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Economia

Dl Agosto, 3 miliardi di euro per turismo e cultura: ecco tutte le misure e le agevolazioni

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Dai contributi per le attivita’ commerciali nelle citta’ d’arte allo stop all’Imu per strutture ricettive, cinema e teatri, al sostegno ai lavoratori dipendenti, precari e stagionali: e’ un “intervento imponente”, da oltre 3 miliardi, quello varato nel Dl Agosto a sostegno di cultura e turismo, due settori che – sottolinea il ministro Dario Franceschini – rendono l’Italia unica e invidiata in tutto il mondo”. Ecco, in sintesi, le misure approvate ieri.

PACCHETTO TURISMO – IMPRESE TURISTICHE SGRAVI CONTRIBUTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI E PER CHI RIAPRE – Decontribuzione al 100% dei costi del personale che:

1) viene assunto a tempo indeterminato (6 mesi di decontribuzione);

2) viene assunto a tempo determinato o stagionale (3 mesi di decontribuzione);

3) rientra in servizio dalla cassa integrazione (4 mesi di decontribuzione).

PROROGA CASSA INTEGRAZIONE Proroga della Cig per 18 settimane fino al 31 dicembre 2020.

TUTELE PER I LAVORATORI DEL TURISMO 1.000 euro per i lavoratori autonomi e per i lavoratori stagionali del turismo.

TAX CREDIT AFFITTI – + 100 milioni di euro Proroga di un mese ed estensione al settore termale – Il credito d’imposta del 60% per gli affitti degli immobili delle imprese turistiche viene esteso al settore termale e prorogato di un mese. Il tax credit si applica alle imprese turistiche con un fatturato fino a 5 milioni di euro e agli alberghi, agriturismi, agenzie di viaggio e tour operator senza limiti di fatturato. Possono usufruire di questo credito le imprese che hanno avuto perdite di fatturato non inferiori al 50%.

DECUPLICATO FONDO AGENZIE DI VIAGGIO ED ESTESO A GUIDE E ACCOMPAGNATORI TURISTICI – +240 milioni di euro Il fondo emergenze per sostenere le agenzie di viaggio e i tour operator che hanno subito perdite a causa dell’emergenza sanitaria viene esteso anche alle guide e gli accompagnatori turistici. Il Fondo istituito dal Dl Rilancio sale cosi’ a 265 milioni di euro.

SOSPENSIONE RATE MUTUI Sospensione delle rate dei mutui fino a 31 marzo 2021 – Proroga al 31 marzo 2021 del pagamento delle rate dei mutui in scadenza al 30 settembre 2020.

NO IMU PER IL SETTORE TURISTICO Esenzione seconda rata 2020 – E’ prevista l’esenzione della seconda rata Imu 2020 per: 1) immobili di strutture ricettive (alberghi, B&B, campeggi, villaggi, case vacanze, rifugi, ostelli, affittacamere, residence); 2) immobili fiere e congressi; 3) stabilimenti balneari (marittimi, fluviali e lacuali) e termali; 4) discoteche. E’ rifinanziato il fondo di ristoro ai Comuni per le minori entrate

TAX CREDIT RISTRUTTURAZIONE E RIQUALIFICAZIONE – +180 milioni di euro Il credito d’imposta per la riqualificazione e il miglioramento delle strutture turistico ricettive viene elevato al 65%, rifinanziato con 180 milioni di euro ed esteso alle strutture ricettive all’aperto (agriturismo, campeggi)

CITTA’ D’ARTE Contributo a fondo perduto esercizi commerciali – E’ previsto un contributo a fondo perduto per le attivita’ commerciali aperte al pubblico nei centri storici, per i taxi e gli Ncc dei comuni capoluogo di provincia o di citta’ metropolitane che, rispettivamente, hanno registrato presenze turistiche straniere in numero pari a tre volte e una volta superiore a quello dei residenti. Possono ricevere il contributo le attivita’ che, al mese di giugno 2020, hanno avuto fatturato e corrispettivi inferiori ad un terzo di quanto registrato nel giugno 2019.

