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Cronache

Adescava aspiranti attrici, prometteva ruoli nei film e le costringeva a fare sesso in cambio di finti provini: arrestato il regista Pino Flamini

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Lui è un regista. E promettendo un futuro nel mondo dello spettacolo costringeva le giovani vittime a subire atti sessuali. Un copione che a Roma metteva in scena proponendo sempre la stessa sceneggiatura: finto provino con scena di stupro da recitare. E la recita è stata replicata per sette anni, dal 2011 al 2018.
L’ uomo, o l’orco, Pino Flamibi,  è agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata nei confronti di cinque ragazze, di cui tre all’epoca dei fatti erano minorenni.
Il regista, ha 69 anni e tra le aspiranti giovani attrici è un nome noto. Fisico corpulento, capelli lunghi. Su Facebook si presenta come un parigino trapiantato nella Capitale, un produttore, regista, editore e organizzatore di eventi presso la casa discografica “Kings”. Sul suo profilo vengono pubblicizzati anche gli eventi dell’Amor, la non meglio nota Associazione Mondiale Organizzazioni Riunite, in un volantino che raffigura un’avvenente e provocante donna. C’è anche una seconda associazione, in cui il “maestro” appare tra i fondatori: l’ Associazione Internazionale Bambini Abbandonati.
Tutte attività che sembrerebbero avere fini sociali ma che contraddicono la personalità dell’indagato che emerge nella richiesta di arresto firmata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Pantaleo Polifemo. Secondo i pm, Flamini adescava ragazze promettendo comparsate in spot e film.
Gli annunci erano pubblicati su Internet: “Per la realizzazione di un film tv Rai, il maestro Pino Flamini effettua casting finalizzato alla selezione di attrici per figurazioni speciali – si legge in un post – Nello specifico si cercano attrici di età tra i 18 e i 22 anni di bellissima presenza, non troppo alte”.
Erano molte le ragazze che rispondevano all’annuncio. I provini per la produzione di un film mai realizzato venivano fatti in zona Aurelia, all’ interno del piano seminterrato degli studi dell'”Accademia” di cui è presidente l’ indagato. In quella sala isolata Flamini, secondo i pm, chiedeva di mettere in scena uno stupro, abusando poi delle vittime. Per diversi anni il trucco avrebbe funzionato.
Ma grazie alle denunce di alcune delle ragazze e degli stessi collaboratori del “maestro”, i militari della Compagnia San Pietro sono risaliti all’ uomo sequestrando anche un hard disk con materiale compromettente.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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