Dopo una lunga pausa, in Francia tornano i Gilet gialli. Un rilancio sottotono per il movimento di contestazione contro il presidente Emmanuel Macron e il suo governo accusato di elitismo, forse anche a causa della pandemia del coronavirus che ha sconvolto il mondo. Secondo i media francesi, la risposta all’appello sui social del movimento che grida alla giustizia economica è stata fiacca: circa mille i manifestanti che a Parigi hanno partecipato a due marce, decisamente meno delle decine di migliaia che scesero nelle strade agli albori del movimento due anni fa. La polizia ha fatto sapere che più di 220 sono stati fermati, mentre Bfmtv ha parlato di almeno 134 arrestati. In sporadici scontri, la polizia ha sparato gas lacrimogeni per tentare di disperdere la folla. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha espresso su Twitter il suo “appoggio alle autorità che stanno fermando i responsabili delle violenze”, perché “l’ordine repubblicano deve imporsi”.Un corteo ha preso il via da place de la Bourse, nel centro della capitale, l’altro dalla place Wagram a ovest, mentre le autorità hanno vietato le manifestazioni sugli Champs-Elysees. Parte della metropolitana nell’area dei famosi viali, su cui erano dispiegate decine di camionette della polizia e i lussuosi negozi avevano allestito protezioni per le vetrine, è anche stata chiusa temporaneamente. In mattinata, la prima tensione si è registrata quando in piazza è arrivato l’umorista Jean-Marie Bigard, che aveva solidarizzato con il movimento ma di recente ha preso le distanze da uno dei suoi leader, Jérôme Rodrigues, dopo che questi ha paragonato la polizia a “una banda di nazisti”. Il comico è stato accolto all’urlo di “Collabo!”, collaborazionista, ed è stato scortato via dalla polizia. Sul percorso, i dimostranti hanno incendiato cassoni dell’immondizia e almeno un’auto, mostrano i video diffusi online. Marce dei Gilet gialli sono state organizzate anche in altre città, con centinaia di persone in marcia a Lione, Marsiglia, Nantes, Nizza, Strasburgo. A Tolosa, città che è stata uno dei baluardi del movimento popolare, la manifestazione è stata vietata dalle autorità locali a causa dell’aumento dei contagio del coronavirus. Il movimento era nato nell’autunno 2018 per protestare contro l’aumento delle tasse sul carburante, che secondo gli aderenti danneggiava le persone meno benestanti. A dargli il nome era stato il giubbotto fosforescente d’emergenza che i partecipanti avevano scelto come simbolo distintivo. Inizialmente pacifica, la protesta era dilagata nel Paese ed era però sfociata in proteste antigovernative settimanali anche violente, in cui erano morte numerose persone e centinaia erano rimaste ferite.