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Cronache

Dalle Istituzioni e dalla Politica ancora il nulla e i nuovi Pappalardo ringraziano

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Questo è sicuramente il momento più buio della nostra Democrazia, mai così in bilico, neanche negli anni di piombo, perché almeno in quel violentissimo frangente era chiara la linea di demarcazione tra schieramenti contrapposti, in un mondo dove esistevano uomini che personificavano vere appartenenze. Oggi, quello che viviamo è il caos dei valori, il nulla della politica, la mortificazione del diritto che tenta di essere piegato ai soli egoismi personali. La commistione tra politica e malavita è talmente sovrapposta che sempre più frequentemente non si riesce a comprendere neanche chi delle due si offra per prima all’altra.

Arresti infiniti, tanti indagati e pochi definitivamente condannati, perché la giustizia è stata mutilata ad arte da chi ha finto di migliorarla, gli stessi che da essa già fuggivano e che oggi sono sempre pronti ad invocarla, come in un rito blasfemo che diventa beffardo quando beccati con le mani ancora in pasta gridano a gran voce : ” … confido nella Giustizia e nell’indipendenza dei Giudici“.

Luca Palamara. Il magistrato indagato a Perugia e pietra angolare dello scandalo che sputtana la magistratura

Ma a questi mali sembra non esserci fine ed allora ecco arrivare con macabra puntualità l’assalto all’ultimo avamposto di Legalità, quello che più di tutto e di tutti ci ha preservato fino ad oggi dalla catastrofe, perché la questione che ruota e si è gonfiata attorno la vicenda Palamara rischia di trascinare nella fossa il buon nome dell’intero Ordinamento che oggi come non mai ha bisogno di dare risposte, non solo tramite Mattarella, ma attraverso l’esercizio dell’irrinunciabile proprietà di autodisciplina. Perché l’incapacità di autogoverno di ogni centro di potere nel nostro assurdo Paese ha rappresentato il male capace di infettare tutto l’universo economico e sociale che ruota attorno alla Pubblica Amministrazione e le sue Istituzioni.

Del resto da circa un ventennio, i partiti politici pur di garantire il posto a persone che avevano l’unico pregio di essere graditi e gradite al vertice o al capo,  hanno tradito i valori su cui fondavano e quindi la base elettorale, salvo poi dover necessariamente recuperare i “numeri” affidando i rimanenti seggi in favore dei “portatori di voti” di turno, fingendo di non comprendere che se il consenso non può essere conquistato con la forza delle idee allora può essere solo comprato o barattato, nel vero senso della parola. Così le metastasi che affogano il Parlamento nazionale come i vari Consigli ragionali sono visibili a tutti tranne che ai responsabili di questo sfacelo, da destra a sinistra passando per il centro, tutti mummificati nel torpore del loro interesse personale, e che affidano ai loro fidati strilloni solo il recapito di offese o scialbi slogan elettorali. E così oggi irrompono nella partita del potere coloro che personificano il disgusto per una politica marcia e indegna, ma lo fanno brandendo le pericolosissime armi dell’odio, mentre in troppi fingono ancora di non comprendere tutto questo inarrestabile precipitare. Lo disse finanche Beppe Grillo, qualche anno fa, che era stata una fortuna per i suoi avversari che fosse stato un “comico” ad incarnare il malcontento generale, così scongiurando quegli scenari di maggiore scontro sociale che però forse oggi stanno maturando. Anche in quell’occasione quasi tutti fecero finta di non capire o magari non capirono davvero.

Così, in questa assurda pazzia italiana, dopo il suicidio politico di Matteo Salvini che aveva troppa fretta di diventare premier unico ed indiscutibile, il trasformismo non ha poi risparmiato neanche i Grillini che, pur dichiarando la prosecuzione del loro intento di rinnovamento, si sono invece incartati in una assurda alleanza con il partito che da sempre avevano indicato come lo stereotipo di ciò che loro non volevano essere. 

E così se l’ascesa della Lega è stata paradossalmente incoraggiata dagli atteggiamenti politici della Boldrini, che in molti fatichiamo ancora a comprenderne il significato, mentre quella dei Cinque Stelle, almeno nella prima fase, è stata una risposta al nulla che avevano espresso i partiti “storici”, oggi il livello di instabilità sociale e politica si alza ancora di fronte alle nuove azioni del generale Antonio Pappalardo, che  ringrazia tutti per avergli srotolato questo tappeto rosso, anzi arancione. E dopo la dimostrazione di piazza del 30 Maggio scorso ed i successivi incitamenti alla ribellione sociale, utilizzando toni e termini da brividi, le sole azioni di condanna e contrapposizione politica sono state rappresentante sempre e solo da sfottò.

Questo banale atteggiamento di mera denigrazione però tanto somiglia a quello manifestato in modo isterico dai matusalemme della politica contro la Lega e Cinque Stelle proprio  all’alba del loro ultimo exploit. Praticamente solo un modo per mettere la testa sotto la sabbia, ancora una volta (!) mentre nel mondo reale si stanno addensando troppe nubi nere che fanno da cornice alle minacce del militare palermitano, sempre più lontano dalla irrinunciabile prospettiva della democrazia.

La Torre di Babele

Perché il settantenne Antonio Pappalardo, capo indiscusso ed indiscutibile dei “gilet arancioni” non è un uomo qualsiasi, ma ha rivestito ruoli cruciali come ex sindacalista, generale di brigata dei Carabinieri, parlamentare, sottosegretario,  già ispiratore del movimento dei forconi e artefice della rivolta dei tir che nel non lontano 2011 paralizzò le principali vie di collegamento di tutta Italia. Il suo essere oggi negazionista del Covid19, anti euro, neorestauratore con un atteggiamento da rivoluzionario, rende questo caparbio signore siciliano l’incarnazione di un malcontento senza precedenti, una rabbia che non sarà mitigata da un regalo mensile in denaro, così come è diventato il reddito di cittadinanza senza controlli e senza navigator, o la promessa salviniana dell’arresto del fenomeno migratorio dall’Africa che invece si fermerà solo e quando il continente nero potrà sfamare i suoi popoli che non resteranno a crepare di fame mentre guardano come in Occidente si muore di eccessi.

Le manifestazioni antisistema. Le voci della protesta incarnati da Pappalardo e dai gilet arancioni?

Quindi se la Magistratura non sarà tremendamente ferma e decisa nel ridarsi l’immagine di altissima moralità che le è propria, se i Partiti continueranno ad esprimere il niente che sono diventati senza ritornare alla base e riedificare una forza elettorale autentica e fedele ad un vero ideale, allora i cittadini si sentiranno condannati alla non “scelta” e così continueranno a sconfinare nella direzione del non ritorno, e se giungeranno alla fine di quel percorso allora il prezzo da pagare sarà tremendo. 

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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