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Cronache

Calleri intervista Beppe Antoci sulle “elucubrazioni mentali” dell’Antimafia siciliana

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Quella che segue é una intervista-chiacchierata tra Beppe Antoci, ex presidente del parco dei Nebrodi e Salvatore Calleri, presiente della Fondazione Caponnetto. Antoci é poi diventerò anche presidente onorario della Fondazione.

Caro Presidente Antoci, alcuni mesi fa abbiamo fatto una chiaccherata profetica su un tema di stretta attualità, il cosiddetto mascariamento.  Oggi dopo le recenti sentenze dei gip messinesi che hanno archiviato utilizzando il concetto delle cosiddette elucubrazioni mentali l’indagine partita dopo la contestata relazione antimafia regionale siciliana sull’attentato da te subito, direi che ci sono novità. Ci vuoi spiegare meglio?

Appare chiaro che questa ulteriore sentenza di un altro giudice terzo mette la parola fine ai tentativi di mascariamento. I toni e le considerazioni sono abbastanza forti sconfessano di fatto punto per punto la relazione della commissione. Certamente non sono felice… per un uomo che ha a cuore le Istituzioni vedere questo spettacolo è alquanto imbarazzante.


Noi siciliani da sempre siamo oggetto quando si combatte contro la mafia ad intimidazioni attentati e depistaggi. Cambierà mai la nostra terra?

Potrà cambiare quando le migliori forze il Paese si uniranno e quando soprattutto chi combatte la mafia non resterà mai solo. Ecco io non mi sono mai sentito da solo e questo a mio parere è fondamentale.

Ad un giovane che vuole impegnarsi nella legalità di fronte a questi scenari che sinceramente mirano a creare confusione cosa si deve dire?

Si deve dire che la lotta alla mafia non si fa con la testa la lotta alla mafia si fa col cuore si fa per un’azione morale si fa per esercitare quel dovere di cittadinanza applicando in fondo il miglior testo antimafia di questo paese che è la costituzione. Ecco mi sentirei di dire che potrà impegnarsi a fare il buon cittadino.

Ti ringrazio, puoi sempre contare sul nostro appoggio nella tua battaglia contro la mafia.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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