetti a procedure preventive di autorizzazione”, per consentire il monitoraggio della spesa e quindi l’impatto sulla finanza pubblica.

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