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“Divorzio veloce”, in Arabia Saudita i maschietti potranno lasciare le mogli con un semplice messaggino al telefonino

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In Arabia Saudita non sarà più possibile per gli uomini divorziare ad insaputa delle mogli. Una pratica assurda ma, purtroppo, molto diffusa nel regno ultra-conservatore. D’ora in avanti i tribunali saranno tenuti ad informare le donne sulle sentenze di separazione che le riguardano attraverso l’invio di un sms sui loro cellulari. La misura, che arriva proprio nel bel mezzo delle polemiche sull’opportunita’ di disputare la partita di Supercoppa Juventus-Milan a Gedda, rientra nel processo di riforme avviato dal controverso principe ereditario Mohammed bin Salman. Per alcuni una rivoluzione, per altri un’operazione puramente di facciata, sta di fatto che negli ultimi due anni le donne saudite hanno conquistato due diritti fondamentali e fino a qualche tempo fa impensabili nel “paese piu’ conservatore al mondo”: il permesso di guidare l’automobile e quello di andare da sole allo stadio se pur in zone riservate e quindi lontane dagli uomini. La direttiva sui divorzi introdotta oggi intanto mettera’ fine ad ogni tentativo dell’ex marito di negare gli alimenti e garantira’ alle donne che vengano riconosciuti i loro diritti. Secondo alcuni avvocati divorzisti intervistati dalla Saudi Gazette sono tantissimi i casi di saudite che hanno continuato a vivere con i loro ex mariti non sapendo che questi avevano chiesto ed ottenuto il divorzio. La strada verso l’eguaglianza di genere in Arabia Saudita e’ comunque ancora molto lunga. Oltre a doversi attenere ad un rigoroso codice di abbigliamento, sono moltissime le attivita’ tuttora proibite alle donne del regno. Ad esempio non possono ne’ sposarsi ne’ chiedere il passaporto senza il permesso del loro “garante” uomo. Stessa regola vale per l’apertura di un conto in banca o di un’attivita’. E’ di oggi la storia di una 18enne saudita fermata all’aeroporto di Bangkok mentre tentava di fuggire dal suo Paese dopo aver abiurato l’islam. Alla giovane donna e’ stato sequestrato il passaporto e nelle prossime ore sara’ probabilmente rispedita in Arabia Saudita dove lei dice di temere per la sua vita. “Nel mio Paese non posso ne’ lavorare ne’ studiare. Voglio essere libera di lavorare e studiare come voglio”, ha detto raccontando di aver “condiviso la sua storia e le sue foto sui social media scatenando l’ira del padre.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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