IMPOSTA DI SOGGIORNO – +300 milioni di euro Viene aumentato di 300 milioni di euro il fondo per il ristoro ai Comuni delle minori entrate derivanti dalla mancata riscossione dell’imposta di soggiorno.

CONCESSIONI BALNEARI

1) Abolizione del canone OMI per le pertinenze;

2) equiparazione delle concessioni lacuali e fluviali a quelle marittime;

3) definizione agevolata dei contenziosi

BUS TURISTICI – +70 milioni di euro Vengono aumentati di 70 milioni di euro ed estesi ai bus turistici gli incentivi per gli investimenti per il rinnovo del parco veicolare contenuti nella manovra di bilancio del 2019.

TAVOLINI BAR E RISTORANTI No Tosap fino al 31/12 – Per promuovere la ripresa delle attivita’ in sicurezza e privilegiare i consumi all’esterno le imprese di pubblico esercizio viene prorogato fino 31/12/2020 l’esonero dal pagamento della tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap/Cosap) per le imprese di pubblico esercizio (art. 5 L. 287/91 bar, ristoranti, pizzerie, birrerie, stabilimenti balneari, gelaterie). Fino alla stessa data e’ sospeso il regime di autorizzazioni delle soprintendenze.

PACCHETTO CULTURA PROROGA CASSA INTEGRAZIONE Proroga della Cig per 18 settimane, fino al 31 dicembre 2020, per le imprese culturali.

SGRAVI CONTRIBUTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI E PER CHI RIAPRE Decontribuzione al 100% dei costi del personale delle imprese della cultura che: 1) viene assunto a tempo indeterminato (6 mesi di decontribuzione); 2) rientra in servizio dalla cassa integrazione (4 mesi di decontribuzione)

TUTELE PER I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO 1.000 euro per i lavoratori autonomi e per i lavoratori intermittenti dello spettacolo.

ESENZIONE IMU CINEMA E TEATRI No a seconda rata 2020 e abolizione totale nel 2021 e 2022 – E’ prevista l’esenzione della seconda rata IMU 2020 e delle rate del 2021 e 2022 per i cinema e i teatri in cui i proprietari sono anche gestori delle attivita’. E’ aumentato il fondo di ristoro ai Comuni per le minori entrate

FONDO EMERGENZA CINEMA E SPETTACOLO – +90 milioni di euro Le risorse del fondo di emergenza per lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo introdotte dal ‘Decreto Cura Italia’ e potenziate dal ‘Decreto Rilancio’ vengono aumentate di 90 milioni di euro. Il fondo sale cosi’ a 335 milioni di euro.

MUSEI STATALI – +65 milioni di euro per i musei del Mibact Le risorse per sostenere le perdite dei musei MiBACT determinate dall’emergenza sanitaria sono aumentate di 65 milioni di euro.

FONDO EMERGENZE IMPRESE E ISTITUZIONI CULTURALI – +60 milioni di euro Le risorse per il sostegno al mondo dell’editoria, spettacoli, grandi eventi, fiere, congressi, musei non del Mibact che hanno subito danni per l’annullamento o il ridimensionamento delle attivita’ vengono aumentate di 60 milioni di euro. Il Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali sale a 235 milioni di euro.

FONDAZIONI CULTURALI DEL MIBACT – +5 milioni di euro Le risorse per le Fondazioni culturali create o partecipate dal Mibact vengono incrementate di 5 milioni di euro per fronteggiare le emergenze.

CANTIERI DELLA CULTURA – +25 milioni di euro Potenziati i fondi per gli interventi di tutela, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale contenuti nel ‘Piano strategico Grandi Progetti Beni Culturali’ e possibilita’ di nuove acquisizioni da parte del Mibact.

LEGGE BACCHELLI – +750 mila euro Le risorse per gli interventi a favore di cittadini illustri che vivono in stato di particolare necessita’ (Legge Bacchelli) sono aumentate 250 mila euro nel 2020 e di 750 mila euro a partire dal 2021.

