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Cultura

Cento anni della Associazione Alessandro Scarlatti, le celebrazioni a Villa Pignatelli

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La meravigliosa Villa Pignatelli, con la musica di una elegante mostra celebrativa dei 100 anni della Associazione Scarlatti, saluta simultaneamente l’arrivo della nuova Direttrice Fernanda Capobianco e il lavoro svolto, con passione e generosità, in tanti anni da Denise Pagano, la Direttrice uscente. “Napoli, musica ininterrotta. 100 anni dell’Associazione Alessandro Scarlatti” è il titolo del percorso espositivo originale, a cura di Aldo Di Russo con allestimenti e scenografie di Nicola Rubertelli, realizzato con la collaborazione dell’Associazione Alessandro Scarlatti, che raccoglie opere, documenti e contributi audiovisivi in mostra dal 12 dicembre 2019 al 3 maggio 2020 al Museo Pignatelli; un progetto voluto e realizzato dalla Regione Campania attraverso la Scabec – Società Campana Beni Culturali, in collaborazione con il Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente. Napoli e la sua musica, un rapporto indissolubile. Una grande storia di passione, impegno e di bellezza. In occasione del centenario dell’Associazione Alessandro Scarlatti, questa mostra racconta il rapporto speciale di Napoli con la musica, con gli artisti, con i compositori e protagonisti, con uomini e donne che hanno speso la loro vita per comporre la  “colonna sonora” di questa città. Cento anni di attività ininterrotta dal 1919 ad oggi, che partono dal sogno di Emilia Gubitosi, prima donna in Italia a conseguire, con il massimo dei voti e la lode, il diploma di Composizione grazie a una deroga ministeriale. In quegli anni la musica antica italiana andava incontro ad un vero e proprio revival e la Gubitosi ebbe l’intuizione di creare un coro per eseguire i capolavori antichi e farli conoscere e amare al pubblico napoletano. La musica colta, da patrimonio esclusivo dell’élite, viene messa a disposizione del grande pubblico: grazie alla passione di questa nobildonna la musica è finalmente per tutti. Tantissimi contributi e le personalità coinvolte in questo progetto: il presidente dell’Associazione Scarlatti Oreste De Divitiis, il direttore artistico Tommaso Rossi, lo storico Guido Panico, la scrittrice e giornalista Titti Marrone, lo scenografo Nicola Rubertelli e alcuni attori che hanno prestato voci e volti per i tanti contributi multimediali presenti nel percorso espositivo, da Nello Mascia a Chiara Condrò, Massimo Foschi e Laura Vitiello. Progettazione esecutiva curata da Francesca Maciocia per la Scabec.

Ci sono voluti due piani della storica dimora, che vide, tra gli anni ’70 e ’80, tanti concerti della orchestra Scarlatti  nella sua veranda, per mettere in mostra testimonianze, fotografie, bozzetti, filmati storici e recenti, abiti e sculture che l’Associazione ha fornito per questa celebrazione.

