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Economia

Concessioni ad Autostrade, M5S: rapporti incestuosi dei Benetton con la politica

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“Se non sono rapporti incestuosi poco ci manca. Il fatto e’ che Autostrade per l’Italia, sotto attento presidio dei Benetton, ha saputo coltivare davvero bene il rapporto con la politica e con il poliedrico mondo dei Boiardi di Stato. Un rapporto lubrificato in ogni ingranaggio, utilizzando sapientemente l’olio delle nomine. Troppo importante, dal loro punto di vista, difendere in ogni modo un tesoro accumulato grazie ai pedaggi. Si tratta di un modus operandi impressionante che dura da anni e non accenna a finire. I nomi e gli esempi si sprecano”. Lo si legge in un post sul Blog delle Stelle, che cita nomi di ex politici “da un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino” a “Nicola Rossi ex deputato dei Ds ed ex consigliere di D’Alema”. “Fino ai nostri giorni la famiglia di Ponzano Veneto ha tenuto nella massima considerazione la rete “lobbistica” fatta da ex politici, ex boiardi e amici degli amici, puntualmente piazzati nei cda delle concessionarie della galassia. Il tutto mentre la stessa considerazione non veniva minimamente osservata nei confronti dei cittadini”, scrive il M5s.

“Si prenda la Tangenziale di Napoli, la concessionaria controllata da Autostrade che controlla l’omonima infrastruttura. Ebbene, alla presidenza ancora oggi troviamo un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino, gia’ fedelissimo di Giulio Andreotti e ministro del Bilancio. Lo stesso Pomicino, la cui rete evidentemente ha ancora una certa capacita’ di incidere, e’ vicepresidente delle Autostrade Meridionali, altra controllata di Autostrade che gestisce l’A3 Napoli-Pompei-Salerno”, proseguono i Cinque stelle. “Ma soffermiamoci un attimo su questa concessionaria. Nel collegio sindacale delle Autostrade Meridionali spicca la presenza di Antonio Mastrapasqua, noto alle cronache di qualche anno fa come Mister Poltrone, fedelissimo di Gianni Letta ed ex presidente dell’Inps, oltre che commercialista da sempre accompagnato da robusti carnet di incarichi societari. A conferma di cio’ basti pensare che Mastrapasqua e’ inserito anche nel collegio sindacale di un’altra concessionaria della galassia Benetton, ovvero la SAT – Societa’ autostrada tirrenica”. “E qui, come una mappa del potere in cui gli incroci hanno tanto da raccontare, troviamo altre interessanti sorprese. Sempre in SAT – Societa’ autostrada tirrenica, c’e’ un presidente che si chiama Antonio Bargone, ex deputato del fu Pds ed ex sottosegretario ai lavori pubblici nei Governi di Romano Prodi e Massimo D’Alema. L’attenzione della famiglia di Ponzano Veneto e’ stata comunque trasversale, in modo da evitare la miccia di gelosie e soprattutto in modo da garantirsi sostegno a ogni latitudine politica. Prendiamo la Societa’ italiana per il traforo del Monte Bianco, la cui partecipazione di maggioranza e’ sempre appannaggio di Autostrade. Qui alla presidenza siede un notaio astigiano che si chiama Aldo Scarabosio, ex senatore di Forza Italia e Pdl. Nel Consiglio di amministrazione della stessa Societa’ per il traforo del Monte Bianco e’ stato riciclato anche Marco Bonamico, manager di Stato molto vicino all’ex Ministro dell’economia Giulio Tremonti, che ne favori’ l’ascesa alla poltrona di amministratore delegato di Sogei (la strategica societa’ del ministero che custodisce l’anagrafe tributaria, ovvero tutti i dati fiscali di cittadini e imprese italiane). La ciliegina sulla torta, tra i tanti esempi che si potrebbero fare, e’ stata messa in tempi recenti dalla stessa Autostrade per l’Italia, la gallina dalle uova d’oro di Atlantia, la holding dei Benetton. Nel consiglio di amministrazione, infatti, l’azionista di maggioranza ha tra gli altri indicato Nicola Rossi, apprezzato economista pugliese, ma incidentalmente anche ex deputato dei Ds ed ex consigliere economico di D’Alema premier”, conclude il M5s sul blog delle stelle.

Nella sua relazione su “Le concessioni autostradali” la Corte dei Conti invita “a superare le inefficienze riscontrate, quali l’irrazionalita’ degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private, gli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti, la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni”.