PROFESSIONISTI DELLA CULTURA Interventi sull’emergenza e nuove misure di reclutamento: 1) al via il corso-concorso per la dirigenza tecnica del Mibact attraverso la Sna e la Scuola dei beni culturali; 2) potenziamento delle strutture tecniche a supporto delle soprintendenze; 3) 1 milione di euro all’anno per favorire l’accesso dei giovani alle professioni culturali.

DIMORE STORICHE Efficientamento energetico – Anche le dimore storiche aperte al pubblico (categoria A9) potranno usufruire del Superbonus energetico al 110% introdotto dal Decreto Rilancio.

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Fisco: nel 2022 redditi Irpef per 970 mld, in Lombardia i più ricchi 

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Sono 42 milioni i contribuenti Irpef nel 2022, in aumento dell’1,3% rispetto al 2021, per un reddito complessivo totale dichiarato che ammonta a oltre 970,2 miliardi di euro (58 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +6,3%) per un valore medio di 23.650 euro. Nello stesso anno sono circa 4,2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA; Il volume d’affari dichiarato ha raggiunto i 4.870 miliardi di euro (+25,5% rispetto al 2021). È quanto emerge dalla pubblicazione delle analisi dei dati e delle tabelle relative alle dichiarazioni IRPEF e IVA presentate nell’anno d’imposta 2022 nella sezione ‘Statistiche fiscali’ del sito del ministero dell’Economia e delle Finanze, presentate nel 2023.Il numero di contribuenti Irpef è pari a circa 42 milioni, con un incremento dell’1,3% rispetto all’ai 2021.

Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 970,2 miliardi di euro (58 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +6,3%) per un valore medio di 23.650 euro.L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (27.890 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (17.160 euro).I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83% del reddito complessivo dichiarato; il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 64.670 euro, il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 22.280 euro, quello dei pensionati a 19.750 euro.Crescono i valori medi di tutte le tipologie di reddito: reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+19,6%) e in contabilità semplificata (+12,5%); reddito da partecipazione (+11,6%); reddito da lavoro autonomo (+6,9%); reddito da pensione (+4%) e reddito da lavoro dipendente (+3,6%).

L’imposta netta totale dichiarata ammonta a 174,2 miliardi di euro, (+1,9% rispetto all’anno precedente), è pari in media a 5.380 euro e viene dichiarata da quasi 32,4 milioni di soggetti, pari a circa il 77% del totale dei contribuenti. L’addizionale regionale Irpef ammonta nel 2022 a 13,9 miliardi di euro (+8,4% rispetto al 2021). L’addizionale regionale media è pari a 450 euro. L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a oltre 5,8 miliardi di euro, in aumento dell’8,8% rispetto al 2021, con un importo medio pari a 213 euro.Sono circa 4,2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA; Il volume d’affari dichiarato ha raggiunto i 4.870 miliardi di euro (+25,5% rispetto al 2021). Va evidenziata la variazione della divisione di attività “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” il cui volume d’affari cresce del 118,7% rispetto al 2021. L’ammontare dell’imposta dovuta nel 2022 è di 143,6 miliardi di euro (+9,6% rispetto al 2021), l’imposta a credito invece è pari a 50,7 miliardi di euro (+25,2% rispetto al 2021).

Questa volta Portofino ha scalzato Lajatico e Bisaglio nella classifica dei redditi medi dichiarati al fisco più alti di Italia. Nella top ten solo regioni del Nord con un’incursione al nono posto di Forte dei Marmi in Toscana. Al Nord ci sono anche diversi tra i Comuni con l’Irpef più basso di Italia. Tra i capoluoghi di Regione invece vince Milano, seguito da Bologna e Roma; ultimo Potenza, seguito da Catanzaro e Palermo. 

