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Corteo, bombe e cori contro i calciatori fuori il San Paolo, ma il Napoli ha bisogno di pace non di guerre

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Il ritiro, l’ammutinamento, ma la frittata non è ancora del tutto fatta. La scelta (non proprio consueta) di far svolgere l’allenamento del Napoli a Napoli, al San Paolo, ha consentito di spostare totalmente l’attenzione su una squadra di calcio di vertice del campionato di seria A che oggettivamente naviga a vista. Non mi piace la parola caos. Ma il rischio è arrivarci. Ci sono le tre componenti che non si parlano. La società dice o ordina una cosa, l’allenatore non condivide, la squadra se ne fotte di tutti e due. Il problema nasce perché il Napoli, la squadra, è un po’ a corto di risultati. Certo lo spettacolo che ammiriamo non è degno di una grande piazza di calcio, aldilà delle singole responsabilità. Oggi, guarda caso, a Napoli, per le strade di Fuorigrttoa, c’erano 150, forse 200, forse di più, ultras del Napoli in corteo. Roba che non si vedeva dai tempi del fallimento del Napoli. Che cosa facevano, questa volta, gli ultras del Napoli? Manifestavano, a loro modo e con i loro modi, all’esterno della rampa d’accesso dello stadio San Paolo, prima dell’allenamento, mentre arrivavano o dovevano arrivare i calciatori e lo staff tecnico di Ancelotti. Un allenamento solo per abbonati, chiuso alla stampa. Anche questa scelta non è stata geniale. La pressione fisica, quella nervosa, il corteo, le bombe carta. È roba di un altro mondo. Gli ultras in corteo, tra una bomba carta e l’altra, esibivano anche uno striscione. Con una  scritta: “Rispetto!”. Quando l’hanno srotolato questo striscione, davanti al varco di accesso dei calciatori, era chiaro che si riferissero a loro. Gli ultras vogliono il rispetto dai calciatori. I calciatori devono rispetto sicuramente alla società. Non solo. Perchè la cosa fosse ancora più chiara, gli ultras hanno intonato anche dei cori. Di contestazione, ovviamente. Ai calciatori, certamente.  ‘Meritiamo di più’ e ‘Calciatori mercenari siete voi’ erano quelli più gettonati. Qualcuno avrà messo i gettoni per far sentire queste canzoncine? Ma a che serve tutto questo? A nulla. A chi serve? A nessuno. Stanno distruggendo un giocattolino che faceva più o meno gli interessi di tutti. La maggioranza dei tifosi del Napoli (quelli che se ne fottono di beghe e veleni) vorrebbero solo che il Napoli facesse un altro passettino avanti, vincesse qualcosa. E invece ci si ritrova in un cul de sac. Con tre componenti del Calcio Napoli che non  si parlano. Che si fanno una guerra di nervi. Che preparano una guerra legale. Che si apprestano a farsi del male. Perchè in questo contesto, al netto delle ragioni di tutti (e la società di De Laurentiis per oggettive ragioni di diritto ha più ragione di tutti), perderanno tutti.

Perderà De Laurentiis perché depaupererà così facendo il suo parco calciatori, vero capitale sociale. Perderà Ancelotti, che molti commentatori più o meno oscuri o dioscuri ventriloqui già danno in partenza con tanto di anticipazione di futuri sostituti. Perderanno i calciatori che perderanno un anno della loro vita professionale (vita breve quella professionale) perdendo tempo dietro questa scemenza dell’ammutinamento.

Che cosa manca in questo momento? Manca chi, nella società o anche fuori dalla società, è capace di mediare tra posizioni che non sono antitetiche ma che si accompagnano a caratteri difficili, frustrazioni per non aver raggiunto risultati importanti in anni in cui la Juventus ha dominato e altro ancora che è inutile rivangare.

Oggettivamente, sembra un colossale equivoco che invece di essere fiaccato, spiegato, ingentilito nei modi, viene alimentato e portato alle estreme conseguenze da chi dovrebbe invece adoperarsi per mettere pace. Il Napoli (tutti) ha bisogno di pace. Il presidente faccia un passo indietro, dimostri di essere magnanimo (intelligente lo è già). Faccia finta di non capire quello che è successo, ripeta ancora una volta che il ritiro non era una punizione o una costrizione per calciatori ebeti ma solo un modo per far reagire l’ambiente, condividere ogni sforzo per tornare in sella, motivare tutti.

Carlo Ancelotti usi tutta la sua intelligenza e esperienza per fare da collante tra squadra e società. Se ne fotta dei commentatori da salotto, faccia quello che deve fare per far comprende ai calciatori che sono dipendenti della società e che la società va rispettata. Anche quando si crede che una scelta organizzativa è sbagliata la si rispetta. È la società che decide l’organizzazione. I calciatori giochino bene a pallone, è quello che si chiede loro. Non devono obiettare scelte organizzative o tecniche, ma ascoltare e rispettare gli ordini di servizio della società e le indicazioni dell’allenatore. Si può ancora tornare indietro. Si può ancora rasserenare il clima. Si può evitare di mandare tutto a puttane. Poi si discuterà su errori, omissioni, responsabilità. Ma oggi è tempo di pace. Basta guerre. Napoli merita un grande Napoli.