Nella veranda le fotografie di Luciano Furia e Felice Biasco di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo e che ci fanno entrare nello spirito delle Settimane Internazionali della Musica, ma poi la mostra continua proseguendo poi al piano interrato della Villa,   e diventa un percorso immersivo, itinerario ideale tra reale e fantastico: sala dopo sala, si rivela al pubblico un mondo scandito da note e parole, da luci e memorie, popolato da frammenti di scenografie teatrali   Un inno alla musica, che si apre con una pioggia di note, ricordando la nascita dell’Associazione attraverso un brano musicale diretto da Franco Michele Napolitano e da Emilia Gubitosi, e al contempo evocando quell’equilibrio tra vita e arte che caratterizza la nostra terra, simbolicamente rappresentato dall’immagine del giocatore, proveniente dall’Archivio Troncone, e dalla riproduzione di un’opera senza volto e senza tempo del maestro Mimmo Jodice (Alba Fucens, 2008). Il percorso prosegue tra oggetti d’epoca e elementi di scenografia, originali o realizzati su progetto del maestro Nicola Rubertelli. Le sale centrali della mostra restituiscono 100 anni di vita e di storia della Scarlatti attraverso una pluralità di contributi, di sguardi e di idee, che il pubblico può ascoltare dalla voce di testimoni illustri (Salvatore Accardo, Stefano Bollani, Gilberto Corbellini, Oreste de Divitiis, Luca De Fusco, Vincenzo Di Gregorio, Antonio Florio, Titti Marrone, Flavia Nardelli, Eugenio Ottieri e Rosanna Purchia, anticipati in pillole al piano superiore) o rivivere attraverso i percorsi tracciati da Renato Bossa, Pierpaolo De Martino, Chiara Eminente, Tommaso Rossi, Daniela Tortora e Stefano Valanzuolo. Nel mezzo, a simboleggiare la rivoluzione che si compie con e attraverso l’arte, il teatrino picassiano progettato da Rubertelli, con la riproduzione del celeberrimo sipario di Parade, balletto con musica di Erik Satie, su testo di Jean Cocteau e coreografia di Léonide Massine, che fu rappresentato per la prima volta dai Balletti Russi di Sergej Djagilev nel 1917 al Théâtre du Châtelet di Parigj

Un boccascena picassiano ci introduce poi nella sala dedicata a Emilia Gubitosi, che incontriamo come giovane e risoluta protagonista del film Il sogno autunnale (con Chiara Condrò, Nello Mascia, Marcella Vitiello e la partecipazione straordinaria di Ludovica Cristofari, per la regia di Aldo Di Russo, scenografia di Nicola Rubertelli, sceneggiatura di Letizia Compatangelo e fotografia di Antonio Grambone). Sarà proprio la Gubitosi a invitarci a proseguire lungo il cammino tracciato dall’Associazione con la stessa passione e caparbietà, senza mai smettere di guardare al futuro. È per questo che l’ultima sala – simbolicamente introdotta da elementi di scena dell’opera L’Enfant et les Sortilèges di Maurice Ravel, realizzati per il Teatro di San Carlo su bozzetto di Marc-Camille Chaimowicz – si rivolge ai bambini, giovani protagonisti di tanti progetti ed attività che contribuiscono a creare oggi la musica di domani. Tra questi, Canta, suona e cammina, ideato e promosso dal 2014 dalla Regione Campania e dalla Curia Arcivescovile di Napoli, in collaborazione con la Scabec e la Fondazione Fare Chiesa e Città: un’esperienza formativa unica, che ha coinvolto già oltre 350 ragazzi di Napoli e provincia, trasformando la musica in un’occasione di incontro, confronto e valorizzazione delle differenze come auspicio per le future celebrazioni.

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Nei papiri di Ercolano il luogo di sepoltura di Platone

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Dai papiri di Ercolano riemerge il luogo esatto della sepoltura di Platone nell’Accademia ad Atene: era situato nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Lo rivela il papirologo Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca ‘GreekSchools’ condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. La scoperta è racchiusa in mille parole nuove o diversamente lette del papiro contenente la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara.

L’aumento del testo (pari al 30% in più rispetto alla precedente edizione del 1991) corrisponde all’incirca alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Il testo rivela che Platone fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate.

Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. I testi parlano anche della sua ultima notte, ma non solo. Diverse nuove letture forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Viene inoltre corretto il nome di Filone di Larissa in ‘Filione’ (allievo del grammatico Apollodoro di Atene per due anni e dello stoico Mnesarco per sette anni), che morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale.

