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Coronavirus, sorvegliate le tappe della famiglia di Taiwan positiva

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Sul territorio nazionale “non abbiamo casi acquisiti”. E questo fa “ben sperare”. Queste le parole degli operatori che stanno gestendo l’emergenza coronavirus sul caso della famiglia di Taiwan di quattro persone, arrivata in Italia da Hong Kong il 22 gennaio per ripartire il 31. Tornati a casa il primo febbraio, padre madre e uno dei figli, sono risultati positivi al coronavirus. Il ragazzo e’ il 18/o caso registrato a Taiwan. Le tappe del loro viaggio sono state tutte individuate in base alle procedure che si adottano per questi casi con il tracciamento di tutti ‘i contatti stretti e continuativi’. “Siamo abbastanza tranquilli perche’ sta per scadere il periodo dei 14 giorni da quando sono passati per la Toscana e per il Lazio”, precisa il ministero della Salute. Stretta la collaborazione con le autorita’ sanitarie locali. In particolare riguardo al tracciamento degli spostamenti, per contatti stretti e continuativi si intende, per l’aereo, i due passeggeri accanto da entrambi i lati e due file avanti e due indietro. Individuati anche i posti dove la coppia di Taiwan con i figli hanno viaggiato in treno per spostarsi in Italia e tracciati anche tutti gli spostamenti effettuati e le strutture che hanno frequentato e dove hanno alloggiato. “Noi non abbiamo casi acquisiti sul territorio nazionale. I tempi della coppia di Taiwan ci fanno ben sperare ma i controlli verranno ugualmente effettuati”, ha detto il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito. Le ultime tappe sono state in Toscana, a Firenze Siena e Pisa, e a Roma. La famiglia, rende noto la regione Toscana, ha soggiornato sul territorio regionale per quattro giorni, dal 26 al 29 gennaio. La Regione “appena allertata dal ministero ha attivato la Asl che, a sua volta, ha inviato gli operatori” nella struttura ricettiva dove ha soggiornato nel centro di Firenze dal 26 al 29 gennaio, “per i controlli del caso al personale della reception entrato in contatto con i turisti. A circa 10 giorni di distanza dalla partenza i controlli hanno dato esito negativo”. Anche dalla Regione Lazio fanno sapere che non ci sono criticita’ per il passaggio della famiglia di Taiwan. “Una volta appresa la notizia da fonti ministeriali sono state disposte tutte le verifiche previste dai protocolli, si e’ immediatamente attivata la task force del servizio sanitario regionale e non si sono rilevate criticita’ nel tragitto romano. Abbiamo un ottimo sistema di sorveglianza e i cittadini devono fidarsi”, fa sapere l’assessore alla Sanita’ del Lazio, Alessio D’Amato. I casi accertati di positivita’ al coronavirus in Italia sono tre, la coppia di turisti cinesi e il giovane ricercatore italiano tuttora ricoverati allo Spallanzani. In merito invece alla diffusione in Cina, “aumenta – ha detto Ippolito – soprattutto la quota nella provincia della quale fa parte Wuhan e questo fa pensare che nelle altre province la diffusione potrebbe non essere cosi’ rapida”. E sul vaccino: “Ci sono tante piattaforme vaccinali. In questo momento chiunque sa produrre un vaccino prova a fare un vaccino. Ci vorranno almeno sei mesi. Poi andra’ valutato. E’ difficile che noi avremo un vaccino disponibile su larga scala prima di un anno”. Per le scuole “e’ giusto che venga gestito attraverso il modello dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl che sono capillari sul territorio e che hanno le competenze sufficienti. Saranno loro a consigliare caso per caso”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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