Un “bazooka” da 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 gia’ previsti, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino a 800mila euro. Il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi. Il rafforzamento del golden power, lo scudo per tutelare le aziende italiane da scalate ostili. Il rinvio all’autunno di elezioni regionali e comunali. La chiusura dei tribunali fino al 3 maggio. Ecco le misure che compongono il nuovo “decretone” varato oggi dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. “Con il decreto appena approvato diamo liquidita’ immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. E’ una potenza di fuoco”, assicura in serata il premier Giuseppe Conte assicurando gli italiani che “quando tutto sara’ finito ci sara’ una nuova primavera e che presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici”. Conte, dopo un Consiglio dei ministri fiume, spiega poi, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al titolare del Mise, Stefano Patuanelli, i nuovi interventi per dare credito alle societa’ in affanno: e’ l’atto primo di una settimana cruciale per costruire la “fase 2” di convivenza col virus e la graduale ripresa delle attivita’.
Un provvedimento “poderoso” accompagnato da un altro decreto – molto atteso dagli italiani – per salvare l’anno scolastico nel caso, non remoto, che le scuole restino chiuse anche dopo il 18 maggio: niente esame di terza media, maturita’ telematica solo orale, nelle altre classi tutti promossi. E’ assai travagliato il varo delle nuove misure che dura quasi 12 ore, in un susseguirsi di riunioni, liti e mediazioni. Sono le 9 quando Conte convoca i capi delegazione con il ministro Gualtieri e il sottosegretario Riccardo Fraccaro. Due nodi, su tutti, dividono la maggioranza e riguardano entrambi il tema della liquidita’ alle imprese. Sulle garanzie Italia viva, senza arrivare a porre veti, mantiene costante il suo pressing perche’ siano per tutti al 100% – ma la normativa Ue lo consente fino agli 800mila euro – in modo da velocizzare le pratiche in banca. Ma la tensione si alza e la discussione si attorciglia soprattutto sul ruolo che avra’ Sace nel prestare quelle garanzie. Gualtieri vorrebbe dare al ministero dell’Economia il potere di indirizzo su Sace, anche se la societa’ continuera’ a far capo a Cassa depositi e prestiti. Il M5s si oppone e Luigi Di Maio pretende che alla Farnesina resti una competenza sul ruolo che Sace esercitera’ nel sostegno all’export e alla internazionalizzazione delle imprese. Il Consiglio dei ministri inizia intorno alle 12 e, non senza discussioni, approva il decreto sulla scuola, che si accompagna all’assunzione di 4500 professori per sostituire quelli andati in pensione su quota 100. Ma visto che sul decreto per la liquidita’ alle imprese un’intesa non c’e’, il Cdm viene sospeso e per riprendere alle 19. Solo nel pomeriggio, dopo un altro vertice, viene annunciata un’intesa: la Farnesina conserva un ruolo e per il 2020 dovrebbero arrivare 50 miliardi di garanzie per l’export, piu’ 200 miliardi nel 2021 per nuovi investimenti. Quanto ai 200 miliardi di garanzie per permettere alle imprese di ottenere prestiti in banca, saranno vincolati agli obblighi di non licenziare e non trasferire la produzione all’estero. Le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni.
Arrivano fondi anche per il commissario Domenico Arcuri, per reperire mascherine e altri strumenti sanitari. E il ‘decretone’ prevede una serie di nuove misure, dal rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi, agli sgravi al 50% per l’acquisto di mascherine. Dopo Pasqua arrivera’ poi un nuovo decreto da oltre 35 miliardi a sostegno a lavoratori e famiglie. Ma intanto, a partire dall’iniezione di liquidita’, si ragiona di come far ripartire il motore economico del Paese. Conte martedi’ pomeriggio vedra’ il comitato tecnico scientifico per iniziare a ragionare di graduali e parziali riaperture di attivita’ fin dal 14 aprile. Potrebbe nei prossimi giorni prendere forma la “cabina di regia” con enti locali e parti sociali tanto caldeggiata dal Pd, anche se poco gradita al M5s. In quella cabina di regia, mentre proseguono le tensioni tra Conte e il lombardo Attilio Fontana, potrebbe entrare il governatore del Veneto Luca Zaia. E’ il tentativo, secondo alcuni, di parlare alla parte piu’ moderata del centrodestra. Un tentativo per ora fallito al tavolo sulle misure economiche con i partiti: Lega, Fi e Fdi lamentano scarso ascolto del governo, andranno avanti coi loro emendamenti al decreto Cura Italia. C’e’ tempo anche per una conferma: a Pasqua gli italiani devono rimanere tutti a casa: “sarebbe irresponsabile andare in giro e allentare la fiducia e la responsabilita’. Pasqua significa passaggio dalla schiavitu’ e anche riscatto: speriamo che possa portarci questa liberta’. Io vivo questa festivita’ con fede, come redenzione. Speriamo che in una versione piu’ laica sia un passaggio verso un definitivo riscatto”, si augura il premier.