Ecco la classifica. I primi 10: 1) Portofino 97.058 2) Lajatico (Pisa) 56.028 3) Basiglio (Milano) 53.419 4) Briaglia (Cuneo) 44.924 5) Cusago (Milano) 42.314 6) Torre d’ Isola (Milano) 38.810 7) Borgogno (Novara) 38.121 8) Pino torinese (Torino) 38.021 9) Forte dei Marmi (Lucca) 37.844 10) Segrate (Milano) 37.788 Gli ultimi 10 (dall’ultimo) 1) Cavargna (Como) 7.402 2) Gurro (Verbania) 8.046 3) Valle Canobina (Verbania) 8.497 4) Val Rezzo (Como) 8.969 5) San Nazaro Val Cavargna (Como) 9.529 6) Castelmagno (Cuneo) 10.192 7) Dinami (Vibo Valentia) 10.610 8) Roseto Valfrontone (Foggia) 10.717 9) Terelle (Frosinone) 10.724 10)Aieta (Cosenza) 10.986 Ecco la classifica dei capoluoghi di regione Milano 37.583 Bologna 29.020 Roma 28.900 Aosta 28.899 Bolzano 28.108 Firenze 27.668 Cagliari 26.839 Torino 26.595 Trento 26.488 Trieste 25.090 Venezia 24.897 Genova 24.742 Ancona 24.645 L’Aquila 24.197 Pescara 24.123 Bari 23.874 Perugia 23.413 Napoli 22.779 Campobasso 22.468 Palermo 22.103 Catanzaro 22.005 Potenza 19.847 

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Economia

Svimez: al Sud default infrastrutture, male su treni e sanità

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Non si colma il forte gap di infrastrutture tra Nord e Sud. Nel Mezzogiorno infatti i binari ferroviari sono pochi, l’ Alta Velocità serve solo la Campania, tram e metropolitane sono praticamente inesistenti e il grado di soddisfazione per bus e pullman è nettamente più basso rispetto alle altre aree del paese. Per non parlare della sanità, dove il numero di letti nelle case di cura per abitante è ampiamente inferiore rispetto al resto del paese e il divario con il Centro-Nord è “macroscopico” sulle strutture per l’assistenza degli anziani. E’ il quadro dipinto dalla Svimez nell’audizione alle Camere sul federalismo fiscale.

Per i trasporti in particolare, secondo la Svimez sono numerosi gli indicatori che evidenziano il divario territoriale nella dotazione di infrastrutture. Per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviarie, le linee in esercizio gestite da Rfi si sviluppano al Sud su 5.717 km, pari al 34% del totale nazionale, mentre la lunghezza dei binari è pari a 7.528 km ovvero il 30% del totale nazionale. Ma al di là della sottodotazione quantitativa di binari nel Mezzogiorno, in sé relativamente contenuta, sono i requisiti prestazionali della rete a evidenziare i maggiori divari. Significativo è l’indicatore relativo alla quota di linee classificate come ‘fondamentali’ e ‘di nodo’ (queste ultime presenti solo in Campania), che al Sud interessa solo il 21,4% dell’intera estesa contro una percentuale più che doppia al Centro-Nord (53,5%). Enorme anche il gap nell’elettrificazione della rete: 58,2% al Sud contro l’80% medio al Centro-Nord.

Infine la rete a doppio binario è pari al 31,7% nel Mezzogiorno a fronte del 53,4% delle regioni centro-settentrionali. Per quello che riguarda poi l’Alta Velocità, nelle regioni meridionali lo sviluppo è di 181 km (interamente in Campania), ovvero appena il 12,3% del totale nazionale. Quanto invece ai sistemi di trasporto urbano, le città capoluogo del Sud dispongono di una dotazione complessiva di reti tramviarie pari a 42,6 Km ovvero l’11,2% del totale nazionale e di reti metropolitante pari a 25,7% (13,5% del totale nazionale). Carenti anche i servizi di trasporto pubblico, qualitativamente di livello inferiore al Sud rispetto al resto del paese: nel 2022 gli utenti soddisfatti dell’autobus sono stati il 55,7%, quasi 10 punti in meno rispetto alla media nazionale.