Giornalista. Ho lavorato in Rai (Rai 1 e Rai 2) a "Cronache in Diretta", “Frontiere", "Uno Mattina" e "Più o Meno". Ho scritto per Panorama ed Economy, magazines del gruppo Mondadori. Sono stato caporedattore e tra i fondatori assieme al direttore Emilio Carelli e altri di Sky tg24. Ho scritto libri: "Monnezza di Stato", "Monnezzopoli", "i sogni dei bimbi di Scampia" e "La mafia è buona". Ho vinto il premio Siani, il premio cronista dell'anno e il premio Caponnetto.

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La morte di Mattia Giani sul campo di calcio, l’accusa del giudice sportivo: l’ambulanza arrivò dopo 17 minuti

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Una tragedia ha colpito il mondo del calcio toscano con la morte del calciatore Mattia Giani durante una partita tra Lanciotto e Castelfiorentino. Il giudice sportivo della Figc – Lega Dilettanti toscana ha ora fornito una ricostruzione dettagliata degli eventi che hanno portato alla tragedia e delle decisioni conseguenti.

Secondo il giudice sportivo, l’ambulanza è arrivata allo stadio di Campi solo 17 minuti dopo che i soccorsi sono stati richiesti per Mattia Giani. Durante questo periodo, i soccorsi sono stati forniti da un massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna, che sembra che abbiano utilizzato un defibrillatore per tentare di rianimare il giocatore. Successivamente, una prima ambulanza è giunta sul posto e ha continuato le operazioni di soccorso con l’aiuto di altri volontari che sono arrivati con un’altra ambulanza pochi minuti dopo. Nonostante gli sforzi dei sanitari, il calciatore è stato dichiarato morto dopo il suo trasferimento in ospedale.

Il giudice sportivo ha ritenuto giustificata la sospensione della partita, che è stata interrotta al 14′ del primo tempo, a causa dell’inevitabile turbamento di giocatori e dirigenti causato dall’evento tragico. Inoltre, ha deciso che la parte restante della partita dovrà essere recuperata in un secondo momento.

La squadra Lanciotto è stata multata di 400 euro “per mancanza di ambulanza e/o medico”,  sanzione prevista per questa mancanza.

“Giova sottolineare – scrive ancora il giudice sportivo – come il rispetto del grave evento anche da parte della società Lanciotto Campi Bisenzio e dei componenti la terna arbitrale sia sintomo di grande osservanza dei valori della solidarietà e della correttezza sportiva”.

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Champions, il Real Madrid di Ancelotti batte il City ai rigori e vola in semifinale

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Il “re” di coppe piazza un altro colpo: il Real Madrid di Carlo Ancelotti raggiunge la semifinale di Champions League dopo una battaglia durissima contro il Manchester City di Pep Guardiola. Raggiunge così Del Bosque come il secondo allenatore del Real Madrid con più presenze in Champions.

Con uno spettacolare pareggio 3-3 nell’andata, i Blancos di Carlos Ancelotti si sono imposti dopo i rigori (5-4) nel ritorno dei quarti di finale all’Etihad Stadium. Nonostante un inizio frenetico, con il Real che si è portato in vantaggio al 12’ grazie a Rodrygo e il Manchester City che ha colpito la traversa con Haaland, il primo tempo si è chiuso sull’1-1, firmato da De Bruyne al 76’. Il ritmo del match è stato incandescente, con entrambe le squadre impegnate in rapidi scambi e azioni fulminee. Nonostante gli sforzi di entrambi i lati nei tempi regolamentari e supplementari, il risultato è rimasto invariato.

La partita è stata caratterizzata da un gioco tattico, con Pep Guardiola e Carlo Ancelotti che hanno orchestrato le loro mosse con maestria. Ma è stata la lotteria dei rigori a decretare il vincitore, con il Real Madrid che ha avuto la meglio, accedendo così alla semifinale per il quarto anno consecutivo. Ora, i Blancos si preparano ad affrontare il Bayern Monaco in un’altra sfida emozionante per un posto nella finale di Champions League.

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Champions, il Bayern va in semifinale battendo l’Arsenal di misura

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Il Bayern Monaco si consola del campionato deludente conquistando l’accesso alla semifinale di Champions League dopo una vittoria cruciale sul campo dell’Arsenal. Con un risultato finale di 1-0 all’Allianz Arena nel ritorno dei quarti di finale, i bavaresi hanno dimostrato ancora una volta la loro forza e determinazione. Il momento decisivo è arrivato nella ripresa, quando Kimmich ha trovato la rete di testa su un preciso cross di Guerreiro al minuto 63’.

La partita è stata caratterizzata da un dominio del Bayern, che ha colpito due volte il palo nella stessa azione all’inizio della ripresa, con Goretzka e Guerreiro, mettendo a dura prova la difesa dell’Arsenal. Nonostante i tentativi dei Gunners di reagire grazie ad un ottimo Jorginho, il Bayern ha mantenuto saldamente il controllo del gioco e ha difeso con determinazione il proprio vantaggio fino al fischio finale.

Questo risultato segue il pareggio 2-2 nell’andata all’Emirates di Londra, confermando la superiorità complessiva del Bayern Monaco nella doppia sfida. Ora, i bavaresi si preparano ad affrontare la vincente tra Manchester City e Real Madrid nella semifinale.

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