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Conte a “casa” della Meloni liquida Salvini e tende la mano a Renzi

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Stabilita’, equilibrio, durata: Giuseppe Conte, davanti alla platea di Atreju, puntella il governo giallo-rosso e tendendo la mano a quella che, per ora, e’ la principale mina all’esecutivo: Matteo Renzi. “Non ho motivo di credere che sia un Demolition Man”, sottolinea il premier prendendo cosi’ le distanze dall’allarme lanciato ieri dall’Economist. E tornando a liquidare, questa volta a casa del piu’ stretto alleato della Lega, Matteo Salvini. “La Lega in Ue si e’ isolata. Questo pomeriggio viene Orban: chiedete a lui perche’ non ha seguito Salvini”, e’ la stoccata del capo del governo. L’affollata kermesse di Fdi e’ la seconda tappa del mini-tour del premier, dopo la festa di Articolo 1 e prima dell’arrivo, domani, nella Lecce targata Cgil. Tappa spinosa quella dell’isola Tiberina, per Conte, che a “casa Meloni” non manca tuttavia di usare parole al miele per un Movimento che ha fatto da “pungolo” al sistema. Il premier, alla fine della sua intervista con Bruno Vespa, prende un solo applauso. Ma i fischi si contano sulle dita di una mano. E l’avvocato, con il passare dei giorni, comincia ad ampliare il tono politico dei suoi discorsi. Non smentendo, ad esempio, una sua futura discesa in campo. “Il presente e’ gia’ tanto sfidante, mettermi qui a ragionare del futuro e’ un salto nel buio. Per realizzare un progetto politico ho accettato questa sfida…”, sottolinea. Non solo. Per la prima volta Conte interviene anche sulla legge elettorale, tema cruciale che sta sullo sfondo della maggioranza giallo-rossa. In un momento in cui, dopo la scissione di Renzi, anche nel Pd cresce la voglia di un sistema che volga al maggioritario, penalizzando, quindi, partiti come la neonata Italia Viva. E Conte si pone in linea prendendo come stella polare la stabilita’ del governo. “In Italia c’e’ un problema di questo tipo. Dagli altri leader Ue mi e’ sempre stato sempre prospettato che con l’Italia non si possono avviare discorsi perche’ cambiano i governi”, sottolinea Conte volgendo lo sguardo alla legge elettorale per i sindaci e spiegando: “Rafforzare i poteri dell’esecutivo non sarebbe la direzione sbagliata ma con i dovuti contro-bilanciamenti e certo, adeguando il sistema alla realta’ italiana”. Per qualsiasi progetto riformatore, avverte Conte, ci vogliono almeno “due-tre anni”. Per la legge elettorale, insomma c’e’ tempo. E, dal Veneto, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca’, non a caso, parla di “grande progetto riformatore” facendo capire come i tempi siano lunghi e inviando, indirettamente, un messaggio alla trincea renziana. Renziani che finiscono nel mirino di Nicola Zingaretti. Il segretario Pd, interpellato in tv sui momenti dell’addio di Matteo Renzi, rivela: “Mi ha mandato un whatsapp a decisione presa”. Zingaretti ammette che neppure Teresa Bellanova e Ivan Scalfaorotto, entrambi membri del governo lo hanno avvertito. “E’ una polemica che dispiace”, replica Elena Bonetti ma, dal Pd, ricordano: “Lei non e’ mai stata citata dal segretario”. Segretario che, invece, guarda avanti: “La scissione a freddo di Renzi ha dato fastidio, in tanti si stanno iscrivendo al Pd”.

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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