Prosegue il calo degli sportelli bancari in Italia che, alla fine dello scorso anno, sono risultati oltre 800 in meno. Come si evince dalle tabelle della Banca d’Italia, il 2023 ha visto una ulteriore riduzione dai 20.985 di fine 2022 ai 20.161 di fine 2023. La diminuzione, sottolinea Via Nazionale, ha riguardato tutte le regioni ed è stata percentualmente più accentuata nelle Marche, in Abruzzo e in Sicilia.
Un colpo di spugna improvviso. Dopo il boom del deficit registrato da Istat a inizio mese con un disavanzo 2023 volato dal 5,3 per cento della Nadef al 7,2 per cento, il governo ha deciso di mandare in soffitta il Superbonus introdotto nel maggio 2020 dal governo Conte II. Federica Brancaccio, presidente Ance, spiega a “Milano Finanza” a cosa e’ dovuta questa scelta a sorpresa: “Ce lo stiamo chiedendo da giorni. Probabile che ci sia stata qualche ulteriore scoperta sui conti: una misura cosi’ d’urgenza, di cui nessuno sapeva nulla alla vigilia del Consiglio dei ministri, fa supporre che si sia verificato qualche imprevisto dell’ultimo minuto”.
“Il testo – aggiunge – ancora non c’e’, e questo ci turba da un lato ma ci rassicura sulla valutazione in merito a possibili correttivi dall’altro. Se lo Stato non dara’ un segnale di continuita’ alle zone del Centro Italia colpite dal sisma, si rischia un’accelerazione dello spopolamento. A essere colpite saranno anche le case popolari e le residenze per anziani”
Per il resto, il bonus “dovrebbe continuare a valere pur in formula ridotta, non essendo il decreto retroattivo”. Questo continuo cambio di registro finisce per esporre le imprese edili all’incertezza: “Quello della certezza e’ un tema su cui ci stiamo battendo da anni: se da parte di cittadini e imprese manca la fiducia in decisioni e leggi che cambiano di continuo, a mancare sara’ la fiducia nei confronti della politica industriale dei governi e piu’ in generale nelle prospettive di crescita del Paese: con la perenne spada di Damocle delle modifiche in corso d’opera sulla testa, nessuno investira’ piu’. E se non si investe, si blocca la crescita”. La scelta del governo appare motivata dalla volonta’ di porre un argine alla spesa.
“Certo, ed e’ comprensibile. Tuttavia non c’e’ solo il deficit da tenere sotto controllo ma anche il suo rapporto con il Pil: se interveniamo solo sul disavanzo senza incentivare la crescita, potremmo anche aver fermato l’emorragia, ma poi servono sacche di sangue da rimettere in circolo”.
Il bonus era stato pensato anche come strumento per favorire l’efficientamento energetico: dati alla mano, pero’, solo il 4 per cento degli edifici risulta riqualificato in tal senso: “Rispetto all’obiettivo di riduzione dei consumi del 16 per cento al 2030, con il Superbonus siamo al 5. La direttiva ha cambiato paradigma in senso qualitativo: prima parlava di ‘efficientamento’, ora di ‘riduzione dei consumi'”.
