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Cronache

Droga, preso Giorgio Roccia: è uno dei narcotrafficanti di cocaina più temuto del Nord Italia

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Un pluripregiudicato di 78 anni e’ stato arrestato per la detenzione di 135 grammi di cocaina che nascondeva all’interno delle teiere di casa a Milano. Giorgio Roccia e’ un nome noto alle forze dell’ordine e alla stampa che in piu’ occasioni si e’ occupata di inchieste che lo riguardavano su traffici di droga in Lombardia e Liguria. La sua fedina penale inizia nel 1962, l’ultimo arresto risale al 2009, quando fini’ nell’ordinanza di un’indagine sulla cocaina. Dopo aver scontato diversi anni, tra cui almeno tre ai domiciliari, nel 2016 e’ tornato libero e da allora non si sono avute piu’ notizie. Fino a ieri, quando gli investigatori della sezione antispaccio guidati da Massimiliano Mazzali, si sono presentati alla porta del suo appartamento in via Albertinelli, nel quartiere San Siro. Da qualche tempo stavano monitorando il viavai di clienti nella zona ma non riuscivano a individuare il canale di rifornimento. Roccia aveva la droga in “sassi”, ovvero un passaggio prima del taglio e del confezionamento in dosi. In casa c’era anche la compagna di 63 anni, denunciata dalla polizia. Il 78enne si e’ pero’ assunto tutta la responsabilita’ della coca, che aveva nascosto nelle teiere. Nel 1987 Roccia era stato arrestato per associazione a delinquere in una maxi operazione antidroga diretta dal sostituto procuratore Alberto Nobili: 39 arresti, 67 indagati, 46 abitazioni perquisite, e il sequestro di mezzo chilo di cocaina e 600 grammi di eroina. Un’indagine complessa sulla “dolce vita” milanese, con pesanti ripercussioni sui clienti vip che si rifornivano dai membri della banda di Roccia, ritenuto al vertice dell’organizzazione. Tra loro emerse Franca Calisti, vedova di Nello Pernice, ex della banda Turatello ucciso 7 anni prima.

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Consulenza difesa Impagnatiello, ‘ha avuto un black out’

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Alessandro Impagnatiello “non era in sé e ha avuto un black out” quando, il 27 maggio dello scorso anno, ha ucciso Giulia Tramontano, 29 anni e incinta al settimo mese e che voleva lasciarlo. E’ questa, in sintesi, la conclusione della consulenza depositata dalla difesa del 30enne ex barman che, secondo gli esperti nominati dai legali, soffre di un “disturbo ossessivo e paranoico”, dovuto al suo “forte narcisismo”. Gli esiti della consulenza, depositata alla Corte d’Assise di Milano, sono stati anticipati da ‘la Repubblica’ on line e confermati da fonti qualificate. Con la consulenza la difesa punta a chiedere una perizia psichiatrica per accertare un vizio di mente. Impagnatiello, infatti, accusato di omicidio volontario aggravato anche dalla premeditazione, se riconosciuto totalmente capace di intendere e volere, rischia la condanna all’ergastolo. L’esame in aula di Impagnatiello, difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, è stato già fissato per il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l’omicidio. Il 23 dello stesso mese saranno sentiti gli ultimi testi dell’accusa e il 10 giugno gli unici testi della difesa, ossia lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti, che hanno redatto la consulenza difensiva.

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Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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