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Cultura

La Giornata del Libro con Maraini, tra letture e rose

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Incontri con scrittori, reading, presentazioni di libri, letture condivise, spettacoli, convegni. Esplodono le iniziative per la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, istituita dall’Unesco, che si celebra il 23 aprile, giorno della scomparsa di Shakespeare, Cervantes e Garcilaso de la Vega, tra i sommi autori della letteratura universale. In Catalogna si festeggia San Giorgio (Sant Jordi) ed è tradizione che il 23 aprile gli uomini regalino una rosa alle donne e vengano contraccambiati con un libro. Dall’Italia parte ‘Una nave di libri per Barcellona’ che in questa edizione, la XII, ha a bordo oltre 500 passeggeri in viaggio da Civitavecchia per raggiungere la capitale della Catalogna che è un trionfo di rose e di libri.

A bordo della nave, con ospite d’onore lo scrittore spagnolo Juan Gomez Barcena, scrittori e artisti fra i quali Gabriella Genisi, Giampaolo Simi, Roberto Riccardi, Carola Carulli, Anna Maria Gehnyei, Peppe Millanta e Francesca Andronico. La cantautrice Patrizia Cirulli, che ha musicato e interpretato poesie di Garcia Lorca, Frida Kahlo, Quasimodo, D’Annunzio, Alda Merini, Eduardo De Filippo, duetterà con l’attore Gino Manfredi che leggerà alcuni brani di questi grandi poeti. Nella Giornata mondiale del libro si alza anche il sipario sulla quattordicesima edizione del Maggio dei Libri con la regina della letteratura italiana, Dacia Maraini, che il 23 aprile sarà in dialogo, al Centro per il Libro e la Lettura a Roma, con il professore e saggista Guido Vitiello, che alla lettura ha dedicato il suo ultimo lavoro, La lettura felice (Il Saggiatore). A fare gli onori di casa il presidente del Cepell Adriano Monti Buzzetti e il direttore Luciano Lanna.

Il 23 aprile è un importante nastro di partenza anche per l’inaugurazione a Strasburgo, città simbolo e casa dell’Unione Europea, del suo 2024 in veste di Capitale mondiale del Libro Unesco 2024: il 26 aprile ci sarà una serata speciale dedicata ai libri italiani condotta dalla scrittrice e insegnante Kareen De Martin Pinter. Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo, l’appuntamento si inserisce nella Grande Lettura che sarà il filo conduttore della settimana inaugurale (23-28 aprile) di Strasbourg, Capitale Mondiale del Libro Unesco. La lettura è protagonista, tra Giornata mondiale e Salone del Libro, dal 9 al 13 maggio a Torino, delle iniziative di TikTok che l’11 maggio al Lingotto annuncerà i vincitori della prima edizione dei TikTok Book Awards. Negli ultimi anni, #BookTok ha catturato l’attenzione con quasi 32 milioni di post creati utilizzando l’hashtag, ma quest’anno l’orizzonte si amplia al SalTo24 intrecciandosi con le 7 aree tematiche del Salone approfondite con alcuni live di conversazioni e interviste.

Tra gli eventi in tutta Italia spiccano quelli di Torino che legge, la manifestazione nata per celebrare la Giornata mondiale del Libro, organizzata dal Forum del Libro con la Città di Torino, le Biblioteche civiche e le circoscrizioni, dedicata quest’anno alla lettura ad alta voce condivisa. Per la Giornata arriva anche Bing Bunny, protagonista di una delle serie animate più amata dai bambini e dalle bambine in età prescolare, con 5 miliardi di visualizzazioni su YouTube, che sarà al centro di una campagna di sensibilizzazione e promozione della lettura condivisa.

Il gioiellino è il focus di Nati per Leggere sulla lettura in famiglia fin da piccoli, e prima ancora nella pancia della mamma che “è una delle più semplici pratiche quotidiane che un genitore può adottare per far crescere bene il proprio bambino o la propria bambina” con consigli di lettura a seconda delle fasce d’età. Per esempio dai 3-4 anni, i bambini amano molto le storie che parlano della vita quotidiana, in cui possono confrontarsi con la loro realtà di gioco, di scuola, di esperienza. Il progetto promosso dall’idolo Bing si chiama Le buone abitudini e ha già coinvolto oltre 8 milioni di famiglie italiane nella promozione del benessere dei bambini 0-6 anni.