Brancaccio rileva infine che “non si parla piu’ di un tema sul quale il governo si era impegnato a trovare una soluzione: i crediti non monetizzati. Avremo il dato di quanti crediti andranno persi e non saranno compensati, nell’incertezza di famiglie e imprese che continuano a chiederci aiuto. E’ questa incertezza continua il dato piu’ preoccupante. Si parla tanto di risparmio degli italiani che rispondono prontamente ogni volta che lo Stato chiama. Ma – conclude – servono regole chiare. Fino a ieri si pensava di avere tempo fino al 15 ottobre per rettificare, ora all’improvviso questa misura non c’e’ piu’: un altro fulmine a ciel sereno che contribuisce ad accrescere la confusione”.
“È per me un grandissimo onore essere accolto nella Maison Valentino. Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare ingresso in una maison de couture che ha inciso la parola bellezza in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato. Si tratta di riferimenti che hanno sempre rappresentato per me un’ irrinunciabile fonte di ispirazione e a cui intendo rendere omaggio rileggendoli attraverso la mia visione creativa”.
Così Alessandro Michele, che a pochi giorni dall’addio alla Valentino di Pierpaolo Piccioli, cresciuto per 25 anni nella maison romana, ne assume il ruolo di direttore creativo. Il suo nome in verità era circolato subito tra i papabili, suscitando però qualche perplessità negli addetti ai lavori. Questo perché il nuovo responsabile del team creativo della maison aveva lasciato Gucci, di cui è stato designer per quasi otto anni, nel novembre 2022. Ma nel suo regno da Gucci si era distinto per la sua moda anticonvenzionale e innovativa, per l’imposizione dello stile genderless e per l’abilità nel commercializzare pezzi sciolti e accessori. Doti che avevano portato il fatturato di Gucci da 3 miliardi di euro appena arrivato nel 2015 a 10 miliardi nel 2022. Ma la sua estetica è molto distante da quella imposta invece dalle rigide regole sartoriali delle maison di haute couture.
Del resto però, con Michele rimane tutto in famiglia, perchè Gucci è entrato a far parte dei marchi del Gruppo Kering, che ha acquisito il 30% della Valentino nel luglio scorso, dal gruppo del Qatar Mayhoola, attuale proprietario, con l’opzione di arrivare al controllo del 100% entro il 2028. Per quanto riguarda il rodaggio del neo direttore creativo, che assume comunque un’eredità pesante dalla perfezione raggiunta da Piccioli, servono i tempi tecnici per il debutto. Quindi, dopo aver annunciato che Valentino salterà le collezioni uomo e alta moda che avrebbero dovuto sfilare a giugno, la prima collezione firmata da Michele sarà in pedana il prossimo ottobre, durante la fashion week parigina dedicata alle collezioni donna Primavera/Estate 2025. Ma lo stilista comincerà a lavorare per la maison da martedì 2 aprile, chiarisce la nota ufficiale, “nella sede storica di Roma, dove la maison fu fondata nel 1960” da Valentino Garavani. Il nome di Alessandro Michele in questi mesi era stato fatto ipotizzando il suo arrivo da Fendi e da Walter Albini. Ma si trattava di pure congetture. L’unico dato certo era che dal 2022 l’ex di Gucci era libero.
“Il mio grazie, immenso e sconfinato – scrive ora lo stilista – va a Jacopo Venturini (ceo della Valentino con un passato in Prada e in Gucci, ndr). Tornare a lavorare con lui è per me un sogno meraviglioso che si avvera. Oggi cerco le parole più adatte per dire la gioia, per renderle omaggio: i sorrisi che scalciano in petto, il senso di profonda gratitudine che accende gli occhi, quel momento prezioso in cui necessità e bellezza si tendono la mano. La gioia è però cosa talmente viva che temo di ferirla, dicendola. Che basti quindi il mio inchino a braccia spalancate per celebrare in questo inizio di primavera, la vita che si rigenera e la promessa di nuove fioriture”. “Sono molto contento ed emozionato di tornare a lavorare con Alessandro Michele – ribatte Venturini – dopo anni di lavoro insieme. Il suo talento, la sua creatività, la sua intelligenza sempre legata ad una meravigliosa leggerezza, scriveranno un altro capitolo della Maison Valentino. Sono certo che la rilettura dei codici della maison e dell’heritage creati dal signor Valentino Garavani uniti alla straordinaria visione di Alessandro ci faranno vivere momenti di grande emozione e si tradurranno in oggetti irresistibilmente desiderabili”.