Nella trasposizione televisiva dell’Amica Geniale, best-seller della scrittrice senza volto Elena Ferrante, un lungo passaggio di camera ci mostra la ricostruzione cinematografica della bottega di Riccardo Carbone, fotografo napoletano che ha lasciato uno degli archivi fotografici più completi, sia dal punto di vista storico che da quello sociale, a partire dalla fine degli anni ’20 fino agli anni ’70 del secolo breve. Anche forte della sua collaborazione con il Mattino, storico giornale della città di Napoli che sotto la guida di Paolo Scarfoglio, direttore e figlio di Edoardo, intuì la forza delle immagini a corredo dei pezzi giornalistici il quale ne aumentò addirittura gli spazi in pagina facendone acquisire il giusto valore documentario e testimoniale, Riccardo Carbone riuscì a documentare i più importanti avvenimenti della città, lasciando quello che è oggi l’Archivio Carbone, dove sono impegnati il figlio Renato e tanti giovani vicini alla famiglia Carbone che ne curano la catalogazione e la commercializzazione di uno dei più importanti archivi fotografici italiani. L’ archivio fotografico è composto da circa 500 mila negativi, oltre ad alcune migliaia di stampe e lastre di vetro. La documentazione raccolta copre un arco cronologico compreso tra i primi anni Venti e l’inizio degli anni Settanta e si riferisce per la maggior parte (ma non esclusivamente) alla realtà napoletana e campana. Nella sua professione di fotoreporter Riccardo Carbone ha documentato, attraverso le varie fasi politiche che hanno caratterizzato la storia del Novecento, i principali avvenimenti locali e nazionali. Si tratta di una ricchissima, ed in massima parte ancora inesplorata, fonte iconografica per la ricostruzione della storia non solo di Napoli ma dell’intero Paese. Dalla casa Reale al Ventennio Fascista, la Guerra, i personaggi storici di quegli anni e del dopoguerra, il San Carlo, attori, registi, la dolce vita partenopea e tanto altro si ritrova tra i negativi che gelosamente custoditi, oggi sono oggetto di recupero, scoperta e digitalizzazione per la costruzione e l’accrescimento di un archivio on-line che già esiste, ma che ancora può riservare enormi sorprese, consultabile dal 2017 https://www.archiviofotograficocarbone.it/
Sono circa 4 mila le lastre in vetro e le stampe che documentano il Ventennio fascista a Napoli e in Campania, avvenimenti storici importanti come la visita di Hitler a Napoli con Vittorio Emanuele III, le grandi manovre in Irpinia, Mussolini a Napoli, l’occupazione italiana di Corfù e le nozze del Duca delle Puglie con Anna D’Orleans.
Dal 1945 al 1973 il crollo del regime fascista comporta un notevole incremento e una maggiore liberà del lavoro di Carbone. Le sue fotografie ritraggono la storia di Napoli sotto aspetti diversi: la miseria e le campagne di ricostruzione post-bellica, gli antichi mestieri, gli scugnizzi, l’emigrazione e la ripresa economica. Le tradizioni popolari, le feste religiose, il mondo del teatro e del cinema con i personaggi famosi, dalla storia del San Carlo alla compagnia di Eduardo, dal cinema di Nanni Loy e Vittorio De Sica ai viaggi a Napoli di Alfred Hitchcock, Ernest Hemingway, Orson Welles, Clark Gable e moltissimi altri.
I negativi nei formati da 35 e 120 mm sono conservati in buste contenute in scatole numerate in modo progressivo, ogni busta corrisponde ad un servizio fotografico e dal 1945 al 1973 se ne contano 23.955. L’ordinamento è facilitato dalla presenza di quaderni manoscritti dallo stesso fotoreporter, con gli indici dei servizi fotografici. Questi mezzi di corredo forniscono le indicazioni sui contenuti di una parte consistente del fondo, per ogni servizio fotografico sono indicati data, luogo ed avvenimento, numero della scatola e della busta. La catalogazione del materiale antecedente al 1945 è, invece, molto complicata a causa dell’assenza dei registri cartacei con gli indici dei servizi fotografici, dispersi o distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale
Il fondo è stato conservato sino ad oggi da Renato Carbone, figlio di Riccardo, il quale, con il passare degli anni, ha maturato il desiderio di condividere l’importante memoria storica. Nel 2015 è nata l’Associazione Riccardo Carbone, divenuta Onlus nel 2017, che si occupa della conservazione, digitalizzazione e catalogazione del materiale fotografico dell’Archivio. Il lavoro dell’Associazione è portato avanti da Renato e da un gruppo di suoi collaboratori volontari (Federica Nicois, Letizia Del Pero, Giovanni Nicois). Nel 2017 l’Archivio ha ottenuto il riconoscimento di interesse storico particolarmente importante da parte del Mibact.
L’avvio dell’attività è stato possibile nel 2016 grazie ad una campagna di crowdfunding che ha permesso l’acquisto di tre scanner professionali per la digitalizzazione e nuove scatole in cartone non acido per la conservazione dei negativi. Per il trattamento archivistico della documentazione fotografica si utilizza la piattaforma di catalogazione xDams realizzata dalla società Regesta.exe, che ha mutuato ed adattato alle esigenze degli archivi di immagini il modello dati elaborato dall’ ICCD per la descrizione dei beni fotografici.
L’archivio, come accade spesso e sempre di più nel meridione non percepisce fondi pubblici e forse nemmeno è inserito nelle programmazioni nazionali future riguardanti gli archivi storici e di cui tanto si parla e si è discusso anche a Napoli attraverso convegni sugli stati generali della fotografia che in città non hanno visto la partecipazione ed inviti alle componenti fotografiche piu’ importanti e storiche attive sul territorio, ovviamente parliamo della fotografia di cerimonia e del fotogiornalismo. Questo tipo di esclusione, l’Archivio Carbone lo ha superato con le operazioni di crowdfounding che hanno trovato riscontri inaspettati, con la campagna “Adotta un servizio e con un piccolo contributo è possibile scegliere un titolo non ancora digitalizzato dal catalogo ed effettuando la donazione attraverso la piattaforma https://buonacausa.org/cause/archiviocarbone il servizio fotografico viene digitalizzato e messo online con in calce il nome della persona che lo ha adottato. Una volta online, l’adottante avrà diritto ad una stampa in formato 20×30 che sceglierà dalle foto che compongono il servizio scelto, fino ad oggi il materiale digitalizzato, non solo tramite le adozioni, ammonta a circa 25.000 negativi su 500.000. Le adozioni effettuate fino ad oggi sono 741e sicuramente aumenteranno, anche perché l’iniziativa rimarrà sempre aperta e sempre a disposizione della città che Riccardo ha per sempre storicizzato nelle sue fotografie.