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Bimbo muore per malnutrizione a 18 mesi perché costretto dai genitori alla dieta vegana: arrestati

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 Ryan O’Leary, 30 anni, e Sheila O’Leary, 35 anni, sono due genitori arrestati dalla polizia di Cape Coral, in Florida, con l’accusa di omicidio colposo. Di che cosa sono accusati? Di aver fatto morire il loro figlioletto, deceduto a soli 18 mesi per malnutrizione. La coppia, fermamente vegana, avrebbe nutrito il bimbo solo con frutta e verdure crude fino a quando il piccolo è morto di inedia e di stenti.

Secondo quanto riferiscono i portavoce dell’ufficio dello sceriffo della Contea di Lee, l’arresto dei due genitori è scattato dopo gli esami autoptici (la perizia necroscopica sul cadavere)  eseguiti sul corpo del bimbo dopo la sua morte, che risale a fine settembre. L’autopsia e le altre analisi disposte per fare luce su quanto accaduto hanno stabilito che il bambino è morto di inedia dopo aver sofferto a lungo a causa di complicazioni legate alla malnutrizione. Le autorità hanno parlato di disidratazione, microsteatosi epatica e gonfiore di mani, piedi e gambe. Il piccolo, al momento del decesso, pesava meno di 7 chilogrammi.

Secondo quanto ricostruito, era stata la mamma Sheila a chiamare il numero di emergenza dopo aver trovato il bimbo freddo e senza respiro. Il padre Ryan O’Leary avrebbe inutilmente provato a rianimare il bambino e quando i paramedici sono arrivati a casa dei genitori del piccolo non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. L’allarme è scattato quando la polizia, interrogando la coppia, ha notato che anche i due figli più grandi, di 3 e 5 anni, erano visibilmente malnutriti e pallidi: anche loro si nutrivano solo di frutta e verdure crude.

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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