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Funerali solenni per il figlio dello sceicco, morto in un festino a base di sesso e droga a Londra

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Il corpo dello Sheikh Khalid bin Sultan Al Qasimi, principe ereditario e secondogenito dello sceicco Sultan bin Muhammad Al Qasimi, che governa la città emiratina di Sharjaj, morto nel suo appartamento londinese di Knightsbridge, dopo una festa a base di sesso e droga è rientrato in patria per i funerali. Le esequie si sono tenute nella moschea di King Faisal a Sharjah.

Il 39enne era uno stilista, proprietario della firma di moda Qasimi, ed aveva sfilato alla London Fashion Week solo tre settimane fa. I tabloid britannici, spiegano che all’interno del suo lussuoso attico è stata ritrovata droga di classe A come ecstasy, eroina, funghi allucinogeni, cocaina, e craeck. Negli Emirati Arabi Uniti è stato annunciato un lutto di tre giorni con bandiere a mezz’asta. Il padre, al governo di Sharjah dal 1972, ha espresso il suo dolore su Instagram, spiegando che il figlio “è nelle mani di Dio”. Per il sultano è la seconda tragedia, spiega nel dettaglio il Guardian: nel 1999 suo fratello maggiore, Mohammed bin Sultan bin Mohammed Al Qasimi, è morto per overdose all’età di 24 anni a casa della famiglia nell’East Grinstead.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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