Quello che il M5S non dice ma lo fa capire è il fatto che le concessioni sono state sempre un qualcosa da nascondere agli occhi dei cittadini. Solo il 2 febbraio 2018 si è provveduto alla pubblicazione delle convenzioni, peraltro solo dopo aver chiesto il consenso alle concessionarie, che ne hanno sostenuto il carattere volontario.  Peraltro, dopo il crollo del ponte ‘Morandi’ di Genova e i 43 morti (“una carneficina di Stato” come ha avuto modo di dire il padre di un giovane rimasto ucciso), sia il Ministero delle infrastrutture che la concessionaria coinvolta hanno provveduto, nell’agosto del 2018, all’integrale pubblicazione degli atti, dimostrando, in tal modo, l’inconsistenza, dal punto di vista sostanziale, delle motivazioni, pur di recente difese sotto il profilo formale, per anni addotte contro la generalizzata conoscibilità degli atti. Scarsa è stata negli anni l’attenzione degli organi di controllo interno del Ministero vigilante sull’argomento; infatti, nonostante la rilevanza delle risorse finanziarie coinvolte, nessun organismo indipendente di valutazione (Oiv) o servizio di controllo interno ha proceduto a valutazioni sullo stato delle concessioni, pur in presenza di numerosi pronunciamenti delle Autorità indipendenti che, da anni, segnalano le numerose criticità del sistema vigente. C’era dunque bisogno di questa ennessima carneficina per poter finalmente rendere pubblica la concessione ad Aspi.

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Confindustria, tutti i nomi della nuova squadra del presidente Orsini

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Il consiglio generale di Confindustria, su proposta del presidente designato Emanuele Orsini, ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze. Dieci i vicepresidenti elettivi: Francesco De Santis, Maurizio Marchesini, Lucia Aleotti, Angelo Camilli, Barbara Cimmino, Vincenzo Marinese, Natale Mazzuca, Marco Nocivelli, Lara Ponti. Completeranno la squadra di presidenza i tre vicepresidenti di diritto: Giovanni Baroni presidente della Piccola Industria, Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani Imprenditori, Annalisa Sassi presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali.

Il consiglio generale di Confindustria ha approvato la squadra di presidenza per il quadriennio 2024-2028 con l’84% delle preferenze: su 132 presenti, 110 hanno votato a favore, i contrari sono stati 9 e 13 le schede bianche. Queste le deleghe ai vicepresidenti. Francesco De Santis continuerà il suo impegno su Ricerca e Sviluppo. Maurizio Marchesini, dopo aver seguito le Filiere e le Medie Imprese, avrà la delega su Lavoro e Relazioni industriali. Stefan Pan, croseguirà il lavoro svolto in Europa negli scorsi quattro anni in veste di delegato del presidente, con la vicepresidenza per l’Unione europea e il rapporto con le Confindustrie europee. A Lucia Aleotti andrà la vicepresidenza per il centro studi, snodo cruciale nella definizione delle strategie di politica economica. Ad Angelo Camilli la delega su credito, finanza e fisco. Barbara Cimmino seguirà l’export e l’attrazione degli investimenti. A Vincenzo Marinese sarà affidata la responsabilità dell’organizzazione e dei rapporti con i territori e le categorie. Natale Mazzuca avrà la delega alle politiche strategiche e allo sviluppo del Mezzogiorno. A Marco Nocivelli la nuova delega sulle politiche industriali e made in Italy. Lara Ponti si occuperà di transizione ambientale e obiettivi Esg, temi centrali nell’agenda di Confindustria. Emanuele Orsini manterrà per sé la responsabilità su alcuni grandi capitoli strategici: transizione digitale, cultura d’impresa e certezza del diritto.

La squadra di presidenza di Emanuele Orsini, al vertice di Confindustria per il 2024-2028, su richiesta del presidente designato si avvarrà anche del contributo di tre special advisor: Antonio Gozzi con delega all’autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività; Gianfelice Rocca per le Life Sciences e Alberto Tripi per l’intelligenza artificiale. Il nuovo board di Confindustria sarà coadiuvato da cinque delegati del presidente: Leopoldo Destro ai trasporti, alla logistica e all’industria del turismo, Riccardo Di Stefano al quale sarà affidata la delega all’education, Giorgio Marsiaj si occuperà di space economy, ad Aurelio Regina andrà la delega all’energia, mentre Mario Zanetti seguirà l’economia del mare.

 

Il presidente Orsini ha anche ringraziato l’ambasciatore Raffaele Langella per il lavoro svolto come direttore generale, annunciando che fino al suo prossimo incarico, sarà al suo fianco come consigliere diplomatico. Il nuovo direttore generale sarà Maurizio Tarquini.