Per quello che riguarda invece le infrastrutture sanitarie la Svimez ha valutato la disponibilità a livello regionale di posti letto nelle strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali, “destinate a rappresentare sempre di più le strutture per il primo presidio di cura a livello territoriale”. In questo comparto mette in luce la “grave sotto dotazione” delle regioni meridionali, che registrano tutte valori inferiori alla media nazionale di 553 posti letto per 100.000 abitante. E particolarmente deificitaria la situazione della Sicilia (98 posti), Campania (114) e Basilicata (128). Per quello che riguarda invece le dotazioni regionali di posti residenziali per anziani nelle strutture territoriali per 1.000 residenti, a fronte di una disponibilità media di 15,2 posti in Italia la situazione peggiore si registra sempre in Sicilia (1,2), Basilicata (1,4) e Campania (1,8). Infine per quello che riguardano i servizi idrici, la regione italiana caratterizzata dalla quota significativamente più elevata di popolazione regionale senza accesso al servizio di depurazione dell’acqua è la Sicilia, pari al 13,1%, mentre significativo è anche il ritardo della Calabria (5,3%) e della Campania (4,4%). Percentuali, queste, che si confrontano ad esempio alle regioni del Nord Est (0,4%) e del Nord Ovest (0,6%) e a una media italiana del 2,2%.

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Economia

Dl Pnrr diventa legge con fiducia, scontro su consultori

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Tra mille polemiche e una maggioranza sempre più lontana dall’opposizione, passa al Senato con 95 sì, 68 no e un astenuto il decreto che contiene misure aggiuntive per l’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il provvedimento, che aveva già ricevuto il via libera dalla Camera il 18 aprile, diventa così legge. Ma lo scontro in Aula è aspro soprattutto su alcune misure come quella che consente alle associazioni Pro-Vita di entrare a pieno titolo nell’ organizzazione dei Consultori. Per le senatrici Valeria Valente (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S) si tratta, in realtà, di un “attacco bello e buono” alla legge e di “una mano tesa” agli “antiabortisti”. E questo, incalza Tino Magni (Avs), “nella convinzione patriarcale che le donne non siano capaci di scegliere liberamente, che non siano capaci di autodeterminarsi”.

Ma a far discutere c’è anche la norma che dà lo stipendio a Renato Brunetta – già professore in pensione, ex ministro ed ex parlamentare – da presidente del Cnel. Gli interventi più duri su questo fronte sono quelli di Alessandra Maiorino e di Matteo Renzi, anche se quest’ultimo, alla fine, non vota, così come il leader di Azione, Carlo Calenda. Secondo la senatrice del M5S si tratta di “una ricompensa” data a Brunetta per “aver smontato”, come Cnel, “il reddito di cittadinanza”. Mentre il fondatore di Italia Viva parla direttamente di “marchettificio” visto che con questo decreto non solo “si viola la legge Madia” per garantire lo stipendio al presidente del Cnel “con i soldi dei nostri figli”, “ma si prevedono anche molte assunzioni” che nulla c’entrano con il testo. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNNR, Raffaele Fitto, prova in tutti i modi a difendere il decreto in Aula assicurando che si tratta di un testo sul quale “c’è già stato un ampio confronto in Europa”, che contiene “misure” adeguate e che “non toglie 1 euro alla sanità”, ma l’opposizione continua ad attaccare “soprattutto sui tempi” ristrettissimi che al Senato sono stati concessi per esaminare il provvedimento.

Così, mentre la ministra per il Turismo, Daniela Santanché, elogia la “riforma epocale per le guide turistiche” contenuta nel decreto, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, presente al presidio organizzato dalla Cgil davanti a Palazzo Madama contro il provvedimento, accusa direttamente il governo “di un disegno autoritario” contro il quale invita tutti “a scendere in piazza”. Nel Senato, dove nel frattempo si apprende che il 6 maggio arriverà la statua sulla maternità dell’artista Vera Omodeo, che il Comune di Milano aveva rifiutato, il dibattito non si placa fino al momento del voto. Il presidente dell’Udc Antonio De Poli difende la norma sui consultori osservando come non sia “un reato aiutare le donne a scegliere la Vita”, mentre la senatrice del M5S Ketty Damante non ha dubbi: “Il decreto è solo un modo per il governo di provare a nascondere il totale fallimento nella gestione del Piano”. “Stiamo attentissimi quando in futuro l’Ue ci proporrà altre forme di debito – dichiara il leghista Claudio Borghi – perché le sirene hanno già iniziato a suonare e questo lo dico anche agli alleati”.

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