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Amanda Knox si diverte suoi social a sfottere l’Italia, indossando la divisa da carcerata a Perugia

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Sul New York Post la bella e dannata Amanda Knox ha indossato la sua divisa carceraria italiana, quella che ha portato per dieci anni, gli anni che vanno dall’omicidio di Meredith Kercher e la sua assoluzione e fuga negli Usa. Amanda si prepara per il suo matrimonio. E il tabloid segue la trentaduenne di Seattle che domenica ha pubblicato una foto su Instagram nella sua sfoggiando pantaloni della tuta grigi, un maglione blu fantasia e un berretto. “Rimangono 40 giorni al matrimonio e 267 cose rimasti nella lista delle cose da fare per il matrimonio”, ha scritto Knox a corredo dell’immagine. “Mi sono rinchiusa nella stanza degli artigiani e indosso la mia vecchia uniforme da prigione”.  

“Letteralmente la stessa felpa e pantaloni della tuta in cui vivevo a Casa Circondariale Capanne, Perugia”, ha aggiunto, riferendosi alla prigione in cui è stata rinchiusa per quattro anni. Knox stava studiando all’estero a Perugia, in Italia, nel 2007, quando fu accusata di aver aiutato l’allora fidanzato Raffaele Sollecito a uccidere la compagna di stanza, la 21enne britannica Meredith Kercher, nel corso di un presunto gioco sessuale finito in tragedia. La coppia fu condannata, assolta in appello, quindi condannata e assolta nuovamente. Amanda fu  soprannominata “Foxy Knoxy”. Ora è fuori dai guai ed ha annunciato il suo matrimonio con lo scrittore di Seattle Christopher Robinson. La Knox ha scritto un libro di memorie e preso parte a un documentario di Netflix sul suo caso. Inoltre è a capo di una fondazione che sostiene le persone ingiustamente condannate o accusare per crimini. Lo scorso gennaio l’Italia è stata condannata a pagare 21.000 euro alal Knox dalla Corte europea dei diritti umani che ritieni  i suoi diritti furono violati quando non le fu dato un interprete o l’accesso a un avvocato durante una notte di interrogatorio sull’omicidio di Kercher. Per l’omicidio di Kercher  c’è in cella un uomo della Costa d’Avorio di nome Rudy Hermann Guede. Deve scontare una pena di 16 anni per lo stupro e omicidio.


 

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Parigi, arrestato l’uomo che minacciava di farsi saltare nel consolato dell’Iran: era disarmato

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È stato arrestato l’uomo che si era asserragliato nel consolato dell’Iran a Parigi: aveva minacciato di farsi saltare per aria ma quando è uscito dallo stabile, perquisito, non aveva nessun esplosivo addosso: l’uomo però era già stato indagato per un incendio nei locali del consolato nel 2023.  L’uomo,  61 anni, aveva giustificato il gesto spiegando che voleva sostenere il movimento di protesta in Iran nato  dopo la morte di una ragazza arrestata dalla polizia perché non portava bene il velo. Per quell’episodio venne condannato a otto mesi con la condizionale, oltre ad essere colpito da un divieto di recarsi nel 16esimo arrondissement di Parigi, proprio dove si trova il consolato iraniano.

Sul posto la polizia ha inviato unità di intervento rapido ed ha istituito un perimetro di sicurezza in diverse strade intorno a Place du Trocadero, dove si trova il consolato iraniano, un luogo affollato che è proprio di fronte alla Torre Eiffel. Il consolato iraniano a Parigi non è mai molto affollato e vengono rilasciati pochi visti, a causa della freddezza tra i due paesi.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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