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Ponte sullo Stretto, i dubbi del Ministero dell’Ambiente

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Il ministro Matteo Salvini lancia la Conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto, per avviare entro l’estate i cantieri della sua opera-bandiera. Ma il primo sgambetto gli arriva proprio da un altro ministero, quello dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto di Forza Italia. Alla prima riunione della Conferenza dei servizi, che riunisce tutti i soggetti interessati per sveltire le procedure (imprese, Ministeri, enti locali), il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti.

I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell’opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto. Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000. Le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di “passo falso” e di “farsa”, e ribadiscono “il progetto non sta in piedi”.

Ma sono soprattutto le opposizioni a cavalcare la vicenda. Per Marco Simiani del Pd, “il ministero dell’Ambiente sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto”. Proprio il leader della Lega era assente alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta al suo ministero delle Infrastrutture. “Dal ministero dell’Ambiente arriva un macigno sul progetto del Ponte sullo Stretto”, commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che parla di “un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario”. Angelo Bonelli di Avs rincara la dose: “La commissione tecnica Via del Ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte. Ma esiste un progetto definitivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa, che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell’Ambiente?”. Mentre il Codacons chiede l’intervento della Corte dei Conti, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si mostra preoccupato per le osservazioni del Mase: “Sono richieste congrue, data l’entità dell’opera. In 30 giorni daremo tutti i chiarimenti richiesti”.

Il ministro Gilberto Pichetto si trova all’improvviso in una posizione scomodissima, con gli uffici del suo ministero che bastonano un progetto che è il cavallo di battaglia di un suo collega. “Con queste istanze abbiamo dato via alla procedura di valutazione di impatto ambientale”, commenta asettico. La richiesta di integrazioni “è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale”. Per il Ponte “si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”. “Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme – ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario di FI ai Rapporti con il Parlamento – Ho sentito il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità”.

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Cronache

Superbonus, partiti i primi recuperi sulle compensazioni della truffa miliardaria dei bonus

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Le truffe collegate al Superbonus non sono ancora emerse tutte ma l’attività di contenimento dei danni all’erario è partita. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato ad inviare le prime contestazioni per recuperare le somme da chi ha cercato di pagare le imposte con crediti fasulli portati in compensazione. Intanto il Mef cala la scure sui bonus edilizi del passato: agevolazioni senza controlli preventivi non sono più compatibili con il nuovo quadro di norme europee sui conti pubblici. “Sono in corso verifiche fiscali sui crediti oggetto di compensazione, che stanno portando all’emissione di atti di recupero nei confronti dei responsabili”, ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, al termine dell’audizione sull’ultimo decreto Superbonus in commissione Finanze al Senato.

Sui bonus edilizi, ha spiegato, “abbiamo intercettato insieme alla Guardia di finanza truffe per circa 15 miliardi di euro: di questi, grazie ai nostri controlli preventivi, 6,3 miliardi di euro sono stati individuati e scartati prima che si realizzassero le frodi; 8,6 miliardi sono invece stati oggetto di decreti di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria”. La lotta alle truffe proseguirà, ma la dimensione del fenomeno Superbonus ha spinto il Tesoro a metterci un punto. “Misure agevolative automatiche, senza una preventiva autorizzazione, non sono più compatibili col nuovo quadro di finanza pubblica a seguito delle nuove regole di governance europea”, ha detto il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Giovanni Spalletta, nella stessa aula del Senato da dove Ruffini ha fornito i dati aggiornati sulle frodi, non tutte con ricadute per i contribuenti perché alcune sono state intercettate prima della compensazione. Spalletta ha spiegato che, da ora in poi, gli obiettivi di efficientamento energetico e di miglioramento del rischio sismico “devono tenere conto degli obiettivi di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo e della riduzione del debito pubblico sia nelle fasi congiunturali sia in ottica strutturale”.

Il Mef riflette su “una complessiva razionalizzazione delle norme in materia di agevolazioni edilizie”, in vista delle scadenze di fine anno. Non si potrà prescindere – ha spiegato Spalletta – da due lezioni frutto della recente esperienza. La prima, è che gli incentivi fiscali “devono essere congegnati evitando aliquote eccessivamente generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa, per ridurre comportamenti opportunistici ed effetti dirompenti”. La seconda lezione è che i crediti d’imposta dovranno essere “soggetti a procedure preventive di autorizzazione”, per consentire il monitoraggio della spesa e quindi l’impatto sulla finanza pubblica.

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