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Cultura

Cambio al vertice della Scala, arriva Ortombina

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Se ne va Dominique Meyer e arriva Fortunato Ortombina, resta Riccardo Chailly fino al 2026 per poi passare il testimone, anzi la bacchetta, a Daniele Gatti: sulla futura guida della Scala “finalmente è arrivata una decisione”. “Finalmente” è l’aggettivo usato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala in apertura della conferenza stampa con cui ha annunciato la scelta come sovrintendente di Ortombina, a conclusione di una vicenda lunga oltre un anno, andata avanti a indiscrezioni, veti, decreti legge e colpi di scena. “Una soluzione eccellente, frutto di una collaborazione istituzionale” ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con cui inizia “una fase nuova” che segna il ritorno di un sovrintendente italiano dopo tre stranieri. “Abbiamo fatto tutto per il bene della Scala” ha assicurato Sala.

Mantovano, classe 1960, diplomato al Conservatorio di Parma, laureato in Lettere, studioso di musicologia, Ortombina è stato professore d’orchestra e corista del Regio di Parma, la lavorato all’Istituto di Studi Verdiani, e poi in vari teatri italiani prima di approdare proprio alla Scala dove è stato coordinatore artistico dal 2003 al 2007. Dal 2007 è alla Fenice di Venezia inizialmente come direttore artistico e poi dal 2017 anche come sovrintendente. Una duplice carica che probabilmente manterrà anche a Milano. Sulle sue competenze nessuno ha avuto da ridire. Forse l’unica perplessità è che “passerà dal guidare una gondola a un transatlantico”, come ha ironizzato qualcuno nei corridoi. Anche la Cgil ha riconosciuto le sue “capacità” in una nota in cui però esprime “preoccupazione” per la progettualità a lungo periodo del teatro. Ortombina al Piermarini inizierà dal primo settembre il lavoro come sovrintendente designato affiancando nella fase iniziale il sovrintendente in carica Dominique Meyer.

Il mandato del manager francese, ufficialmente partito nel giorno in cui il teatro ha chiuso per covid nel 2020, terminerà il prossimo 28 febbraio. Lui sarebbe voluto rimanere più a lungo perché, come ha detto nel marzo del 2023, dopo aver messo “a posto la Ferrari” avrebbe voluto “guidarla un po’”. Almeno un anno era la proposta uscita dall’ultimo cda. Ma dopo il confronto con il ministro Sangiuliano, alla fine gli è stato proposto di restare quattro mesi in più, fino al 1 agosto quando compirà 70 anni (una scelta, ci ha tenuto a precisare Sala, slegata dal decreto legge che prevede quella come età massima per i sovrintendenti e che per la Scala, in virtù della sua autonomia, non vale).

Meyer ha assicurato che resterà al suo posto fino alla fine del mandato, mentre rifletterà sulla proposta della proroga. Chi rimarrà fino a metà 2026 è il direttore musicale Riccardo Chailly, che inaugurerà le prossime due stagioni (il prossimo 7 dicembre con La Forza del destino e nel 2025 con Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Sostakovic) prima di lasciare il compito nel 2026 a Gatti. Sul suo arrivo c’è già l’accordo anche se formalmente sarà Ortombina a proporre al cda la sua nomina a direttore musicale. E dovrà essere Ortombina anche a proporre la nomina di un direttore generale, figura cancellata da Meyer ma che Sala ha consigliato al futuro sovrintendente di ripristinare. La proposta comunque non sarà fatta a questo cda, in scadenza a febbraio, ma al futuro. E anche sulla nomina dei nuovi consiglieri si giocherà una partita importante. Ma questa è un’altra storia.

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