Collegati con noi

Corona Virus

Conte accelera sul piano per fase 2: occorrono regole di convivenza col virus. Le Regioni reclamano autonomia

Pubblicato

del

Accelerare il varo del piano nazionale per la “fase 2” di “convivenza” con il Coronavirus, per frenare l’agitazione delle Regioni e permettere ad aziende e cittadini di prepararsi alla graduale ripartenza. A questo lavora il premier Giuseppe Conte, insieme ai ministri, alla task force e al comitato tecnico scientifico. Vittorio Colao punta a consegnare gia’ a meta’ settimana al governo la sua relazione, che avra’ al centro attivita’ produttive e trasporti. Gia’ mercoledi’ quel documento potrebbe essere discusso nella cabina di regia con le Regioni e i Comuni. Per avere gia’ in settimana – o all’inizio della successiva – le linee guida per le riaperture. Conte prova a placare aspettative e pressioni sottolineando che si lavora in vista del 5 maggio. Piu’ fonti di governo dicono stia tramontando anche l’idea di sbloccare alcuni settori, come la moda e l’edilizia, il 27 aprile: se qualcuno, come Gucci, riapre, e’ sulla base di accordi con i sindacati e dopo richiesta ai prefetti nell’ambito dei settori consentiti. Ma gli enti locali continuano a spingere in questa direzione e non escludono di strappare qualche concessione, anche prima che il 4 maggio parta il piano nazionale. “Nulla accadra’ prima del 25 aprile, poi vedremo”, dice Giovanni Toti. E Massimiliano Fedriga chiede di agire prima, perche’ altrimenti il rischio – denuncia – e’ che “alcune aziende, soprattutto quelle esposte all’export, a maggio non riaprano” perche’ falliscono. Frenano pero’ gli scienziati: “E’ assolutamente troppo presto per iniziare la fase 2: i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire”, dice Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, cui la Lega chiede le dimissioni dopo un tweet – poi cancellato – contro Donald Trump. E’ infiammato il dibattito anche sull’idea, prevalente nel governo, di mantenere anche a maggio limitazioni agli spostamenti tra Regioni. Luca Zaia, con riferimento alla chiusura dei confini minacciata da Vincenzo De Luca, afferma: “Non e’ Nord contro Sud, e’ Sud contro Nord”. La logica del governo e’ evitare che si riaccendano focolai di contagio o che arrivino in Regioni finora risparmiate. Percio’, spiega il ministro Francesco Boccia, nel piano del governo sara’ alle Regioni l’autonomia da loro invocata ma solo come possibilita’ di introdurre misure piu’ restrittive, non per allentare i divieti. L’importante, sollecita Nicola Zingaretti, e’ dare “presto” delle linee guida chiare “su “come” riaprire per permettere alle Regioni di dare a famiglie e imprese certezze”. La discussione del governo potrebbe aprirsi gia’ nel Cdm convocato per il rinvio delle amministrative: la finestra per le regionali, su cui e’ forte il pressing dei governatori del Nord, dovrebbe andare dal 12 luglio al 1 novembre. Quanto alle riaperture, il faro resta la tenuta dei presidi sanitari. Conte lo ha spiegato agli enti locali: la priorita’ e’ “implementare i Covid hospital, l’assistenza territoriale” e accelerare sull’App per tracciare i contagiati. In questo senso potrebbe essere decisa una ripartenza rallentata per i territori che sono piu’ indietro. L’altro grande problema, su cui prosegue anche in giornata il lavoro della task force, e’ quello dei trasporti: si studiano numeri limitati, posti distanziati, obbligo di mascherine, misurazione della febbre in metropolitana, e anche orari degli uffici prolungati, per evitare l’ora di punta. Ma poiche’ potrebbe non bastare, sara’ ancora piu’ incentivato l’uso dello smart working. Sul tema Conte si confrontera’ con le parti sociali, che potrebbe vedere a inizio settimana, anche per provare a “rafforzare” i protocolli di sicurezza sul lavoro elaborati a marzo. La ripartenza dovrebbe comunque riguardare tutte le attivita’ produttive, con l’eccezione almeno all’inizio di bar, ristoranti, negozi di parrucchiere e ovviamente discoteche, teatri, cinema. Anche per gli spostamenti individuali la fine del lockdown sara’ piu’ lenta. E potrebbe essere per fasce d’eta’, con maggiori cautele per le persone piu’ anziane”.(ANSA). MAT 19-APR-20 21:03 NNNN

Advertisement

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

Pubblicato

del

L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

Continua a leggere

Corona Virus

In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

Pubblicato

del

Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto