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Devastato un intero isolato a Chiaia, quartiere salotto di Napoli che nei fine settimana diventa terra di movida e vandali: le foto dei danni

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Prestate attenzione alle foto. Sono foto di un raid vandalico a Chiaia, in quello che può essere definito il salotto di Napoli. Le foto mostrano fiorire distrutte, vetrine devastate, auto e scooter danneggiati. Tutto fatto in una zona dove la video sorveglianza, almeno speriamo, c’è e funziona bene. Basterà dunque le immagini per “scovare i responsabili” – come denunciano i Verdi –  e fargli pagare non solo i danni ma anche i reati commessi col codice penale alla mano.

“La zona è stata presa d’assalto da alcuni vandali che hanno dato sfogo a tutta la loro follia. Vetrine di negozi distrutte, auto e scooter danneggiati, piante sradicate, vasi rotti come documentato da Monica Barbara Sansone che ha scattato le foto. Uno scenario da città in guerra, uno spettacolo triste e desolante. Sono, probabilmente, gli effetti di una movida selvaggia che il sabato sera, fra fiumi di alcol e l’inciviltà più assoluta, genera orde di persone e anche di ragazzini che si sentono in diritto di poter fare cioè che gli passa per la testa, causando danni per migliaia di euro” ha dichiarato Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi con la consigliera della I Municipalità Benedetta Sciannimanica.

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Arriva stretta Ue su Pornhub e altri 2 siti per adulti

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Scatta anche per Pornhub e per altre due note piattaforme per adulti come Stripchat e Xvideos la stretta europea sull’online, imposta dalla legge sui servizi digitali, il Digital services Act (Dsa). Dovranno presentare valutazioni del rischio, adottare misure di mitigazione per affrontare i rischi sistemici legati alla fornitura dei servizi e rispettare altri obblighi di trasparenza, pubblicità inclusa, dando l’acceso ai propri dati ai ricercatori. La Dsa ha obblighi rafforzati per quelle che vengono designate come piattaforme online molto grandi. Non solo Twitter, TikTok e Zalando, dunque ma anche Pornhub e le altre due: e forse nulla più dell’obbligo di sottostare alla Dsa dà una misura di quanto sia diffuso il porno online.

Le regole si applicano alle grandi piattaforme indicate ai sensi del Dsa quattro mesi dopo la notifica legale della loro designazione. Così le disposizioni aggiuntive per Pornhub e Stripchat entreranno in vigore il 21 aprile, mentre due giorni dopo per XVideos. Le piattaforme designate devono garantire spazi online più sicuri e trasparenti. Identificare e affrontare in modo efficace i rischi sistemici, in particolare quando si tratta di mitigare i rischi per il benessere dei minori, l’amplificazione di contenuti illegali, i sistemi di raccomandazione, ecc.

Nel caso dei tre siti porno in questione l’esecutivo europeo ha già sottolineato che verranno monitorati con particolare attenzione gli obblighi e le misure volte a protezione dei minori e per affrontare la diffusione di contenuti illegali. Pornhub dichiara sul proprio sito 100 miliardi di video visualizzati all’anno, oltre 100 milioni di visite giornaliere e 36 miliardi l’anno. A fine gennaio stimava di avere ai sensi della Dsa 32 milioni di utenti attivi mensili, mentre Stripchat sul proprio sito ne indica 31,8 milioni (a febbraio 2023). Tutte e tre le piattaforme comunque secondo l’analisi della Commissione superano i 45 milioni di utenti mensili. Le aziende che non rispettano i nuovi obblighi rischiano sanzioni fino a 6% del fatturato globale, ma si può arrivare anche alla messa al bando per i recidivi.

La Dsa ha indicato le prime 19 grandi piattaforme ad aprile del 2023, chiedendo loro dal febbraio di quest’anno di essere pienamente allineate alla riforma. Il riassetto è andato quasi in parallelo alla legge sui mercati digitali Dma, pensata più a protezione del consumatore e delle aziende più piccole, mentre il Dsa punta a limitare gli illeciti online, le fake news, violazioni della privacy e a tutelare i minori.

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Ergastolo ad amanti diabolici, uccisero marito di lei

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Il corpo della vittima non è mai stato trovato, ma questo non è bastato ai due amanti diabolici a evitare l’ergastolo. La corte d’assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, ha condannato al carcere a vita Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, accusati di aver ucciso l’ex marito della donna, Carlo La Duca, e di averne poi fatto sparire il cadavere. Un giallo ambientato a Cerda, centro agricolo del palermitano conosciuto per la Targa Florio, la corsa automobilistica più antica del mondo che si snoda sul percorso delle Madonie, e per le sue coltivazioni di carciofi. Carlo La Duca, imprenditore agricolo locale, sparì nel nulla il 19 gennaio del 2019 dopo essere uscito da casa alle 8.07 per recarsi a Cinisi, dove ad attenderlo c’era la sua nuova compagna. Dovevano trascorrere insieme il fine settimana, non si sarebbero mai incontrati.

