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Ballottaggio al veleno a Lacco Ameno, l’ironia di Pascale: vi spiego chi ha consegnato il pareggio a De Siano ma…

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È scontro fra Domenico De Siano e Giacomo Pascale, candidati a sindaco per le elezioni comunali a Lacco Ameno, sull’isola di Ischia. Nel piccolo comune isolano (poco meno di 5mila abitanti) è scoppiato il caso dopo la chiusura delle urne e lo spoglio delle schede per l’elezione del primo cittadino. Dopo un primo conteggio, la vittoria era stata attribuita a Pascale, sindaco uscente, con uno scarto di soli tre voti. Dopo il riconteggio di una delle sezioni però, si giunge ad un risultato di perfetta parità: 1541 voti a testa. Non sono mancati momenti di tensione fra lo schieramento di Pascale (a capo della lista “Il Faro”) e quello di De Siano (“Sempre per Lacco Ameno”). Pascale in serata ha anche accusato un malore per l’eccessivo stress accumulato durante quelle ore concitate, ed è stato ricoverato in ospedale; per lui, per fortuna, niente di grave. 

Giacomo Pascale. È stato sindaco di Lacco Ameno di Forza Italia, partito di cui Domenico De Siano è coordinatore regionale

Pascale però non ci sta e, con Juorno, rivendica la sua vittoria elettorale nei confronti del senatore e sfidante Domenico De Siano. Spiega che martedì pomeriggio “avevo vinto le elezioni con tre voti di scarto. Il nostro seggio è composto da quattro sezioni; nelle prime due le operazioni erano concluse, nelle altre mancava poco. Ad un certo punto, la televisione locale Nuvola Tv annuncia che la sezione n.4 si era chiusa in parità, 441 a 441. Mancava la terza sezione, dove ci giocavamo la vittoria sul filo di lana. L’ultima scheda spogliata, come testimoniano le immagini di un video girato in quel momento, è la n. 435 a favore della mia lista, con preferenza al candidato consigliere Dante De Luise. Iniziano i festeggiamenti, avevamo vinto. Succede però che nel giro di due ore i voti per me nelle sezione n.4 passano da 441 a 439; non sappiamo però se esistono verbali di correzione. Nella terza sezione il verbale riporta invece 434 voti, uno in meno rispetto a quelli del video; annullando i tre voti riportano la partita in parità”.

Questa la ricostruzione del sindaco uscente Pascale, che adesso, se non verranno riscontrate irregolarità, dovrà sostenere il ballottaggio contro lo sfidante De Siano. Uno scenario inedito per i comuni sotto i 5mila abitanti. “Me la prendo con il presidente della prima sezione – attacca Pascale – perché lui avrebbe l’autorità per riaprire le tabelle di scrutinio e verificare quei voti. Gliel’ho chiesto ma si rifiuta categoricamente; credo c’entri qualcosa il fatto che il presidente, che è un direttore di supermercati, sia un dipendente di De Siano. Adesso le carte sono arrivate in Prefettura. Io ho solo fatto una richiesta di accesso agli atti, sia in comune che in prefettura. Domani – conclude il candidato – sarò a Napoli per una conferenza stampa al Gambrinus, alle 11:10. Spiegherò nel dettaglio come sono andati i fatti e chiederò al Prefetto di intervenire nella questione riaprendo le due tabelle di scrutinio della sezione n.3. Se invece mi vogliono trascinare al ballottaggio, io sono pronto, ma sarebbe una lesione alla democrazia”.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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La morte di Mattia Giani sul campo di calcio, l’accusa del giudice sportivo: l’ambulanza arrivò dopo 17 minuti

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Una tragedia ha colpito il mondo del calcio toscano con la morte del calciatore Mattia Giani durante una partita tra Lanciotto e Castelfiorentino. Il giudice sportivo della Figc – Lega Dilettanti toscana ha ora fornito una ricostruzione dettagliata degli eventi che hanno portato alla tragedia e delle decisioni conseguenti.

Secondo il giudice sportivo, l’ambulanza è arrivata allo stadio di Campi solo 17 minuti dopo che i soccorsi sono stati richiesti per Mattia Giani. Durante questo periodo, i soccorsi sono stati forniti da un massaggiatore ospite e da un medico presente in tribuna, che sembra che abbiano utilizzato un defibrillatore per tentare di rianimare il giocatore. Successivamente, una prima ambulanza è giunta sul posto e ha continuato le operazioni di soccorso con l’aiuto di altri volontari che sono arrivati con un’altra ambulanza pochi minuti dopo. Nonostante gli sforzi dei sanitari, il calciatore è stato dichiarato morto dopo il suo trasferimento in ospedale.

Il giudice sportivo ha ritenuto giustificata la sospensione della partita, che è stata interrotta al 14′ del primo tempo, a causa dell’inevitabile turbamento di giocatori e dirigenti causato dall’evento tragico. Inoltre, ha deciso che la parte restante della partita dovrà essere recuperata in un secondo momento.

La squadra Lanciotto è stata multata di 400 euro “per mancanza di ambulanza e/o medico”,  sanzione prevista per questa mancanza.

“Giova sottolineare – scrive ancora il giudice sportivo – come il rispetto del grave evento anche da parte della società Lanciotto Campi Bisenzio e dei componenti la terna arbitrale sia sintomo di grande osservanza dei valori della solidarietà e della correttezza sportiva”.

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Studenti bocciati con il 5 e multe a chi aggredisce prof

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Dalla bocciatura con il 5 in condotta al ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle scuole medie fino alle multe per aggressioni al personale scolastico. Via libera del Senato al disegno di legge messo a punto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Il provvedimento, che ora deve passare alla Camera, prevede una serie di novità. Il voto in condotta sarà numerico anche alle scuole medie. Il giudizio sintetico sul comportamento rimarrà, dunque, solamente per i bambini della scuola primaria. Per tutti gli altri ci sarà il voto espresso in decimi e farà media con le altre materie. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati.

L’insufficienza si può ottenere per mancanze disciplinari gravi e reiterate avvenute nel corso di tutto l’anno scolastico. Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. Il vero spartiacque per gli studenti delle superiori, specie in ottica diploma, è però l’8 in condotta. Se non si supera questa soglia si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico, punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità. Anche le sospensioni cambieranno.

Non ci sarà più l’allontanamento da scuola e lo studente dovrà partecipare ad attività scolastiche di riflessione e a una verifica finale da sottoporre al consiglio di classe. Il tenore della punizione dipenderà dalla durata della sospensione. Chi avrà più di due giorni dovrà partecipare ad “attività di cittadinanza solidale” in strutture convenzionate. Per il ministro Valditara si tratta di “un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti”. “A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive – ha detto il ministro – io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti”.

Il provvedimento introduce anche multe per i reati commessi ai danni di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. La somma varia dai 500 ai 10.000 mila euro “a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”. “È anche importante – ha sottolineato Valditara – che chi abbia aggredito personale della scuola risarcisca la scuola per il danno di immagine che ha contribuito a creare”.

E sempre il ministro ha annunciato oggi, rispondendo a un question time alla Camera, che è allo studio una normativa che riguarderà le chiusure scolastiche per festività religiose. “La norma che stiamo studiando è molto semplice – ha detto – non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che vogliano invece festeggiare quelle determinate ricorrenze, che saranno giustificati se rimarranno a casa”.

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