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Coronavirus, a Sky Tg24 giornalisti e tecnici contagiati a Milano e paura a Roma per Sileri contagiato negli studi

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Il tg di Sky tira avanti. È difficile, però, la messa in onda. Il trasferimento notte tempo (prima che il premier Conte facesse della Lombardia zona Rossa) da Milano a Roma di Sky Tg24 è servito solo a turare qualche falla. Non a risolvere i problemi e lo stress a cui è sottoposta l’organizzazione già difficilissima di un canale che negli ultimi tre anni ha registrato tra incentivi all’esodo, minori investimenti,  uscite volontarie (giornalisti e tecnici che si sono fatti liquidare e sono andati via perché no cadevano più nel progetto), licenziamenti sommari collettivi e cause di lavoro una sorta di implosione di quello che era uno dei telegiornali più autorevoli d’Italia messo in piedi da Emilio Carelli. I giornalisti e i tecnici, nell’era del coronavirus sono merce rara.

Al vertice di Hr di Sky. Francesca Manili Pessina ha disposto la spostamento di personale da Milano a Roma dove i dipendenti sono sul piede di guerra perchè temono contagi

La positività del giornalista Renato Coen a Milano, ricoverato all’ospedale Sacco in condizioni difficili, ha costretto la Direzione risorse umane di Sky (il duo Francesca Manili Pessina e il suo braccio sinistro Emanuele Cappelli) a mettere in  quarantena una 3oina di persone. Il canale delle news a Milano (fino a un mese fa quartier generale, ora una sorta di ridotta) è praticamente quasi chiuso dopo il ricovero coatto del giornalista contagiato, la messa in quarantena di tutti quelli che sono venuti in contatto con lui, un piano intero off limits (il terzo) per la sanificazione e l’igienizzazione dell’intero complesso aziendale (tre building con vista sul boschetto dei drogati nella periferia più degradata di Milano) sottoposto sempre a disinfezione e pulizia radicale di prevenzione. In questa situazione già drammatica, in cui giornalisti e tecnici di SkyTg24 fanno un lavoro eroico per andare in onda, succede che le due redazioni di Roma (Capranichetta e Salaria) da dove in fretta e furia si è iniziato da lunedì passato ad andare in onda in via provvisoria, hanno subito un’altro grave colpo.

A Capranichetta qualche giorno fa è stato intervistato il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, risultato poi essere positivo al tampone. Le procedure normali di prevenzione prevedono di mettere in quarantena tutti quelli che sono venuti in contatto con il contagiato. Sembra che un fonico e una giornalista hanno avuto contatti col vice ministro. Questo non significa che sono automaticamente contagiati, anzi è probabile che (noi speriamo) sia esattamente il contrario. Ma nel frattempo occorreranno altre misure di prevenzione. Dunque persone da mandare in quarantena, uffici della redazione di Capranichetta da igienizzare e sanificare come da prassi. Ora la domanda è;: da dove mettere in onda  il telegiornale? L’unica soluzione è Salaria. Ma a quale prezzo? Con quali rischi? La situazione è questa. La paura tra i dipendenti romani di Sky che hanno visto arrivare a Roma alcuni (o tanti) loro colleghi da Milano è tanta. Vedere il Tg fa tristezza. Lo studio dal quale si va in onda improvvisato. Conduttori che lanciano servizi che non vanno in onda. Giornalisti in esterna lasciati allo sbando.
In qualche bel servizio si vede un giornalista a Milano senza mascherina, senza altre protezioni, a pochissima distanza dalla persona intervistata, addirittura in auto con una persona, uno al fianco dell’altro, dunque a pochi centimetri di distanza. Una situazione in cui i rischi di contagio per il cameraman che si trova nella stessa vettura assieme al giornalista e al signore intervistato sono elevatissimi.
E di questo ovviamente dovrebbero occuparsi i dirigenti dell’azienda. Che dovrebbero tutelare la salute dei lavoratori, in questo caso di tutti i dipendenti Sky.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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