Durante il tragitto la vittima si fermò in un terreno di proprietà di Ferrara, che riteneva il suo “migliore amico”, nella borgata palermitana di Ciaculli. È qui, tra gli agrumeti un tempo feudo di boss mafiosi come Michele Greco, che secondo la ricostruzione dell’accusa La Duca sarebbe stato ucciso. In che modo i due imputati si sarebbero disfatti del corpo resta tuttora uno dei misteri del processo. Alle 10.48 l’auto dell’imprenditore ripartì. Secondo i pm l’uomo era già morto; a guidare era Ferrara. Dietro, in una Fiat Punto bianca, ci sarebbe stata Luana Cammalleri, l’ex moglie che avrebbe partecipato al delitto. Il tragitto della Volkswagen dell’imprenditore fu seguito grazie al Gps installato sulla vettura trovata abbandonata in via Salvatore Minutilla, nel rione periferico di Cardillo, dall’altra parte della città. L’accusa ha sostenuto che ad uccidere l’imprenditore sarebbero stati i due amanti, anche se non è mai stato trovato il cadavere dell’uomo, nonostante le ricerche, nè è stato chiarito il movente del delitto. I parenti della vittima e la nuova compagna si erano costituiti parte civile.

La mamma di Lo Duca, Concetta Grispino, dopo la sentenza è scoppiata in lacrime. “Ci sono due bambini senza un padre. Assassini, l’hanno studiato, adesso devono soffrire in carcere”. “L’ho detto fin dal primo momento che erano stati loro – ha aggiunto la donna -, si fingevano amici e invece…. Mio figlio non me lo restituirà più nessuno. Perché, perché? Mio figlio non aveva nemici, lo stimavano tutti, tutti. Sono cinque anni che non lo vedo e non lo vedrò più”.

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Voto di scambio e corruzione, bufera su Regione Sicilia

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Uno scambio di favori per ottenere voti per l’allora candidata del Pd alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, ma anche contatti con due Carabinieri per acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico e bonifiche tecniche nei locali della sua segreteria. Sono le accuse contestate dalla Procura di Catania – nell’ambito di un’inchiesta che ha portato a undici misure cautelari – al vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale del Partito democratico.

L’uomo forte della Lega nell’isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno dal gip Carla Aurora Valenti. La giudice, pur sottolineando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e che a suo carico pendono altri procedimenti per reati in materia elettorale, non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari della Procura. Il parlamentare si è detto “sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati”.

Sammartino si è dimesso dagli incarichi di governo che sono assunti ad interim dal governatore Renato Schifani che ha ribadito “piena fiducia nella magistratura” e ricordato che Sammartino ha “ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza”. “Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega: le indagini sono state chiuse nel 2021, ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché arrivino ora”, si chiede il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. Per i componenti del M5s in commissione Giustizia dall’inchiesta emerge “un quadro sconcertante” e “la risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare”. Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, attacca il vicepremier: “noi non raccattiamo ‘feccia politica’ pur di avere voti come ha fatto Matteo Salvini”.

La senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Pd, sottolinea “la necessità di alzare il livello di guardia e di mettere al centro dell’azione politica etica pubblica e antimafia sociale”. Sul caso si è già attivata la commissione parlamentare Antimafia che ha disposto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta. Sammartino è indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’ su presunte infiltrazioni mafiose di corruzione nel Comune di Tremestieri Etneo il cui sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. In carcere, con la stessa accusa, è stato condotto dai Carabinieri del comando provinciale di Catania anche Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe “adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione” di Rando.

Ai domiciliari Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l’architetto Puccio Monaco, all’epoca dei fatti consulente a titolo gratuito del sindaco, l’ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021. Rando e Ronsisvalle sono stati sospesi dell’incarico di amministratori dal prefetto di Catania. L’accusa a Sammartino, oggi alla Lega, ma con un passato in Udc, Pd e Italia Viva, è di avere favorito Ronsisvalle, proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo: si sarebbe impegnato nell’impedire l’apertura a un suo concorrente, intervenendo al Comune.

In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2020 per il Pd, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta. Sammartino, all’epoca, spiegava che bisognava “dare un messaggio in Sicilia” perché “c’è un degrado culturale infinito” e “l’occasione può essere il voto per le europee”, con il “sostegno a Caterina Chinnici”. Un magistrato, spiegava l’allora deputato del Partito democratico, che “ha una storia, ha un significato, è la Sicilia che non abbassa la testa, che ormai siamo diventati terra di… per i leghisti che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo”. Secondo il pentito, Silvio Corra, Sammartino nel 2015 avrebbe incontrato, una-due volte, esponenti di spicco del clan Santapaola.

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